Bullismo a scuola, la madre: a casa con i lividi, ma sempre scuse per giustificare

Bullismo a scuola, la madre: a casa con i lividi, ma sempre scuse per giustificare
di Alessandro CELLINI
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Lunedì 23 Aprile 2018, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 12:21

Si interrompe più volte, comprensibilmente sopraffatta dal pianto, incredula per quello che le sta accadendo, con un senso di impotenza, forse, per non aver saputo cogliere prima quei segnali di una sofferenza interiore, oltre che fisica, nel proprio figlio. La mamma del diciassettenne perseguitato dai bulli, adesso, è come se si fosse tolta un peso, e nel dolore si avverte una determinazione ad andare avanti, a fare in modo che nessuno resti impunito per quelle vessazioni ai danni del suo ragazzo. Impossibile negare quelle violenze: «Finalmente ci sono le prove in un video, anche se fa tanto male vederlo».
Come ha saputo degli episodi di bullismo nei confronti di suo figlio?
«Eravamo alla festa di compleanno di mio figlio, un paio di settimane fa. E ho ricevuto questo “bel” regalo da parte di uno dei suoi compagni, che ha voluto farmi sapere cosa stava succedendo. Certo, è una cosa che fa tanto male. Ma c’è un video, ci sono le prove di quello che gli facevano. Un conto è immaginare, un altro conto è vedere con i propri occhi quello che succedeva».

Suo figlio non le aveva mai raccontato niente?

«No, non ha mai parlato. Ogni tanto tornava a casa con qualche livido, ma trovava sempre delle scuse per giustificare quei segni alle braccia e alle gambe. E anche per tirargli fuori quattro parole dopo aver visto il video è stato difficilissimo. Stamattina è stato tempestato di telefonate, di domande dai suoi compagni di scuola. Ora ha paura di tornare in classe. Ma io gli ho detto: non sei tu a doverti vergognare».

Ha parlato con i genitori del ragazzo ripreso nel video?

«No, non si sono mai fatti sentire in queste settimane. Solo ultimamente hanno cercato di parlare con me, tramite conoscenti comuni. Ma adesso è tutto nelle mani dell’avvocato, ci penserà lui».

Cosa l’ha maggiormente sconvolta guardando quel video?

«Il fatto che nessuno abbia sentito la necessità di intervenire. Si vede anche una ragazza, seduta a un banco, che si sposta per far passare il ragazzo con una sedia in mano. È assurdo, non capisco perché tutta questa cattiveria. E più guardo quei pochi secondi, più mi fa male. E c’è un’altra cosa che trovo inaccettabile».

 Cosa?
«Che spesso i compagni di mio figlio venivano a pranzo da noi. Erano i benvenuti a casa mia. Ma mai nessuno mi ha detto niente, mai nessuno ha pensato che dovessi sapere cosa stava accadendo».

Oltre a quanto si vede nel video, suo figlio le ha raccontato altri episodi?

«Mi ha detto che veniva sbattuto contro la lavagna, usato come “cancellino”. E tornava a casa con la maglietta completamente sporca di gesso, non sapevo nemmeno come lavarla. E poi mi ha detto che più volte veniva malmenato. Non in rare occasioni: accadeva spesso che le botte avvenissero all’ingresso, durante la ricreazione e all’uscita da scuola. Una persecuzione continua».

Oggi suo figlio sarà in classe?

«Sì, tornerà a scuola come tutti i giorni. E anche in questi mesi non è mai mancato se non quando aveva la febbre. Ha paura e si vergogna, ma non deve essere lui a vergognarsi. Noi non ci siamo mai trovati in situazioni del genere, non ho mai insegnato la violenza a mio figlio, l’ho sempre spinto ad avere rispetto. Questa vicenda è così assurda e dolorosa... ma andrò fino in fondo».
 

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