«Pronti al trasloco». L’altra faccia degli ambulanti

«Pronti al trasloco». L’altra faccia degli ambulanti
di Ilaria MARINACI
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Venerdì 23 Marzo 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:21
«Pronti a trasferirci anche domani mattina a Settelacquare». Non tutti gli ambulanti che oggi espongono in Piazza Libertini vogliono starci. C’è una parte che è disposta a portare la questione davanti al Tar pur di restare in centro, se la delibera di indirizzo fatta dalla Giunta Salvemini fosse approvata dal consiglio comunale e lo spostamento diventasse effettivo. La stessa parte che, riunita nell’associazione “Libertini”, ha proposto all’amministrazione un progetto di riqualificazione con stand ospitati in casette di legno per metà dell’anno, sempre per poter restare che però ad oggi non risulta ancora protocollato al Comune.
Ma c’è anche un’altra parte di operatori che considera l’area alle spalle del castello Carlo V ormai inadeguata alla propria attività. «Mancano servizi, parcheggi, ma soprattutto mancano clienti», dicono. Ben venga allora sperimentare una zona nuova, in espansione, ricca di uffici e di posti auto neppure a pagamento, dove la gente potrebbe essere più invogliata a recarsi per fare acquisti. Tanto più che non c’è la concorrenza di tanti negozi come al centro. Undici di loro, quindi, hanno partecipato all’ultimo bando per l’assegnazione dei box di Settelacquare fatto a gennaio dall’amministrazione Salvemini. 
Fra questi c’è Giovanni Sciolti, presidente di Federimprese. «Nutro il massimo rispetto per chi rivendica di restare in centro – dice – perché anche io, ai tempi della Poli Bortone, l’ho fatto ma allora c’erano i requisiti. La legge regionale non è ambigua e stabilisce che le aree mercatali debbano essere dotate dei servizi igienici e dei parcheggi. Noi non abbiamo più né gli uni né gli altri. Da undici anni sono chiusi i bagni vicino a Zara e da sette sono stati persi i parcheggi all’ex Massa che erano fondamentali per chi ci raggiungeva dalla provincia. Da 76 che eravamo dieci anni fa, oggi ad esporre siamo rimasti in 41».
Agli inizi del 2014 commercianti e sigle sindacali furono convocati dalla giunta Perrone per discutere del trasferimento da piazza Libertini a Settelacquare, già accettato da una parte degli ambulanti fin dal 2010. «Come portavoce di altri 35 colleghi – continua Sciolti – chiesi al sindaco quattro impegni per la nuova area mercatale: la videosorveglianza a spese del Comune, l’apertura mattina e sera, i bus che facessero la spola da e per Settelacquare, cosa che allora non succedeva, e un’autorizzazione come ristoro ad esporre anche a ridosso del mercato bisettimanale. Mi dissero che si poteva fare e protocollai la richiesta corredata dalle nostre firme il 26 febbraio di quello stesso anno. Poi, quelle richieste non furono recepite né nel primo né nel secondo bando fatto dalla precedente giunta». Sciolti conclude facendo riferimento alle situazioni di morosità che pendono su molti operatori per un totale di oltre 800 mila euro. «Morosi si diventa anche – ribadisce – se la legge regionale ti vincola a restare in un’area che tu hai scelto di abbandonare già dal 2010, per non perdere la licenza, e a pagare le tasse, anche se non guadagni abbastanza. Ora a piazza Libertini c’è poco movimento per lavorare bene».
Raffaele Rotondo è un altro degli ambulanti che hanno partecipato all’ultimo bando: «Ero fra i 35 che avevano accettato di spostarsi a Settelacquare già nel 2014 – dichiara – e ne sono più che mai convinto oggi perché quella zona, commercialmente, ci interessa molto più di questa».
Donato Rossano, invece, non è riuscito a partecipare al bando per ragioni burocratiche. «Non ho fatto in tempo a presentare i documenti – spiega – ma me ne andrei anche subito. La mattina a Settelacquare c’è traffico, macchine che circolano, movimento. Qui, senza parcheggi, c’è sempre meno gente. Il trasferimento in quella zona potrebbe essere la svolta per noi anche perché peggio che qui non potremmo stare».
L’altro fronte, insomma, quello pro-Settelacquare, c’è e attende con speranze opposte rispetto ad altri colleghi l’esito dell’iter amministrativo avviato dal Comune.
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