Lecce, il primo match tra i quattro candidati sindaco

Ciucci, Salvemini, Poli Bortone e Siculella hanno risposto su traffico, parcheggi, movida, pug e politica

L'incontro di ieri in Rettorato organizzato da Quotidiano
L'incontro di ieri in Rettorato organizzato da Quotidiano
di Paola COLACI
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Venerdì 17 Maggio 2024, 05:00

Trasporti, mobilità, traffico e nodo dei parcheggi. E ancora movida, centro storico e commercio. Il nuovo Piano Urbanistico generale che Lecce attende da oltre 40 anni e la politica, il trasformismo e le strategie contro il voto di scambio. A meno di un mese dalla sfida delle urne, ieri nella sala conferenze del Rettorato di Lecce il primo faccia a faccia tra i quattro candidati a Palazzo Carafa organizzato da Quotidiano. Attorno al tavolo del confronto, moderato dal direttore Rosario Tornesello, il sindaco uscente e ricandidato alla testa del centrosinistra, Carlo Salvemini, la candidata del centrodestra, Adriana Poli Bortone e i due outsider della partita, Agostino Ciucci e Alberto Siculella, in campo rispettivamente con una e due liste civiche.

Il confronto

Tre minuti a disposizione di ciascun candidato per fare il punto sui temi cruciali della città e - programmi elettorali alla mano - illustrare visioni, strategie e ipotesi di lavoro. In premessa le ragioni che hanno spinto Salvemini a tentare la corsa a Palazzo Carafa per la terza volta consecutiva dopo sette anni alla guida del governo cittadino e, sul versante opposto, Poli Bortone a ricompattare il fronte dei conservatori, sfilacciatosi dopo la sconfitta elettorale del 2019, con l’obiettivo di riportare il centrodestra al governo della città. Scelta di essere in campo con una proposta autonoma dettagliata anche da Siculella, 38enne esperto di marketing e comunicazione tra gli attivisti del Movimento 5 Stelle sin dal 2011. Dopo l'alleanza dei pentastellati con Salvemini e il centrosinistra, tuttavia, Sicuella è sceso in campo con due civiche. A convincere Ciucci, dirigente medico del Pronto Soccorso di Lecce, della necessità di dividersi tra l’impegno in corsia e la campagna elettorale alla testa di una civica, infine, la necessità di dare una risposta politica alle voci del dissenso, a partire dal fronte dei contrari al vaccino contro il Covid. Sin qui le spinte personali e politiche tra toni pacati e sorrisi cordiali. 
Ma è sul nodo traffico e carenza di parcheggi in città - ogni giorno il capoluogo deve fare i conti con l’ingresso di circa 100mila auto dalla provincia - che il confronto si è acceso.

Di piste ciclabili che nella maggior parte dei casi rappresentano una, «stortura» ha parlato Siculella. A difendere la bontà del percorso amministrativo - a partire dalla pubblicizzazione di Sgm e la rideterminazione del piano del trasporto pubblico, il sindaco uscente. Salvemini ha, poi, fatto il punto sui posti auto a disposizione, tra parcheggi già aperti e nuove aree sosta che verranno. «Se aveste affidato la redazione del piano traffico a uno dei tanti validi professionisti che abbiamo in città, senza necessità di esternalizzarlo arrivano a Reggio Calabria, magari avremmo avuto strategie più rispondenti ai reali bisogni di questa città. E invece il caos regna sovrano». Piano di riformare e meglio armonizzare, puntando sulle aree sosta interrate, anche per Ciucci.

Movida e regole

Poi movida e regole più o meno stringenti per garantire l civile convivenza tra residenti del centro storico, locali e attività commerciali. E sul banco degli impuntai l’ordinanza sindacale in vigore da luglio a settembre che limita la musica per bar e pub e detta gli orari di chiusura agli esercenti. «La movida l’ho inventata io e rivendico quella scelta, voi avete reso questa città più triste» la senatrice ha sferrato l’attacco al sindaco in carica. «Le ordinanze sindacali firmate da Poli prima e Perrone poi erano molto più stringenti di quelle attuali» ha difeso la linea Salvemini. Fuori dalla linea del fuoco, Ciucci e Siculella: per entrambi, tuttavia, la necessità di normare un elemento caratterizzante del cuore antico della città. E ancora il Pug, «Pronto per essere approvato» secondo Salvemini. «Da rivedere» in tutto o in parte, per gli avversari. Infine il trasformismo politico declinato a seconda dalle diverse prospettive e il rischio di voto di scambio «da scongiurare a ogni costo e con ogni mezzo». E almeno su questo punto unanimità di intenti da parte di tutti i candidati.

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