La Lupa torna libera: «Un simbolo della città, impariamo a rispettarlo

La Lupa torna libera: «Un simbolo della città, impariamo a rispettarlo
di Stefania DE CESARE
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Domenica 23 Luglio 2017, 06:45
È stato blindato per quattro mesi, il tempo necessario per riportare alla sua antica bellezza uno dei simboli della città. Il Mosaico della Lupa, L’opera con lo stemma della città di Lecce al centro dell’Ovale, è stato riconsegnato alla città. Ieri pomeriggio, sotto gli occhi di numerosi salentini e turisti, il monumento è stato svelato, tra gli applausi dei passanti e lo stupore dei vacanzieri.
«Certi lavori rappresentano la storia, la nostra cultura e la nostra identità - ha sottolineato Valentino Nicolì, presidente del Cda di Nicoli Spa, l’impresa di restauro che si è occupata degli interventi di recupero -. Opere che meritano rispetto e cura. Questo mosaico a un certo punto non ha ricevuto il rispetto che meritava e gli effetti erano sotto gli occhi di tutti. Sul mosaico abbiamo visto di tutto in questi anni, anche una pista di pattinaggio».
Il cantiere è stato portato avanti dalla ditta Nicolì attraverso la sponsorizzazione tecnica “Aver Cura” sottoscritta con il Comune di Lecce. Le spese del restauro sono state sostenute interamente dall’impresa. Il restyling si è reso necessario per recuperare l’opera da tempo malconcia con pezzi mancanti e piccole crepe presenti intorno alla cornice. Tasselli che spesso venivano rubati dai passanti e dagli stessi turisti e portati a casa come souvenir della città.
«Abbiamo registrato problemi seri - ha spiegato Nicolì -. Problemi di fratturazione di tutto il supporto del massetto di sottofondo, dovuto alle sollecitazioni. Abbiamo dovuto reintegrare le lacune, fare un incollaggio capillare perché tutta la parte superiore era staccata dal massetto, lavoro di reintegrazione di giunti. Trattandosi di un mosaico anche dal punto di vista cromatico, ogni giunto ha una sua storia. Ci auguriamo che ci sia più attenzione verso questo bene perché i danni diventano irreversibili. È il simbolo di Lecce e deve essere trattato con cura». A fine marzo il mosaico raffigurante la lupa che passa sotto l’albero di leccio coronato è stato ingabbiato dalle impalcature di metallo avvolte da un telo bianco e posizionate intorno all’opera per “difenderla” dai i passanti e consentire così ai restauratori di proseguire le operazioni di restyling.
«In tutti questi mesi con il cantiere coperto dal cubo che è rimasto bianco. Nessuna scritta, nessun segno - ha aggiunto la Soprintendente alle belle arti e paesaggio per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, Maria Piccarreta -. E questo è significativo sul rispetto che la città porta verso questa piazza e verso questo mosaico». Realizzato nell’agosto del 1953 da Giuseppe Nicolardi con la pietra viva cavata dalle scogliere di Leuca e Santa Cesarea terme, il mosaico fu inaugurato proprio alla vigilia della festa dei Santi Patroni, Oronzo, Giusto e Fortunato. Presente durante la cerimonia, l’autore ha raccontato il suo lungo lavoro di composizione del mosaico. Quattro mesi il tempo per realizzare il mosaico, dalla ricerca delle pietre utili ad essere intagliate per diventare tasselli, al loro trasporto in città dalle scogliere adriatiche e dalle cave dei paesi del nord Salento, fino alla paziente posa effettuata con la ditta di famiglia sotto la guida del padre. «Dobbiamo essere più attenti alla manutenzione quotidiana - ha aggiunto il sindaco Carlo Salvemini -. Questo taglio del nastro non deve essere occasione per celebrare l’arte o il talento di chi l’ha realizzato o l’intelligenza e il lavoro di chi lo ha restaurato, ma speriamo anche l’intelligenza di noi leccesi di saperlo custodire negli anni a venire».
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