Infatti non è stato insediato un seggio elettorale e si è ritenuto di mettere ai voti e approvare la suddivisione dell’intero pacchetto di iscritti, 256 appunto, fra le tre mozioni - Matteo Renzi, Michele Emiliano, Andrea Orlando - in modo proporzionale ai voti realmente espressi, circa una sessantina. Tradotto: sono stati conteggiati anche voti mai espressi dagli iscritti, i voti degli assenti. Si legge nel documento redatto dai delegati delle tre mozioni congressuali - Pietro Nestola per Renzi, Giovanni Verdesca per Emiliano, Giuseppe Rosafio per Orlando - che «a conclusione del dibattito è apparsa consequenziale la proposta di ottemperare agli adempimenti di votazione per l’elezione dei delegati con un metodo che potesse coniugare il valore della unità con la sperimentazione di un sistema che, derogando alla interpretazione letterale del regolamento, assegnasse all’assemblea l’espressione del voto palese e sovrano della stessa per riconoscere alle mozioni le rispettive quote di rappresentanza del circolo». Nel corso della votazione, un iscritto «che fino a quel momento non aveva svolto alcun intervento di merito politico e procedurale, ha espresso voto contrario». E così, dalle poche decine di presenti in assemblea, il voto si è concluso con 100 preferenze per Renzi, 85 per Emiliano e 65 per Orlando.
L’iscritto che ha espresso voto contrario al metodo suggerito dai delegati è Cosimo Esposito, che dalla sua pagina Facebook, denunciando l’accaduto, ha anticipato: «Ora facciamo un bel ricorso».
Critiche aspre sono arrivate anche da Anna Inguscio: «Il seggio non si è mai insediato e risulto fra i votanti senza aver esercitato il mio diritto di voto. E questo lo chiamano Partito democratico».L’assemblea a Copertino ha poi rimesso ogni decisione alla commissione provinciale per il congresso, presieduta da Anna Maria Monaco e che si riunirà nel pomeriggio di oggi in via Tasso. Ma come riferisce lo stesso Nestola - che precisa di aver presieduto all’assemblea copertinese in qualità di iscritto - «ci hanno detto che non va bene e quindi sabato prossimo istituiremo il seggio e torneremo a votare a Copertino». Anche perché le giustificazioni dei delegati non sono bastate a sedare il malcontento e le proteste, levatesi anche dal coordinamento de “Il Salento per Orlando”: «Quel risultato, assolutamente fittizio, non può essere in alcun modo validato e il segretario, che ha validato il verbale, deve dimettersi. Dal momento che era presente e non ha ritenuto di dover intervenire, dovrebbe dimettersi anche Gigi Nestola, il quale non può continuare a presiedere la commissione regionale del congresso, avendo dimostrato di non essere una figura di garanzia».
Il voto nei circoli proseguirà nei prossimi giorni, mentre fino a oggi i congressi - svoltisi a Specchia, Presicce, Soleto, Surbo, Sogliano Cavour, Muro leccese, Nardò, Trepuzzi, Porto Cesareo, Maglie, Squinzano - hanno preferito il ministro della Giustizia Andrea Orlando (40,10% dei voti) all’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi (36,80%) e anche al presidente della nostra Regione, Michele Emiliano, che ha ottenuto appena il 22% delle preferenze.