Il centrodestra fallisce quota 17 firme
Coalizione spaccata sulle dimissioni in Consiglio

Il centrodestra fallisce quota 17 firme Coalizione spaccata sulle dimissioni in Consiglio
di Francesca SOZZO
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Giovedì 22 Febbraio 2018, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 10:09
>La disponibilità c’è. Ma solo a parole. Il centrodestra esce dalla riunione di ieri pomeriggio incassando la disponibilità da parte di tutti i 17 consiglieri - oggi maggioranza - di dimettersi. Ma non nell’immediato. Sebbene almeno cinque firme siano già state messe sul tavolo della coalizione, gli alleati potrebbero non riuscire a portare a casa il documento definitivo da sottoporre al notaio e dimettersi, decretando lo scioglimento del consiglio comunale e mandando a casa il sindaco Carlo Salvemini.
Prima ancora che staccare la spina infatti è necessario - questo il risultato del confronto di ieri - ricompattare il centrodestra, mettere da parte tensioni e screzi nati già otto mesi in vista delle elezioni comunali (che hanno comportato un effetto domino anche sulle elezioni Politiche). Eppure sembra che il centrodestra sia sulla buona strada. E, come più di qualcuno ammette, «a creare un clima disteso nel centrodestra, ci ha pensato il sindaco Salvemini con le dichiarazioni di chiusura di ieri mattina che ha convinto anche i più possibilisti come me: non c’è nessuna apertura», ha dichiarato il capogruppo di Lecce città del Mondo, Bernardo Monticelli Cuggiò.
Una riunione fiume quella di ieri pomeriggio - assenti Paolo Perrone, Paride Mazzotta e Paola Gigante (entrambi all’estero), Mauro Giliberti, Lucia Calò, Giogio Pala e Federica De Benedetto. Presenti in 10 oltre al deputato Roberto Marti (in rappresentanza della Lega e di Grande Lecce). Al tavolo: Angelo Tondo, Attilio Monosi, Andrea Guido, Gaetano Messuti, Bernardo Monticelli Cuggiò, Luca Pasqualini, Alberto Russi, Antonio Finamore e Michele Giordano che ha ribadito: «Firmerò senza se e senza ma, e capiamo quali sono i percorsi migliori da fare».
L’accordo: si resta tutti uniti nel centrodestra e obiettivo primario, individuare lo strumento necessario per individuare un candidato sindaco (che potrebbero essere le primarie) e il percorso che possa portare alle elezioni comunali. Dubbi che, secondo qualcuno, si possono dipanare in pochissime ore consentendo le dimissioni “compatte”.
Dunque le firme, è corsa contro il tempo qualora si volessero mettere nero su bianco le dimissioni. C’è tempo fino a domani pomeriggio per depositarle e per consentire alla città di tornare alle urne già in primavera. Le urne quelle che secondo qualcuno in questo momento danneggerebbero solo il centrodestra, che ancora troppo frazionato - ma sulla buona strada del recupero - non troverebbe l’unità per affrontare una campagna elettorale senza veleni. E dunque a quel punto meglio rinviare e staccare la spina in un momento “politico” più consono, magari il giorno del voto del Bilancio di Previsione (presumibilmente il 12 marzo), oppure superata l’estate consegnando la città nelle mani di un commissario per qualche mese fino alla primavera del 2019 per poi tornare alle urne. Si vedrà. Intanto, la svolta. Al momento cinque sono le firme sul tavolo: «Le firme dei miei consiglieri di Grande Lecce, Antonio Finamore, Alberto Russi, Laura Calò, Paola Gigante e Luca Pasqualini della Lega che io rappresento - ha dichiarato il deputato Roberto Marti - sono già sul tavolo».


 
Per il resto, bocche cucite all’uscita della riunione, al netto di un comunicato congiunto del gruppo consiliare di Direzione Italia-Noi con l’Italia che ribadisce la necessità di andare subito ad elezioni: «Il gruppo consiliare di Noi con l’Italia - scrivono i consiglieri Angelo Tondo, Attilio Monosi e Andrea Guido - insiste sulle dimissioni dei consiglieri comunali ponendo quanto prima la parola fine all’esperienza dell’amministrazione Salvemini che già da questi primi mesi sì è rivelata quantomeno inadeguata. L’incontro di ieri al quale hanno partecipato la maggior parte dei consiglieri comunali del centrodestra ha determinato la convergenza di vedute - proseguono - Attendiamo nella giornata di oggi la disponibilità dei consiglieri comunali assenti per formalizzare le dimissioni in blocco».
Si dicono pronti a firmare anche i neo consiglieri Giorgio Pala e Federica De Benedetto che questa mattina siederanno in aula. «Sono pronto a firmare le dimissioni in caso di unanimità dei consiglieri di centrodestra come stabilito dal mio partito Fratelli d’Italia - ha dichiarato Pala - La mia coerenza ed i miei valori non possono essere messi in discussione da chi fa politica solo tramite i comunicati stampa: io sono da sempre per un centrodestra rinnovato e pulito».
«Sono disponibile a firmare purché si firmi tutti - ha dichiarato Federica De Benedetto - Anche perché non dobbiamo dimenticare che in tutta questa vicenda c’è anche un aspetto umano: il sopruso che abbiamo dovuto subire noi consiglieri che per nove mesi non abbiamo potuto esercitare il nostro lavoro, essere propositivi perché ci è stato negato un diritto».
E di nuove e inevitabili elezioni parla anche il coordinatore regionale di Forza Italia Luigi Vitali intervenuto dopo le dichiarazioni del sindaco Carlo Salvemini: «Arroganza, protervia, supponenza alle stelle. Davanti ad un tale comportamento del sindaco di Lecce non possiamo che tornare a chiedere ai cittadini di indicare, con nuove elezioni, chi vogliono eleggere alla guida della città. Non possiamo tollerare l’atteggiamento di Salvemini che dimostra di non rispettare il volere dei leccesi: il centrodestra è stato votato come maggioranza consiliare e lui come sindaco. Il sindaco ha deciso e non ci tiriamo indietro: al voto il prima possibile per restituire a Lecce un governo serio e credibile»
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