«Il centro storico rischia di svuotarsi»
La grande paura tra gli imprenditori

«Il centro storico rischia di svuotarsi» La grande paura tra gli imprenditori
di Ilaria MARINACI
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Martedì 14 Novembre 2017, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 18:17
«Il centro storico si svuoterà di attività se l’amministrazione comunale non prenderà provvedimenti d’urgenza sulla questione parcheggi e servizi di trasporto». A lanciare l’allarme è Maurizio Sacquegno, titolare del Play, di fronte alla Chiesa di San Matteo, e presidente dell’associazione Lul, Locali Uniti Lecce. «Abbiamo già manifestato le nostre preoccupazioni al Comune in diverse riunioni – spiega – e il problema è sempre quello: la mancanza di parcheggi e di una copertura organica di bus e navette. Bisognerebbe intervenire subito perché le condizioni sono da terzo mondo con i bus che circolano solo fino alle 21 e le navette elettriche che giravano fino a qualche anno fa nel centro storico che fanno la ruggine nei depositi di Sgm. Ci sono altre città storiche in Italia dove le soluzioni sono state trovate. Mentre aspettiamo che si sblocchi l’ex Massa, noi continuiamo a pagare mensilmente le bollette. So che non è colpa di questa amministrazione, ma imputo a loro il fatto di non aver ancora preso in mano la questione che sta decretando la fine di molte attività, anche artigianali. Perché, per esempio, non si stringe un accordo con l’Università per usare il parcheggio in via Realino che di sera è vuoto?». In realtà, da settimane il Comune ha aperto un tavolo proprio con l’Ateneo per l’utilizzo di cinque aree a parcheggio serali.
L’imprenditore individua un momento ben preciso in cui questa emergenza è cominciata. «Da quando sono iniziati i cantieri in via Leuca e a Porta San Biagio, noi stiamo lavorando – sottolinea Sacquegno – al 30% in meno rispetto agli anni passati. Qui tante attività, e io sono fra queste, stanno pensando di spostarsi fuori dal centro storico, dove mi rendo conto che si lavora anche nei giorni infrasettimanali».
Secondo le previsioni di Sacquegno, se non si interviene, il centro storico rischia di perdere la metà dei locali nel giro di tre anni. «Chi potrà si trasferirà fuori, gli altri chiuderanno del tutto e questo significherà – conclude l’imprenditore – un oscuramento del centro perché le attività sono un biglietto da visita per la città. Se i residenti pensano che senza di noi la loro qualità di vita migliorerà, si ricordino com’era il centro storico vent’anni fa quando faceva paura. Se ha preso valore, è grazie a chi come me ci ha investito».
 
Anche Mirella Russo, che della movida leccese con il suo Joyce è stata una pioniera, registra difficoltà legate alla diminuzione dei parcheggi, ma non solo. «Il fatto è che di locali ce ne sono così tanti, che la gente più che spostarsi – riflette – si sta distribuendo e questo finisce col penalizzare il centro storico.
Se la movida si stesse spostando, la ritroveresti tutta in un solo punto. Invece, non è questo il caso. Certo, se uno per venire al Joyce, deve impazzire per il parcheggio e avere anche il patema d’animo delle multe, alla fine può succedere che decida di andare altrove, dove questi problemi non ci sono». L’imprenditrice leccese ha qualche dubbio sulla limitazione della circolazione alle auto nel centro storico. «La capisco e la trovo giusta d’estate quando ci sono tanti turisti – sostiene – ma perché non sfruttare d’inverno anche i parcheggi a strisce blu che ci sono all’interno?». Sul calo di presenze, in ogni caso, per la Russo, il problema non sono solo i parcheggi. «Ci sono attualmente qualcosa come 450 locali in città e la maggior parte forniscono la stessa offerta. La mancanza dei parcheggi incide soprattutto nel fine settimana – conclude – ma non credo sia l’unica causa».
Chi, invece, registra un andamento pressoché costante senza notare grandi differenze con il passato è Boris Abeni, titolare di Verso Sud in Piazzetta Santa Chiara. «Io sono a Lecce da sette anni e riscontro una certa costanza sia nel numero di presenze – specifica – sia nell’età media dei miei clienti che è intorno ai 30 anni, più alta di quella della zona. Trovo che la gente che voglia raggiungerci, ce la faccia ad arrivare ma non nascondo che se ci fossero più parcheggi e più servizi sarebbe meglio. Per quanto riguarda la mia piccola realtà, insomma, e tenendo conto che siamo in bassa stagione, le presenze, soprattutto nei week end, sono in linea con gli altri anni». Il dibattito è aperto, ma la posta in gioco è senza dubbio alta.
 
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