Ticket solo giornalieri, ma niente biglietterie: Fse, odissea dei pendolari

Ticket solo giornalieri, ma niente biglietterie: Fse, odissea dei pendolari
di Stefania DE CESARE
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Marzo 2018, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 11:14
Sono stati ribattezzati “biglietti della fortuna”, ma la lotteria non c’entra. «Bisogna trovarsi nel posto e al momento giusto per poterli trovare. E se sei fortunato, riesci anche a prendere il treno senza dover aspettare la corsa successiva o pagare un sovraprezzo». 
È la voce dei pendolari delle Ferrovie Sud Est. I viaggiatori salentini, da tempo abituati a muoversi con i disagi legati al trasporto pubblico locale - tra ritardi nelle corse, linee insufficienti e mezzi obsoleti - da qualche tempo devono fare i conti anche con i problemi causati dal nuovo biglietto giornaliero. Perché prendere un treno o spostarsi in autobus nel Salento si può, certo, ma non senza qualche difficoltà, soprattutto dopo la novità targata Trenitalia.
Dallo scorso gennaio il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane - che gestisce anche Fse - ha mandato in pensione il classico biglietto pre-datato introducendo nuove norme anti-furbetto. A differenza dei vecchi titoli di viaggio che potevano essere acquistati e tenuti da parte per emergenze e utilizzati in un giorno diverso in caso di mancato utilizzo, i nuovi ticket di corsa semplice sono validi solo per il giorno del viaggio. I biglietti, dunque, hanno una validità di 4 ore dalla convalida e possono essere utilizzati entro la mezzanotte del giorno riportato sul biglietto. Nei punti vendita convenzionati si possono acquistare a partire da quattro mesi prima comunicando la data di utilizzo: il viaggiatore può cambiare una sola volta e gratuitamente la data del viaggio, entro le 23.59 del giorno precedente presentando il biglietto originario. Online, invece, il biglietto può essere acquistato con un anticipo di 7 giorni rispetto alla data di utilizzo e fino a 5 minuti prima della partenza del treno o del bus. Più rigide le regole di emissione dei biglietti ferroviari emessi dalle biglietterie self-service che possono essere utilizzati esclusivamente lo stesso giorno di acquisto.
Un’innovazione - non proprio di facile comprensione - pensata per combattere i furbetti del biglietto ma che ha colto impreparati i pendolari della Sud-Est (numerosi soprattutto nei piccoli centri) ma costretti a dover gestire la “rivoluzione” senza un adeguato potenziamento della rete di erogazione dei ticket. Se, infatti, i Comuni con le stazioni più grandi possono contare su una rete di punti vendita più capillare (oltre al servizio di vendita offerto dalle principali stazioni), molti paesi, soprattutto nel Basso Salento, non hanno questa “fortuna” e la caccia al biglietto si fa ogni giorno sempre più difficile.
 
«Abbiamo registrato tante lamentele - sottolinea Marcello Greco del “Comitato trasporti pubblici Salento”, portavoce dei disagi dei viaggiatori - e numerose difficoltà nel recuperare i biglietti o informazioni ci sono, soprattutto nei paesi più piccoli dove, in mancanza di bar o agenzie viaggio addette alla vendita, le persone hanno difficoltà nel reperire i biglietti».
E allora accade, ad esempio, che Casamassella, Uggiano o Giurdignano siano sprovviste di punti vendita e i pendolari debbano sobbarcarsi un viaggio aggiuntivo e spostarsi per poter prenotare un biglietto. E guai a cambiare idea perché «altrimenti bisogna ritornare nella stessa ricevitoria per effettuare il cambio». Disagi anche nella tratta Taviano, Racale, Melissano e Casarano oppure a Ugento e a Parabita: è la dorsale del Basso Salento dove s’incontrano numerosi difficoltà. Disagi a Copertino dove spesso per avere un biglietto bisogna trovare l’edicola o il bar convenzionato, i cui orari non sempre coincidono con le esigenze dei pendolari in quanto «alle 7 del mattino i rivenditori sono chiusi e il biglietto di corsa semplice non è acquistabile sul mezzo».
Il malcapitato viaggiatore, quindi, si trova davanti alla possibilità di prendere il treno o l’autobus senza il titolo di viaggio ma in questo caso potrebbe scattare il “giallo” perché il biglietto acquistato a bordo subisce una maggiorazione di cinque euro. Per questo, infatti, molti pendolari hanno abbondonato l’idea di utilizzare il trasporto pubblico, preferendo di fatto i mezzi privati.
«Io purtroppo non guido e devo spostarmi con i mezzi pubblici. La situazione è imbarazzante - racconta Elsa Carrisi di San Donato - e prendo spesso il treno per andare a Lecce. La biglietteria della stazione è aperta dalle 7 alle 13. Poi più nulla. Come si fa?». Si arrabbia: «Un turista o semplicemente qualcuno che non viaggia abitualmente avrebbe molte difficoltà nel reperire i biglietti. Nessuna delle due tabaccherie del posto offre il servizio di erogazione anche perché alle attività non conviene dotarsi delle macchinette. Io stessa mi sono ritrovata a dover fare l’abbonamento settimanale per evitare problemi. Chi non ha il biglietto spesso sale sul treno e anche in questo caso è questione di fortuna. Si può viaggiare gratis perché magari non ci sono controlli, oppure si è costretti a pagare il sovraprezzo. Ma non è giusto, il servizio non dovrebbe funzionare così». Nell’era dei social, poi, i disagi non si condividono solo tra compagni di sventura ma viaggiano anche sul web.
Il web è pieno di segnalazioni e lamentele, come chi da Chiesanuova (frazione di Sannicola) deve spostarsi a Gallipoli per acquistare i ticket in quanto «la stazione del paese è sempre chiusa e i biglietti sono introvabili. Non possiamo comprarne qualcuno in più così siamo costretti ad andare a Gallipoli, comprare il biglietto, ritornare a Chiesanuova e prendere il treno», oppure chi da Giurdignano è costretto a un pit-stop a Otranto e «se capita un imprevisto, non potendo tornare indietro per effettuare il cambio perdo i soldi». Un sistema impossibile, in quanto «gli erogatori automatici di biglietti sono inesistenti» e quindi «per chi non ha un calendario di date e orari con cui viaggiare è davvero un problema, accentuato dalla mancata efficienza delle biglietterie, molte volte chiuse e degli appositi macchinari per l’emissione del biglietto, spesso guasti».
E poi «chi ha un solo punto vendita in paese e quando ritorna a casa non fa in tempo a comprare un biglietto come dovrebbe fare? Chi prende la corriera alle 6 di mattina deve pregare che il punto vendita apra in tempo». I pendolari su ruote, infatti, soffrono maggiormente dei disagi del biglietto “a scadenza” perché «chi deve prendere il bus all’improvviso e non ha una biglietteria vicino alla fermata come fa? Sanno creare solo disagi». I pendolari chiedono quindi un passo indietro perché «con i vecchi biglietti ci si poteva organizzare meglio». E nel mirino finisce ancora «Trenitalia perché deve metterci nelle condizioni di poter fare i biglietti senza dover impazzire che di problemi, con Fse, ne abbiamo già tanti». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA