Campagna elettorale low cost: da 45 a 400 euro di spesa

Campagna elettorale low cost: da 45 a 400 euro di spesa
di Francesca SOZZO
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Martedì 23 Maggio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 19:35
Campagna elettorale low cost. Si può. Quella del 2017 potrebbe essere ricordata come la campagna elettorale dai costi bassi che si basa più sulla sostanza che sull’apparenza. 
Al netto dei big dei partiti che puntano su comitati, arredamenti, piante e personale di segreteria che garantisca presenza costante nei quartier generali di questo o quell’altro candidato, civiche e movimenti in gioco che vogliono varcare la soglia di Palazzo Carafa hanno deciso di spendere in tempo e impegno piuttosto che in denaro. 
E così tra manifesti, facsimile e promozione sui social si arriva a spendere dai 40 ai 300 euro al massimo. Esclusi caffè, aperitivi e cene che pare non si contino.
Non ha speso nemmeno un euro, al momento, Gabriele Verderamo, candidato consigliere della lista La Puglia in Più a sostegno di Carlo Salvemini. E dunque una campagna elettorale «pari a zero», commenta. Ha speso 60 euro per stampare 5mila santini Silvia Miglietta, candidata nella lista Lecce città pubblica con Carlo Salvemini. «Forse ne spenderò altri 60 per stampare i facsimile», ha commentato sottolineando l’importanza di investire il proprio tempo ad incontrare gente «credo sia più efficace investire tempo invece di soldi». Il contatto con la gente paga di più, forse anche più dei social. Campagna elettorale «basic» anche per Stefania Mazzei candidata con il movimento “Una buona storia per Lecce” di Giuseppe Fornari a sostegno di Salvemini. Per tutti comitato elettorale a San Pio oltre a quello personale di Fornari in via Salandra. Zero manifesti e «3mila santini per un totale di 100 euro» spesi fino a questo momento, spiega Mazzei. Vale più l’impegno e la militanza soprattutto per chi continua a fare il proprio lavoro e si ritaglia dello spazio per incontrare cittadini. Ha speso relativamente di più Ernesto Mola della lista Idea per Lecce che appoggia Salvemini.
 
«Ho stampato 50 manifesti, affissi sul litorale e a Frigole dove abito – ha commentato – e poi 4mila santini. Ho speso 400 euro compresi i costi di affissione». A questi si deve aggiungere un minimo contributo per il comitato messo a disposizione dell’intera lista. 
Chi ha speso pochissimo è Paola Solazzo candidato consigliere del Movimento Cinque Stelle con Fabio Valente sindaco. «Ho speso 45 euro per stampare i santini. Soldi - ha spiegato la candidata - che noi tutti abbiamo preso da un fondo comune del Movimento Cinque Stelle» al quale contribuiscono tutti. «Diciamo che nessuno, ci tengo a dirlo, ha tirato fuori soldi di tasca propria», ha chiarito, ricordando che anche «il comitato è uno per tutti i candidati» compreso Valente. Il quartier generale in cui tutti i candidati consiglieri e il candidato sindaco possono incontrare i propri elettori e i cittadini.
Una campagna elettorale lontana da quella a quattro cifre a cui i cittadini erano abituati un tempo con i consiglieri (oltre 700 quelli che si sono messi in gioco in questa tornata elettorale), è sentir comune, che si sono rimboccati le maniche impegnandosi personalmente nella ricerca del voto. Scarpe comode e si cammina, battendo palmo a palmo il territorio cittadino con la speranza che non sia già passato qualcun altro a chiedere voti. Ha speso meno di 150 euro Silvano Vitale, medico otorino candidato con la lista “Un’altra Lecce”, lista del candidato sindaco Alessandro Delli Noci. Impegnato quotidianamente nel suo lavoro di medico, Vitale dedica un paio d’ore al giorno alla campagna elettorale preferendo lo stile più “old”: e cioè l’incontro diretto con gli elettori. «Preferisco passeggiare in città e incontrare gente, o organizzare delle riunioni nell’urban center di piazzetta Santa Chiara», ammette. Al momento «ho speso 140 euro per stampare i santini (diecimila in tutto), stampati in due volte. Sì, la campagna elettorale low cost si può fare - ammette - meglio incontrare le persone», perché tanti, soprattutto «tra i professionisti dicono di non aver voglia di andare a votare». E questo potrebbe tradursi in voto di protesta. 
Campagna vis à vis anche per Vincenza Villani Miglietta, candidata con Andare Oltre a sostegno di Delli Noci. «Ho speso 70 euro per 5mila santini - spiega - e pochi euro per sponsorizzare la mia pagina facebook che mi ha creato in automatico anche un video». 
«Cinquanta euro per i santini e poi i soldi per i caffè. Diciamo che sono arrivato a un centinaio di euro al momento», dichiara Simone Marati candidato con Andare Oltre che lascia da parte anche i social «troppo inflazionati - dichiara - e i manifesti perché li ritengo una sorta di mercificazione della persona. Mi piace l’idea che qualcuno mi voti per la stima e per la conoscenza personale». La campagna elettorale per tutti si gioca in strada, incontrando commercianti, associazioni, amici e vecchie conoscenze. Vale lo stesso per Anna Caretto, candidata di “Un’Altra Lecce”. «Ho speso 70 euro per stampare 5mila santini - ammette - Non so quanto spenderà per stampare i facsimile che sono stati prenotati ma non ancora stampati. Se dovessi fare una stima, credo che alla fine della campagna elettorale spenderò più o meno 300 euro». 
Ha speso un po’ di più, ma solo perché ha affittato per due mesi un comitato, Giordana Guerrieri, candidata consigliere di Direzione Italia. «Ho speso 1200 euro per l’affitto - ha detto - e ho stampato 10mila santini e qualche manifesto. Ma al momento la spesa sostenuta è di 37 euro per la Dogre, per i costi di affissione». 
Nulla dunque in confronto a chi ha scelto la strada del comitato personale anche a quattro-cinque vetrine, con piante e fiori all’interno e con tanto di sedie e divani per ospitare i propri elettori. Intanto è già iniziato il conto alla rovescia in vista dell’11 giugno quando glie elettori saranno chiamati alle urne, con la speranza che i santini o facsimile saranno serviti a qualcosa.
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