Infermieri in arrivo per l’estate. E scoppia la polemica

Infermieri in arrivo per l’estate. E scoppia la polemica
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Domenica 25 Giugno 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 00:02
Precari e ospedali sottosopra. Da una parte la Asl non rinnova il contratto a 40 precari (10 infermieri, 32 tecnici di radiologia, 19 operatori socio-sanitari), dall’altra i sindacati (Cisl Fp, Fp Cgil, Uil Fpl, Fsi) dichiarano lo stato di agitazione; dall’altra ancora, con due delibere, la Asl evidenzia di dover conferire l’incarico a tempo determinato a 25 infermieri; in sovrappiù nel reparto di Cardiologia dell’Ospedale di Galatina vengono le ferie già concessa per carenza di personale. In tutto questo la Fials “bombarda” di lettere la Asl contestando il blocco ferie, le carenze di infermieri nei reparti, a partire dalla Cardiochirurgia, e chiede una rettifica della delibera di rinnovo degli incarichi a tempo determinato per inserire i 40 precari rimasti fuori.
«Comprendo la difficoltà del direttore del reparto di Cardiologia di Galatina a garantire le ferie – afferma Vincenzo Gentile, segretario provinciale della Fials – con le gravissime carenze infermieristiche che si registrano nel reparto, ma è una soluzione inaccettabile. La Asl deve confermare tutto il personale precario e non sarà neppure sufficiente. Abbiamo una situazione molto grave in un reparto chiede al Diparmento regionale della Salute il ritiro della delibera salvavita qual è la Cardiochirurgia del Fazzi. Sono rimasti solo quattro infermieri che oltre al normale orario di servizio devono fare fino a nove turni di pronta disponibilità».
 
Tutto ruota attorno a un groviglio di norme e alle interpretazioni date da Asl Lecce. Sono 211 i precari (infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici) della Asl di Lecce che hanno maturato il diritto alla stabilizzazione (1.240 in tutta la Puglia) a cui vanno aggiunti poi i medici assunti a tempo determinato, che non sono pochi. Ma a rendere incandescente la situazione sono le interpretazioni delle norme sulla stabilizzazione dei precari fatte dalla Asl di Lecce secondo la quale raggiunti i 36 mesi di servizio i dipendenti che non rientrano nelle previsione della legge 208/2015 e del DPCM del 6 marzo 2015 devono essere mandati a casa.
Lettera di fuoco dei confederali che hanno chiesto l’intervento del prefetto e Antonio Tarantino, segretario della Uil Fpl, tuona: «Questa volta si è superato ogni limite. Andremo fino in fondo e se ci sono gli estremi presenteremo anche esposti-denuncia. Il problema dei precari va affrontato seriamente e non con atti deliberativi imprudenti».
Stessa musica da Floriano Polimeno, segretario provinciale della Fp Cgil, e Fabio Orsini della Fp Cisl. La missiva inviata dai confederali al prefetto, alla direzione provinciale del Lavoro, al direttore generale della Asl, all’assessore alla Sanità della Regione, alla Commissione di garanzia di Roma, non lascia margini, ossia è perentoria nella richiesta di proroga anche per i 40 precari che la Asl vuole tenere fuori. « Tenuto conto, che già ora abbiamo una sanità salentina al collasso, per la grave carenza di personale – si legge nella missiva – trovandoci di fronte alla prossima emergenza estiva, allo stato: non si garantiscono, in un periodo così delicato, i livelli minimi di assistenza; si corre il rischio di arrecare un grave danno alla qualità dell’assistenza offerta ai pazienti; si ripropone una palese violazione delle norme sopra richiamate essendo la Asl Lecce costretta a conferire nuovi incarichi a tempo determinato». Quindi? Chiedono l’intervento del prefetto Claudio Palomba. E Francesco Perrone, segretario provinciale della Fsi, mette il punto: «La Asl può assumere il personale che ha maturato tre anni di servizio, negli ultimi otto, nella pubblica amministrazione, ma qui non si tiene conto del decreto Madia».
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