Stop a schede e fac simile: campagna sotto scacco dell’Msi. L’ira dei candidati

Stop a schede e fac simile: campagna sotto scacco dell’Msi. L’ira dei candidati
di Paola ANCORA
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Sabato 20 Maggio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:16

Stampa dei fac simile delle schede elettorali bloccata almeno fino a lunedì prossimo. E frotte di candidati furibondi alle porte delle sedi dei partiti, a chiedere spiegazioni e tempi certi per la consegna del materiale della campagna elettorale. È tutto fermo nelle tipografie, ormai da giorni. Cioè da quando la commissione elettorale di Palazzo Carafa, accogliendo la richiesta di Fratelli d’Italia-An con il coordinatore provinciale Pierpaolo Signore, ha negato al Movimento Sociale Italiano e al suo candidato sindaco Walter Ronzini l’utilizzo della sigla e della fiamma tricolore nel simbolo. «Il logo dell’Msi - ha spiegato Signore - richiama uno dei simboli chiave della storia del partito di Giorgia Meloni, presente nel nostro simbolo ufficiale di partito. L’ultima cosa di cui l’elettorato ha bisogno è la confusione di loghi e simboli». Ma Ronzini è invece convinto che sia stato Gianfranco Fini, già a capo di Alleanza Nazionale, che «con Fiuggi ha ripudiato i valori del Movimento Sociale Italiano, abiurandone storia e simbolo». 
Ronzini e l’Msi hanno quindi dato mandato agli avvocati di fare ricorso al Tar di Lecce contro la decisione della commissione elettorale. E in attesa del verdetto dei giudici amministrativi, la campagna elettorale - quella fatta anche della distribuzione porta a porta di santini e volantini - procede a rilento, fino a bloccarsi se si parla di fac simile delle schede elettorali. Ritenuti indispensabili, da molti candidati, per spiegare ai cittadini quali simboli crociare nelle urne e dove indicare il nome dell’aspirante consigliere che si intende votare. Una sorta di vademecum tascabile, molto utilizzato da chi vota per la prima volta e, come promemoria, dagli anziani nella cabina elettorale.
«Sono tutti furibondi - raccontano gli addetti ai lavori dei partiti, a destra come a sinistra - perché con centinaia di “sfidanti”, sono ovviamente tutti interessati a premere sul pedale dell’acceleratore della campagna elettorale». 
Grazie ai fac simile, poi, si possono indicare agli elettori gli eventuali abbinamenti uomo-donna, per candidati della stessa lista, abbinamenti consentiti dall’attuale legge elettorale per garantire l’elezione di una certa quota di donne in Consiglio. 
La stampa dei fac simile, quindi, resterà bloccata fino all’esito del giudizio al Tar e al successivo, eventuale via libera della prefettura che l’altro giorno ha riunito attorno al tavolo rappresentanti di liste e movimenti che partecipano alle elezioni per condividere e ribadire le regole che disciplinano la propaganda elettorale. Il prefetto Claudio Palomba ha rivolto ai presenti l’invito «a collaborare affinché la propaganda venga svolta in un clima di serena e civile dialettica democratica e nel rispetto delle regole dettate a garanzia di tutte le forze politiche in competizione».
Un invito caduto nel vuoto visto che già ieri una pattuglia della Municipale, in azione lungo i viali esterni della città, ha provveduto a far corprire e segnalare i manifesti abusivi affissi in queste ore nelle plance pubblicitarie.

La guerra degli attacchini è appena iniziata e - c’è da giurarci - anrà avanti, senza esclusione di colpi, fino all’11 giugno. 

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