Gli esclusi al centrodestra: «Basta riunioni elitarie»

Gli esclusi al centrodestra: «Basta riunioni elitarie»
di Francesca SOZZO
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Ottobre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:32
 «Altro che stati generali del centrodestra, prima di tutto è necessario un incontro politico tra tutti i segretari dei partiti e i rappresentanti delle varie liste». «Basta riunioni elitarie». 
Puglia Popolare, Noi con Salvini, Lecce popolare e Movimento popolare leccese, che si sono riuniti ieri sera nella sede di via di Pettorano di Ap, non la mandano a dire. Non è andata giù la riunione che lunedì pomeriggio si è tenuta nel quartier generale di Forza Italia tra i soli 17 consiglieri eletti a Palazzo Carafa e i vertici dei vari partiti e liste civiche. A quell’incontro, infatti, mancavano anche altre liste e partiti che nelle scorse amministrative di giugno hanno contribuito a sostenere il candidato del centrodestra Mauro Giliberti.
E dunque ieri i rappresentanti dell’“altro” centrodestra si sono riuniti per stilare e firmare un documento per condannare «i metodi elitari che alcuni esponenti del centrodestra leccese continuano ad adottare nei confronti delle liste e dei partiti che hanno lealmente sostenuto la candidatura a sindaco di Mauro Giliberti», scrivono Luigi Mazzei (Puglia Popolare), Gigi Valente (Lecce Popolare), Mario Spagnolo (Noi con Salvini) e Antonio Lamosa (Movimento popolare leccese), rivendicando il fatto che dopo le amministrative non si è mai pensato di organizzare una riunione tra le forze politiche. 
«Si è solo pensato a riunire ipotetici eletti, frutto di una maggioranza al primo turno, raggiunta anche grazie alle forze politiche che sono rimaste escluse dal Consiglio Comunale - si legge nel documento - ma rammentiamo hanno contribuito in maniera determinante alla possibilità di vantare un diritto di tribuna maggioritaria con i propri consensi». 
 
E dunque se da un lato convergono sull’idea di riunire tutto il centrodestra leccese in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, rivendicano anche «rispetto della dignità e rappresentanza di tutte le componenti in campo». Basta con «l’era del “leaderismo leccese”, nessuno può arrogarsi diritti e prerogative che spetterebbero solo al candidato sindaco Mauro Giliberti, anche lui reo di non aver preso iniziativa per una sudditanza non più tollerabile», scrivono. Dicono sì agli Stati generali del centrodestra, ma solo dopo «un incontro politico tra tutti i segretari dei partiti e i rappresentanti delle varie liste in cui chiarire metodi, intenti e scelte da compiere, convocato ovviamente da Mauro Giliberti». 
A cercare di gettare acqua sul fuoco, il consigliere comunale del gruppo misto Gaetano Messuti che dal suo profilo facebook invita al confronto: «Credo ancora e fortemente che si possa tornare ad un centrodestra unito e coeso. Purtroppo ieri (lunedì, ndr) siamo incappati in un deficit organizzativo - scrive il consigliere comunale -, a mio avviso avvenuto in buonafede, che ha impedito un dialogo all’interno della colazione. Invito le anime politiche che si sono viste escluse dalla riunione, di confrontarsi oggi in un clima di costruzione per ritrovare la sintesi ed il dialogo in una nuova ottica di costruzione».
Resta ferma invece la posizione del centrodestra che nella riunione di lunedì ha ribadito la volontà di restare compatto e di «non cedere alle lusinghe che pure vengono da alcune parti del centrosinistra». All’indomani della sentenza del Tar che ha affidato al centrodestra il premio di maggioranza, infatti, i pontieri del centrosinistra pare si siano messi al lavoro per cercare di portare dalla propria parte qualche consigliere seduto al momento tra le fila della minoranza. Un compito non facile. Destinatari delle lusinghe, dicono i bene informati, i consiglieri considerati “più liberi” o quelli che in passato hanno votato a sostengo dei provvedimenti di Salvemini, come per esempio Antonio Finamore - tra i più “corteggiati” e Alberto Russi di Grande Lecce che tuttavia nelle scorse settimane avevano dichiarato apertamente di «restare nel centrodestra». Si lavora, sebbene il centrosinistra smentisca la campagna acquisti, ma si tentano i corteggiamenti qualora il Consiglio di Stato - che si riunirà il 9 novembre - dovesse confermare la decisione del Tar Lecce che ha affidato la maggioranza al centrodestra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA