“Twiga”, settimana cruciale: Riesame e consulenza del pm

“Twiga”, settimana cruciale: Riesame e consulenza del pm
di Erasmo MARINAZZO
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Lunedì 22 Maggio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 17:23
Nel “Twiga Beach” di Otranto proseguiranno i lavori in vista dell’inaugurazione del 30 giugno? O resteranno i sigilli del sequestro probatorio della Procura? La decisione arriverà in settimana: venerdì prossimo il Tribunale del Riesame valuterà la richiesta di dissequestro depositata dagli avvocati Antonio De Mauro ed Adriano Tolomeo, a 24 ore dal provvedimento che ha fermato lo stabilimento nato con il marchio del turismo dei supervip. Il marchio “Twiga” di Flavio Briatore.
I destini di questa nuova struttura che stava sorgendo in contrada “Cerra”, grazie agli undici permessi ottenuti dalla società che porta il nome della località, sono legati non soltanto alla valutazione dei tre giudici del collegio del Riesame. Ma anche al parere che il consulente della Procura depositerà nei prossimi giorni. E riguarderà la materia urbanistica e tutti gli altri aspetti dell’inchiesta avviata dalla Procura per stabilire se si siano consumati i reati di abusivismo edilizio e di occupazione abusiva del demanio marittimo nella creazione dello stabilimento balneare con cabine, bar, ristorante, servizi igienici, solarium con gazebo in legno e area ombreggiata di quasi 200 metri quadrati, nonché con quattro vasche di idromassaggio ed una piscina di 20 metri per dieci per la quale è stato chiesta una variante al progetto.
Briatore intanto ha ritirato il marchio “Twiga”. Raffaele De Santis, 72 anni, di Otranto, meglio conosciuto con il diminutivo di Mimmo, presidente di “Federalberghi” ed amministratore della società “Cerra”, ha sospeso sia i 60 contratti di assunzione di personale che le forniture.
 
Il suo nome è nel decreto di sequestro probatoria con la qualifica di indagato, insieme al progettista Pierpaolo Cariddi, 51 anni, ingegnere, fratello del sindaco Luciano e candidato alla sua successione nelle elezioni comunali dell’11 giugno.
Giorni cruciali, dunque, per chiarire sia il futuro del “Twiga” di Otranto che della stessa inchiesta. Perché se i giudici del Riesame potranno pronunciarsi sulla necessità o meno del mantenimento del sequestro per consentire alla Procura di continuare ad indagare con la polizia provinciale e con la Forestale dei carabinieri, è vero anche che il parere del consulente traccerà una linea indelebile sull’orientamento degli inquirenti.
Dirà, in sostanza, quella consulenza se gli “accessi al mare” dell’articolo 69 delle norme di attuazione del Piano regolatore, richiamato nella convenzione sottoscritta fra la “Cerra” ed il Comune di Otranto, consenta solo dei chioschi con bar e struttura per noleggio di ombrelloni e sdraio. Oppure se l’interpretazione arrivi ad includere opere più estese in termini di cubatura e con un numero ed una qualità di servizi al top, come quelli promessi dal “Twiga”. Tenendo conto che si tratta di una zona agricola. ù
Oggetto di accertamento anche la tipologia di zona agricola: accusa e difesa (i legali nelle scorse settimane hanno depositato una memoria) sostengono tesi diverse sulla pendenza dei vincoli ambientali.
Le questioni sono anche altre. Come il pericolo di crollo della falesia. Un problema che tocca tutta la costa a Nord di Otranto ma anche l’affaccio al mare del “Twiga”: nel “Canalone” due anni fa si staccò un pezzo di roccia. Foto e rilievi di questi crollo sono finiti nel fascicolo dell’inchiesta. E dal 2013 la Capitaneria di porto ha disposto il divieto di balneazione.
Infine ci sono gli sbancamenti per la creazione degli impianti.
Certo è che l’eventuale mantenimento dei sigilli peserebbe almeno sul futuro prossimo. Sull’apertura del “Twiga” nell’estate ormai imminente.
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