La casa del Mutilato accoglierà
le politiche del welfare

La casa del Mutilato accoglierà le politiche del welfare
di Francesca SOZZO
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Mercoledì 17 Gennaio 2018, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 11:51
La giunta comunale immagina il futuro dei propri beni, sigla un protocollo e investe delle risorse. In questo modo la Casa del Mutilato di piazza Italia diverrà un edificio di progettazione delle politiche del welfare per la lotta alle marginalità, mentre Masseria Tagliatelle all’interno del Parco di Marco Vito, è pronta ad accogliere un polo di formazione proprio sui progetti di gestione di edifici pubblici. Lo ha deliberato ieri la giunta comunale.
La Casa del Mutilato, edificio emblematico dal punto di vista storico e urbanistico inserito nel progetto di Rigenerazione che interessa il quartiere Leuca, sarà dunque luogo destinato alla sperimentazione di un progetto di rigenerazione/innovazione sociale che mira a rispondere alle nuove sfide sociali coinvolgendo attivamente vari attori territoriali, fondandosi sul concetto di “sussidiarietà circolare”, mettendo in interazione le tre sfere di cui si compone la società, ovvero quella dell’ente pubblico, quella delle imprese e quella della società civile organizzata.

Un progetto che prende il via da un protocollo tra il Comune, la Asl e l’Associazione Nazionale fra mutilati e invalidi di guerra. «L’immobile - ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Rita Miglietta - rientrava all’interno del programma di rigenerazione di via Leuca ed era rimasto senza visione. Oggi la giunta ha dato mandato al sindaco Carlo Salvemini, di firmare il protocollo d’intesa, di condividere il progetto tra più soggetti che abbia come mission quella del welfare sociale. Noi vorremmo che in quell’immobile si svolgessero attività di coprogettazione di welfare sociale rivolto a chi oggi in città appartiene a fasce vulnerabili. Immaginiamo che l’immobile, che è anche un bene culturale, possa avere una destinazione di servizio pubblico e di welfare».
«Insieme ad Asl - ha proseguito l’assessore - troveremo le somme per ristrutturare l’immobile ma contemporaneamente insieme ai settori Cultura e Lavori Pubblici e programmazione strategica costruiremo un progetto un progetto immateriale di coprogettazione di servizi di welfare». L’associazione Mutilati e Invalidi da parte sua fornirà supporto all’organizzazione e al gestione delle attività oggetto dell’accordo.
Altro luogo strategico è Masseria Tagliatelle, immobile ristrutturato dall’ufficio Urbanistica il cui bando di gestione, presentato a luglio, è andato deserto. Palazzo Carafa ha deciso di destinare 100mila euro per attivare un programma di laboratori di partecipazione finalizzati ad approfondire opportunità e criticità di una gestione sostenibile dei beni pubblici.
«Con la giunta - ha spiegato Miglietta - abbiamo deciso condiviso l’idea di investire le somme destinate alla gestione dell’immobile, poiché non abbiamo un progetto gestionale, per costruire dei laboratori di partecipazione destinati a coinvolgere il territorio a lavorare attorno a quattro temi di lavoro». Nello specifico: la valorizzazione e gestione dei beni culturali associata alla sostenibilità delle imprese sociali e culturali, la costruzione di processi di rete per le microimprese, le associazioni e gli operatori degli organismi no profit; i beni comuni e la loro gestione condivisa e l’identità visiva dei processi e dei luoghi.
«Questo perché vogliamo che la gestione futura della masseria Tagliatelle avvenga a valle - ha dichiarato l’assessore Miglietta - di un progetto che venga costruito a partire da un momento di laboratorio». Dunque per il momento Palazzo Carafa si prende il giusto tempo per immaginare la gestione futura ma mette i primi paletti su cui costruire la piattaforma di gestione di un immobile che trova porto all’interno di una più ampia area che è quella delle Cave di Marco Vito. «Dobbiamo individuare i soggetti che poi si occuperanno dei programmi dei laboratori e individueremo anche un soggetto che si occuperà del coordinamento. Faremo delle evidenze pubbliche. Questo lavoro che noi facciamo su quei temi potrà essere anche un lavoro di riferimento per un futuro Urban Center». A tal proposito l’amministrazione coinvolgere tutte le realtà, associazioni, imprese sociali e culturali che chiedono di «poter implementare i loro progetti e condividerli con eccellenze che verrano da tutta Italia nella gestione dei beni e che ci aiuteranno insieme al capitale sociale della città ad individuare un percorso. È come se la casa del Parco diventasse una scuola di laboratori».
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