Prestiti, tasse e multe mai incassate:
la Corte dei Conti boccia il Comune

Prestiti, tasse e multe mai incassate: la Corte dei Conti boccia il Comune
di Paola ANCORA
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Giovedì 18 Gennaio 2018, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 12:08
Dalla scarsa capacità di riscuotere le multe comminate agli automobilisti alla mancata restituzione delle anticipazioni fatte dalla Tesoreria: in dieci punti, la Corte dei Conti ha demolito il bilancio di Palazzo Carafa. La relazione inviata al sindaco Carlo Salvemini, alla presidente del Consiglio Paola Povero e ai revisori dei conti è del dicembre scorso e l’anno di riferimento è il 2014, ma gli uffici comunali confermano che «la situazione è sempre quella e, anzi, si rischia un lieve peggioramento. Gli indicatori relativi al bilancio 2016 non sono differenti e la Lupiae servizi chiuderà i conti con una perdita di circa 500mila euro o forse più».
Il bilancio continua, insomma, a presentare ombre e problemi rilevanti nonostante a partire dal 2007 e fino a oggi l’amministrazione, allora guidata dal sindaco Paolo Perrone, abbia proceduto con la vendita di beni comunali per circa 20 milioni di euro, abbia fatto ricorso a operazioni con la Cassa Depositi e Prestiti per altri 20 milioni circa così da poter pagare fatture arretrate e, ancora, abbia effettuato un accertamento straordinario dei residui attivi, cioè dei crediti vantati dall’ente, cancellando dal bilancio 40 milioni non più recuperabili e impegnandosi per tre decenni ad abbattere la spesa per circa 2 milioni all’anno. Non è bastato tutto questo a rimettere in sesto la cassa. E ora la Corte dei Conti evidenzia che «non risultano superate le seguenti criticità: differenza negativa di parte corrente; mancata restituzione dell’anticipazione di tesoreria, bassa riscossione delle entrate da sanzioni amministrative pecuniarie per violazione del Codice della Strada; bassa riscossione delle entrate da recupero dell’evasione; bassa riscossione dei residui costituiti in anni precedenti al 2010 e dei residui vetusti iscritti in contabilità mediante ruoli; errata iscrizione di voci tra i servizi conto terzi; dubbi sulla corretta contabilizzazione dell’anticipazione di liquidità; mancata comunicazione dello stock dei debiti da estinguere; mancato aggiornamento dell’inventario; mancato rispetto dei tempi medi di pagamento» alle imprese e ai fornitori.
Il Comune, insomma, non riesce a riscuotere tasse e sanzioni e, di conseguenza, non è in grado di far fronte ai suoi debiti, in un circolo vizioso che - ancora oggi - non si sa come arrestare. E le criticità elencate, sottolinea ancora la Corte dei Conti, «sono state evidenziate da questa sezione già nel 2015 e nel 2016 relativamente ai rendiconti 2012 e 2013». Da allora, insomma, la situazione non è affatto cambiata.
Si pensi alle multe per violazioni al Codice della Strada: degli 8.985.631 euro di accertamenti del 2014, «resta ancora oggi da incassare il 42%». Cifra che, riportata a oggi, lievita a oltre 18 milioni, secondo le cifre fornite dal presidente della commissione Bilancio, Antonio Torricelli. Per le tasse, le cose vanno anche peggio: «Su 1.300.000 di accertamenti totali 2014, nulla è stato a oggi incassato». Zero. Ancora. Sul totale dei crediti da riscuotere entro il 31 dicembre 2014, precisamente 20.442.117,43 euro, «resta a oggi da incassare il 95%» e non è stato recuperato ben l’81% dei crediti maturati prima del 2010, cioè sette anni fa. Infatti, i giudici contabili nella relazione sollecitano «l’amministrazione ad adottare le opportune misure correttive, anche in considerazione del rischio di prescrizione dei crediti che può determinare danno erariale».
Ancora. Nonostante il debito complessivo sia diminuito, passando da 16.300.000 del 2015 a 12 milioni, e nonostante le rassicurazioni fornite dall’amministrazione Salvemini sulla ricognizione in corso di debiti e crediti di Palazzo Carafa, «l’importo debitorio - proseguono i giudici - continua ad essere elevato. E il Comune (...) registra tempi medi di pagamento notevolmente superiori ai limiti di legge, con 88,26 giorni per il 2014 e 122,87 giorni per il 2015».
Un quadro a tinte fosche al quale la Corte dei Conti chiede di porre rimedio, adottando «ogni misura correttiva idonea a superare le criticità rilevate» entro 60 giorni. La strada, lo confermano dal Comune, è strettissima. «I problemi che abbiamo davanti - dice Torricelli - sono serissimi e andranno affrontati con intelligenza, pazienza e attenzione. Anche perché abbiamo un monte crediti a rischio (i cosiddetti residui attivi, cioè crediti datati e di difficile riscossione, ndr), per 35 milioni di euro. Andranno avviati controlli settore per settore».
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