Centrodestra all’attacco: «Raccolta firme in piazza e poi ricorso popolare»

Centrodestra all’attacco: «Raccolta firme in piazza e poi ricorso popolare»
di Paola ANCORA
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Mercoledì 26 Luglio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 17:42
«Valuteremo anche la possibilità di un ricorso collettivo della cittadinanza» dice Paolo Perrone, già sindaco e oggi consigliere di Direzione Italia. «Sarà necessaria una raccolta di firme e la convalida di un notaio» aggiunge l’avvocato Pietro Quinto, fra i legali che presenteranno ricorso al Tar per il centrodestra, contestando la decisione della commissione elettorale di assegnare il premio di maggioranza, e dunque 20 seggi in Aula, al sindaco Carlo Salvemini. 
Il centrodestra studia le iniziative politiche da intraprendere e da affiancare alla batteria di ricorsi giurisdizionali - di coalizione, di liste ed esclusi dal Consiglio - ai quali lavorano, oltre a Quinto, anche gli avvocati Daniele Montinaro, Luciano Ancora, Francesco Baldassarre e Gianni Garrisi. E, fra queste iniziative, c’è anche quella di coinvolgere gli elettori di centrodestra nelle piazze, «magari con una manifestazione già il prossimo settembre» dice il consigliere Gaetano Messuti, raccogliendo le firme e lanciando una sorta di class action, un ricorso collettivo. 
«Oggi come si deve sentire un elettore che ha votato per noi e ci ritrova minoranza in Aula?» riflette Perrone al termine del vertice che, ieri, ha riunito all’Hotel Tiziano i consiglieri eletti e quelli rimasti fuori dall’assemblea, insieme ai big dei partiti, dal parlamentare di Direzione Italia, Roberto Marti a Saverio Congedo di Fratelli d’Italia, che ha sottolineato come il voto a Lecce non sia «uguale per tutti: quello dei circa 26.700 leccesi che hanno assegnato al centrodestra la maggioranza al primo turno, superando il 50% dei voti validi, è diverso e di valore inferiore rispetto a quello dei circa 22.000 loro concittadini che al ballottaggio hanno portato alla vittoria di Salvemini, sentenziando così la sospensione della democrazia in città».
Proprio Congedo ha evidenziato come al centrodestra spetti oggi «il compito di far valere le proprie ragioni in ogni sede, a cominciare dagli organi di giustizia amministrativa e di avviare un’azione politica d’informazione, sensibilizzazione e di cittadinanza attiva su quanto incredibilmente accaduto». Per questo ci sarà certamente una interrogazione parlamentare da parte dei partiti della coalizione che ha sostenuto Mauro Giliberti sindaco e, in più, si valuterà l’opportunità di azioni più eclatanti e popolari. Come la manifestazione in piazza e il ricorso collettivo.
Una iniziativa anche simbolica, che avrà certamente tempi diversi da quelli che gli avvocati del centrodestra intendono invece seguire per ottenere un verdetto del Tar sulla questione già il prossimo autunno, in ottobre. «Presenteremo il ricorso a giorni e, comunque, entro la fine del mese di luglio, così che si possa ottenere subito la fissazione dell’udienza, prima della sospensione delle attività del tribunale in agosto» aggiunge l’avvocato Quinto, che rappresenterà certamente davanti ai giudici amministrativi le ragioni dei consiglieri esclusi Angelo Tondo e Attilio Monosi per Direzione Italia, di Giorgio Pala per Fratelli d’Italia, di Federica De Benedetto per Forza Italia e di Laura Calò per Grande Lecce.
Nel solco del ricorso collettivo, comunque aperto a chiunque si sia sentito leso nei suoi diritti dalla decisione della commissione elettorale presieduta dal giudice Alcide Maritati, si muove la già consigliera comunale Francesca Mariano, fra i non eletti già al primo turno, ma storica esponente del centrodestra leccese. «Ho voluto interpretare e reagire al senso di impotenza che anima da giorni gli elettori ed i simpatizzanti di centrodestra - spiega -. E ho quindi deciso di presentare autonomamente ricorso al Tar contro una decisione che ritengo profondamente ingiusta e lesiva del principio democratico della rappresentatività. Ho concorso alla elezione dei 17 consiglieri di centrodestra e in alcun modo potrei sentirmi rappresentata dal Consiglio comunale proclamato dopo una “sentenza creativa” e non per volere del popolo». 
Non solo. Qualora i giudici del Tar confermassero la bontà della scelta della commissione elettorale, Mariano è pronta a «impugnare in via incidentale l’elezione del sindaco Salvemini» che, raggiunto telefonicamente, ha precisato di non avere «alcuna intenzione di partecipare, personalmente, alla battaglia giudiziaria. Io non presenterò alcun ricorso». 
Diversa sarà, probabilmente, la posizione del Comune e dei consiglieri di centrosinistra, pronti a opporsi alle ragioni della minoranza. 
Saranno giorni di consultazioni e confronti, questi, durante i quali il centrodestra soppeserà pro e contro di ogni iniziativa possibile, compresa quella - pure ipotizzata da qualcuno - di rivolgersi al prefetto Claudio Palomba. 
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