Cortili aperti da record, in 70mila tra i palazzi: «È turismo di qualità»

Cortili aperti da record, in 70mila tra i palazzi: «È turismo di qualità»
di Stefania DE CESARE
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Lunedì 22 Maggio 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 17:23

Scorci segreti, giardini barocchi e ville antiche. Lecce apre le porte ai suoi tesori nascosti con “Cortili Aperti”, la manifestazione annuale organizzata dall’Associazione Dimore Storiche Italiane (Asdi) e patrocinata dal Comune di Lecce che offre ai cittadini la possibilità di visitare alcune tra le residenze storiche e private della città. Luoghi nascosti, inaccessibili durante tutto l’anno e ieri aperti al pubblico gratuitamente per ventiquattro ore: un invito a palazzo in piena regola e i cittadini ringraziano.
«È un’iniziativa meravigliosa – afferma Giovanna Priore di Maglie –. Sono anni che partecipo all’evento e ogni volta scopro sempre qualcosa di nuovo. È incredibile come la città abbia così tanto da offrire. Non perdo mai neanche una edizione e a quanto vedo non sono l’unica». Giunta alla sua ventitreesima edizione, la manifestazione nasce con lo scopo di valorizzare il patrimonio artistico dei numerosi beni della città, tesori privati che per un giorno diventano proprietà dell’intera comunità.
«Siamo estasiati – commenta Maria Antonietta Franco di Brindisi -. Non è il primo anno che partecipiamo a questa iniziativa. È sempre bello scoprire luoghi nascosti della città ma devo dire che quest’anno ho notato dei miglioramenti. Molta più gente, una edizione più viva. La città è in festa. Sarebbe bello se si potesse visitare questa dimore anche di sera, magari con l’effetto delle luci».
 
Anche quest’anno, appassionati di cultura e curiosi di arte non si sono fatti sfuggire l’occasione di sbirciare all’interno dei palazzi antichi. Il centro storico della città ha registrato centinaia di presente: salentini e turisti hanno invaso le strade del cuore cittadino, pronti a scoprire la faccia nascosta di Lecce. «Abbiamo registrato circa 70mila presenze – afferma Giuseppe Serracca Guerrieri, presidente dell’Associazione Dimore Storiche sezione Puglia -. Siamo molto soddisfatti, abbiamo superato i numeri dello scorso anno». Ventisette le tappe previste nel programma tra cui Palazzo Tamborino, Palazzo Castromediano Vernazza, Palazzo Guido, Palazzo Casotti, Palazzo Adorno, Palazzo Martirano, Palazzo Gorgoni, Palazzo del Seminario, Palazzo Rollo, Palazzo Palombi, Palazzo Tinelli, Palazzo Palmieri, Palazzo Morisco. L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’assessorato alla Cultura e con l’aiuto di privati, scuole e associazioni.
Numerosi, infatti, gli eventi collaterali a sostegno dell’evento: mostre fotografiche, concerti, interpretazioni teatrali. Una città in festa, grazie anche al clima estivo e al blocco delle automobili. E i turisti ringraziano. «Siamo senza parole – afferma Michaela Fiore dalla provincia di Rimini -. Siamo in città da qualche giorno e ci avevano parlato di questa iniziativa ma non ci aspettavamo tutto questo movimento. Abbiamo visitato alcuni palazzi e scoperto giardini impossibili da vedere in altre occasioni. Abbiamo avuto la fortuna del turista, bella esperienza».«Non sapevamo niente, è stata una sorpresa – racconta Pietro Nanni da Napoli -. Molto belli anche gli eventi a corredo perché animano la giornate e creano una atmosfera di festa. Ottima organizzazione». Tra le presenze “nuove” non mancano anche tanti leccesi. «Sono onesta, è la prima volta che sento parlare di questa iniziativa.

Succede sempre così, i turisti sono più informati di noi – afferma la leccese Libia Centonze -. È veramente molto caratteristico. Non mi aspettavo di trovare così tante bellezze all’interno delle dimore. Ovviamente da fuori è difficile poter immaginare. Bellissima iniziativa. A questo punto mi auguro che per i prossimi anni si aprano sempre più porte». «Siamo grati ai privati per questa possibilità ma Lecce è piena di dimore storiche e sarebbe bello poterle ammirare tutte, magari anche di sera – aggiunge Monia Chirizzi -. A rimanere senza parole non sono solo i turisti ma anche noi salentini».

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