Inerzie e ritardi dopo la denuncia? Csm e ministro Orlando: verifica sulla Procura

Inerzie e ritardi dopo la denuncia? Csm e ministro Orlando: verifica sulla Procura
2 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Settembre 2017, 13:51
Non cade nel vuoto l'accusa della madre di Noemi Durini, la sedicenne uccisa dal fidanzato a Specchia, su inerzie che ci sarebbero state in relazione alle sue denuncie per comportamenti violenti del ragazzo. La prima commissione del Csm ha infatti chiesto al comitato di Presidenza l'apertura di una pratica sul caso. La donna, Imma Rizzo, avrebbe presentato queste denunce alla procura per i minorenni di Lecce.
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, intanto, ha avviato tramite l'ispettorato accertamenti preliminari sulla procura per i minorenni di Lecce sul cui tavolo c'erano le denunce della mamma di Noemi Durini contro il fidanzato 17enne della ragazza, che ha confessato l'omicidio.

IL SINDACO: PRESCRIZIONI ARRIVATE DOPO LA SCOMPARSA
«A posteriori sto cercando di ricostruire un pò di problemi che sicuramente c'erano in questa famiglia, in questo rapporto tra i ragazzi. Il Tribunale dei minori, su denuncia della madre presentata nel mese di luglio, ci ha chiesto una relazione sociale che abbiamo prontamente dato e proprio in questi giorni, subito dopo la scomparsa, ci è arrivato un decreto da parte del Tribunale dei Minori che, avendo preso in esame questo caso, disponeva alcune prescrizioni che purtroppo sono ormai passate». Lo riferisce all'Adnkronos il sindaco di Specchia, in provincia di Lecce, Rocco Pagliara, rispondendo a una domanda circa le eventuali attività e azioni che le autorità giudiziarie potevano intraprendere per evitare che si compiesse il delitto di Noemi Durini, la 16enne uccisa dal suo fidanzato il 3 settembre scorso. Ieri il corpo è stato fatto ritrovare dal giovane reo confesso in un uliveto nelle campagne di Castrignano del capo, non distante da Specchia. Erano prescrizioni «a carico della ragazza», precisa il primo cittadino, in quanto il fidanzato risiede nel vicino paese di Alessano. «C'era un affidamento ai servizi sociali fino a ottobre poi il caso sarebbe stato riesaminato», aggiunge. «Evidentemente questo è stato accertato nel corso di indagini da parte del tribunale dei minori». «Era una storia di amore-odio tormentata - continua - sembra che tutti i giorni iniziasse in amore e finisse in odio e ricominciasse ogni volta con lo stesso tenore. Noi come istituzione non possiamo conoscere se non con denunce espresse. Noi siamo anche sede di un centro anti violenza che funziona benissimo. Se ci fosse stata una denuncia al centro anti violenza, sarebbe stata presa in carico dal centro stesso ma non c'è stata. Purtroppo a posteriori abbiamo appurato che queste violenze erano continue e celate anche da parte delle rispettive famiglie».
© RIPRODUZIONE RISERVATA