Centrodestra, faccia a faccia con i suoi problemi interni

Centrodestra, faccia a faccia con i suoi problemi interni
di Francesca SOZZO
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Lunedì 16 Ottobre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 21:57
L’appuntamento è fissato per le 18.30 di oggi nel quartier generale di Forza Italia. Il centrodestra leccese che siede - o siederà - a Palazzo Carafa tornerà a confrontarsi. Quasi fosse un tornare indietro ai giorni successivi alle amministrative quando la maggioranza eletta dalle urne decideva che comportamento assumere in Aula, visto che ci si trovava davanti alla tanto ipotizzata “anatra zoppa”. 
Oggi dunque i 17 consiglieri del centrodestra insieme ai rappresentanti dei partiti, Antonio Gabellone per Direzione Italia, Roberto Marti per Grande Lecce (e Direzione Italia), Saverio Congedo per Fratelli d’Italia e Paride Mazzotta (consigliere eletto) per Forza Italia decideranno come comportarsi a Palazzo Carafa. Se il Consiglio di Stato dovesse dare ragione al Tar Lecce, infatti, il centrodestra sarà la nuova maggioranza. 
Ma c’è anche un altro aspetto, forse il più importante: il centrodestra potrebbe cogliere l’occasione per tornare a dialogare, a confrontarsi. Ciò che non è avvenuto dopo le amministrative di giugno, nemmeno alla luce dei risultati ottenuti. Nelle scorse settimane era stato anche lo stesso consigliere di Fratelli d’Italia, Michele Giordano, a chiedere un confronto tra i partiti del centrodestra: «Con amarezza devo constatare - scriveva Giordano - che i segnali che abbiamo dato alla città non sono affatto rassicuranti. Non solo perché non abbiamo dedicato il tempo necessario all’approfondimento delle ragioni che ci hanno portato ad una sconfitta elettorale, ma anche perché non ci stiamo ponendo, almeno come coalizione, neppure il problema su come ricostruire a Lecce un centrodestra capace di offrire da subito una proposta politica attrattiva ed alternativa al centrosinistra. È giunto il momento di sedersi attorno ad un tavolo e guardarsi negli occhi». 
 
Può essere che sia la giornata giusta questa, almeno un primo giro di tavolo per confrontarsi e per comprendere se tutti si riconoscono ancora nel centrodestra o se c’è qualcuno che invece, anche alla luce dei comportamenti in aula, siedono nel centrodestra ma si sentono parte dell’attuale maggioranza.
Insomma ci si guarderà negli occhi analizzando anche i possibili atteggiamenti futuri. Perché se è vero che nessuno, salvo due o tre consiglieri - dicono i bene informati - vogliono tornare alle urne subito, è pur vero che l’intenzione di far cadere l’amministrazione di Carlo Salvemini non c’è. 
C’è piuttosto la possibilità di concedere, in base ai provvedimenti, un appoggio esterno: votare cioè in base agli atti che vengono considerati buoni per la città. Unico faro, garantiscono dal centrodestra, che porterebbe a condividere delle scelte salveminiane. Ma, e c’è un ma, questo appoggio esterno si potrebbe concretizzare solo se a “gestire” commissioni e consiglio siano i consiglieri del centrodestra in caso di maggioranza. Insomma vogliono una riorganizzazione delle commissioni e politicamente sarebbe un atto corretto. Così come vorrebbero anche la presidenza del Consiglio. Questo però consentirebbe loro di “governare” e mettere bocca sui provvedimenti, sui progetti. Insomma una tattica “politica” per mettere alle strette il sindaco che si troverebbe in difficoltà più che con i numeri in aula. Tuttavia per rimodulare le commissioni è necessario un passaggio in Aula, spetta al consiglio il provvedimento sia di revoca delle commissioni votate che dei nuovi assetti.
Un incontro che pare serva più al centrodestra per chiarire una volta per tutte una serie di posizioni interne, piuttosto che guardare ai problemi del centrosinistra.
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