Sulle scale con i bagagli e raggiungere il binario si trasforma in un’odissea

Sulle scale con i bagagli e raggiungere il binario si trasforma in un’odissea
di Serena COSTA
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Sabato 14 Ottobre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:45
La stazione ferroviaria di Lecce? Non è un posto per vecchi, tanto per citare un noto film dei fratelli Coen. Non che i più giovani se la passino meglio: basta avere una valigia un po’ più pesante per rendere l’inizio di un viaggio un vero incubo.
Scale da salire e scendere con appresso trolley e valigie, assenza di ascensori e scale mobili sono decisamente un problema per coloro che sono un po’ più avanti con l’età e non hanno sempre la possibilità di essere accompagnati fino al proprio treno da un figlio o un parente. Un disagio che dovrà durare ancora per un paio d’anni, periodo entro il quale Rete Ferroviaria Italiana ammodernerà la stazione ed eliminerà le barriere architettoniche. Ma nel frattempo i viaggiatori sono costretti a fare i salti mortali per raggiungere il proprio treno: uno scenario davvero ben poco edificante per lo scalo ferroviario di una delle mete più ambite dai turisti in Italia.
Ma a soffrirne, come sempre, sono soprattutto i pendolari o comunque i viaggiatori locali. Che sono ormai infuriati. Il disagio incomincia già se c’è da prendere il binario 2 e poi fino al binario 6: a differenza di quello 1, che è sul piano e permette un accesso agevole fino al mezzo, dal secondo binario in poi ci sono da fare due rampe di scale in discesa e un’altra in salita. E se gli acciacchi degli over 60 non costituiscono per forza una malattia o motivo d’invalidità, è pur vero che un mal di schiena o un principio di osteoporosi possono creare seri ostacoli alla deambulazione per chi deve spostarsi dentro la stazione con pesi di vario tipo e tra il viavai di turisti e viaggiatori.
La situazione si fa ancora più problematica per coloro che devono raggiungere il binario 7, che è collegato al binario 5 da un tratto di strada dissestata e con diversi dislivelli: inciampare è praticamente inevitabile.
 
Come per Michelangelo Maglie, anziano signore di 79 anni, che proprio sul binario 7 ieri mattina attendeva di poter raggiungere Miggiano: «Ho diversi problemi alle gambe e per me sta diventando sempre più difficile utilizzare il treno: dopo le scale del sottopasso mi viene il fiatone e devo rallentare il passo, col rischio di perdere il treno. Perché non hanno mai messo un ascensore? Il problema è che da qualche anno ho smesso di guidare l’automobile e non posso che avvalermi dei mezzi pubblici».
Stessa direzione per Salvatore, 65 anni, di Montesano: «Se oggi (ieri, ndr) fossi stato da solo e non ci fosse stato mio figlio ad accompagnarmi, sarei stato in difficoltà: il disagio principale è costituito dal passaggio dal binario 6 al 7. È un labirinto in cui si perdono tempo ed energie e siccome vengo periodicamente in città per fare visite mediche, non credo che ce la farei da solo».
Ma anche per chi è un po’ più giovane le cose non vanno meglio. Come per Rosa Bianca Martignano di Nardò, 60 anni appena compiuti: «È una vera e propria impresa salire e scendere le scale dei binari per arrivare all’ingresso della stazione. Ho problemi alla schiena, un trolley, un beauty case e una busta: chi mi aiuta?».
E c’è chi delle carenze infrastrutturali della stazione ne ha fatto un business: in cambio di un’offerta libera, un extracomunitario porta con energia e velocità i bagagli delle persone che vede in difficoltà, in primis proprio gli anziani.
Dal 2019, però le cose dovrebbero cambiare: Rete Ferroviaria Italiana fa sapere, infatti, che è partito il progetto che da qui a 10 anni migliorerà l’accessibilità di 620 stazioni italiane, tra cui proprio quella di Lecce. Perché aspettare 2 anni? Perché l’intervento è direttamente correlato con quello di ribaltamento della stazione ferroviaria nelle Cave di Marco Vito. In ogni caso, non è detto che l’installazione degli ascensori possa risolvere il problema, soprattutto nei periodo di maggiore afflusso di viaggiatori: dunque le migliorie messe in cantiere da Rfi rischiano di rivelarsi dei blandi palliativi.
Gli interventi programmati per migliorare le infrastrutture prevedono l’innalzamento dei marciapiedi (55 cm dal piano dei binari) per facilitare l’entrata e l’uscita dai treni; la riqualificazione dei sottopassaggi pedonali e la realizzazione di nuove rampe di accesso ai binari; l’attivazione di ascensori; l’installazione di percorsi e mappe tattili per non vedenti; la realizzazione di nuove pensiline e la riqualificazione di quelle esistenti. Nella speranza che due anni passino in fretta.
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