Emiliano, Pd e Udc: fallisce il pressing
sull’imprenditore Quarta

Emiliano, Pd e Udc: fallisce il pressing sull’imprenditore Quarta
di Francesca SOZZO
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Sabato 21 Gennaio 2017, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 16:03

«Mi sono impegnato a non interferire sulle questioni che riguardano la candidatura a sindaco di Lecce». Ufficialmente Michele Emiliano si era smarcato dalla partita per Lecce 2017. Ma il governatore di Puglia, comunque, ci ha voluto provare. E lo scorso lunedì, dopo essere stato ospite all’hotel Tiziano di Lecce dell’iniziativa politica promossa dall’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia e organizzata dal leader della Puglia in Più Dario Stefàno, ha tentato di chiudere la partita sul candidato sindaco in città. Sfumata l’ipotesi di puntare tutto sul senatore, che Emiliano anche dopo il “No grazie” di Stefàno aveva comunque continuato a ritenere il miglior candidato, il presidente della Regione ha incontrato l’imprenditore Antonio Quarta.

Ad accompagnarlo, tra gli altri, l’assessore regionale dell’Udc Salvatore Negro. Un faccia a faccia, durato oltre un’ora, durante il quale Emiliano avrebbe proposto al “re del caffè” di indossare i panni di candidato sindaco. Pur dicendosi lusingato dall’offerta, l’imprenditore leccese ha però declinato l’invito: di mestiere fa tutt’altro nella vita e non ci sono le condizioni per una sua candidatura. Stessa posizione che Quarta aveva già fatto presente anche a chi, non solo per conto del centrosinistra, nei mesi passati era andato a bussare alla porta della sua azienda presentando la medesima offerta.

Sfumata l’ipotesi dell’imprenditore, dalle parti del Pd si continua a cercare. E in queste ore i fedelissimi del Governatore starebbero tentando di incassare il via libera da parte di un esponente della società civile leccese.
 
Stesso lavoro di ricerca che prosegue anche dalle parti della segreteria cittadina guidata da Fabrizio Marra che ha ripreso a vagliare profili e identikit esterni alla politica. Un nome alternativo a quello dell’avvocato leccese Giuseppe Fornari che, comunque, resta in corsa seppure il leader del movimento civico “Una buona storia per Lecce” abbia chiarito che la sua è un’ipotesi marginale. Gli esiti del lavoro condotto in queste ore dai diversi fronti democratici, comunque, presto potrebbero essere posti al vaglio di tutto il gruppo dirigente del Pd. L’obiettivo delle diplomazie è, infatti, quello di riunire a breve attorno allo stesso tavolo i rappresentanti istituzionali del partito a tutti i livelli: dal viceministro Bellanova ai deputati salentini Salvatore Capone e Federico Massa, passando per l’assesso-
re regionale Loredana Capone e per i consiglieri regionali Dem Er-
nesto Abaterusso e Sergio Blasi. Summit a porte chiuse a cui do-
vrebbero prendere parte anche il  segretario provinciale Salvatore Piconese e il segretario cittadino Fabrizio Marra. E non è escluso che possa tornare a Lecce anche il segretario regionale Marco Lacarra. Lo stesso numero uno dei democratici di Puglia che nelle scorse ore era tornato a intervenire sul capitolo “primarie”.

«Udc e Puglia in Più in più occasioni hanno posto il veto sulle primarie. A insistere su questo punto si rischia di far sgretolare la coalizione. Ora il Pd decida cosa vuole fare», ha detto Lacarra. Una presa di posizione già assunta in passato e rimarcata nei giorni scorsi dopo le dichiarazioni del viceministro Teresa Bellanova. «Per la partecipazione non è mai troppo tardi. Le primarie sono l’unica soluzione al guado» ,aveva dichiarato la Bellenova lo scorso martedì in un’intervista a Quotidiano.

A poche ore di distanza, poi, il via alla raccolta firme a favore delle consultazioni interne alla coalizione da parte di un gruppo di tesserati del Pd. A distanza di qualche giorno, ancora, la replica di Lacarra: «Le primarie hanno un senso se ci sono più candidati disposti a misurarsi con questo strumento di partecipazione democratica. Ma al tavolo della coalizione abbiamo raccolto il veto dell’Udc e della Puglia in Più. E il nostro obiettivo è quello di aggregare il più possibile – ha sottolineato il segretario –. Continuare a ribadire il messaggio delle primarie a mio avviso rischia di sgretolare il tavolo che il Pd ha messo in piedi e sta tenendo aperto».
Un tavolo dal quale potrebbe decidere di sfilarsi a breve proprio lo Scudocrociato del segretario regionale Salvatore Ruggeri. Dopo i quattro “flop” collezionati in questi mesi dal Pd con le mancate candidature dell’avvocato Ernesto Sticchi Damiani, del presidente della Camera di Commercio Alfredo Prete, del senatore Dario Stefàno e del commercialista Ernesto Rapanà, i centristi ora sono a un bivio. In queste ore Ruggeri e i suoi starebbero ragionando sull’ipotesi di prendere inmano la partita sulla candidatura e offrire al Pd la soluzione per uscire dal guado. Exit strategy che potrebbe passare attraverso la riproposta di candidatura del consigliere comunale Luigi Melica, nome già speso da Ruggeri in sede di vertice di coalizione di dieci giorni fa, oppure attraverso un esponente della società civile in quota centrista. Ma nel partito c’è chi pensa all’alternativa di abbandonare il tavolo della coalizione e convergere sul candidato sindaco del centrodestra Mauro Giliberti. Ma per comprendere quale linea prevarrà bisognerà attendere ancora qualche ora.