Strisce blu, incassi record: cinque milioni in un anno
E il filobus è un buco nero

Strisce blu, incassi record: cinque milioni in un anno E il filobus è un buco nero
di Alessandro CELLINI
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Sabato 29 Aprile 2017, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 12:12
A chi conviene puntare sul filobus a discapito di una programmazione della sosta per le auto più capillare? Di certo non a Comune e Sgm, conti alla mano. Perché la differenza tra le due voci di bilancio è troppo alta, ed è anche qui che si gioca la partita sul futuro del mezzo di trasporto istituito nel gennaio del 2012 e tuttora in fase di esercizio sperimentale. L’ipotesi di smantellarlo del tutto è sul piatto da qualche tempo, e sebbene nelle carte non si faccia riferimento ad alcuna penale in caso di stop alle corse, aleggiano gli spettri di eventuali contenziosi con la Corte dei Conti per danno erariale, e con Regione e ministero delle Infrastrutture per via dei finanziamenti concessi per la realizzazione dell’opera. Ma è utile dare un’occhiata ai numeri per rendersi conto di cosa significhi per le casse comunali la presenza del filobus lungo le strade cittadine.
La provocazione l’aveva lanciata ieri l’ex sindaco Adriana Poli Bortone, dalle colonne di questo giornale: «Andate a vedere quanto si guadagna con le strisce blu». Ebbene, i ricavi di Sgm (società partecipata al 51% dal Comune di Lecce e al 49% da soci privati) relativi alla sosta tariffata si attestano intorno ai 5 milioni di euro all’anno, in costante aumento. Gli incassi derivanti dalla vendita di biglietti e abbonamenti per il trasporto pubblico (quindi bus e filobus) si fermano a 900mila euro. Una differenza abissale.
 
Sono anche altri i numeri finiti in questi giorni sotto la lente d’ingrandimento. E sono quelli dei bilanci di Sgm: una società in attivo che, secondo le ultime rendicontazioni, avrebbe redistribuito i circa tre milioni di euro di utili degli ultimi dieci anni ai propri soci. A fronte di ciò, il filobus rappresenta una sorta di “buco nero”: i costi di manutenzione sono infinitamente più alti rispetto ai ricavi. Sul piatto ci sono 1,2 milioni sborsati ogni anno dal Comune per la gestione delle corse, e ricavi per 130mila euro ogni semestre. Per il momento tutto pesa sulle spalle di Palazzo Carafa. Ma presto, con la fine dell’esercizio provvisorio, la gestione passerà ad Sgm, che proprio di recente ha depositato un nuovo piano industriale sul quale si mantiene il più stretto riserbo. Lo stesso riserbo che mantengono i vertici della società chiamati a commentare la vicenda. Quali saranno le decisioni della partecipata sulla gestione del mezzo di trasporto più contestato della città?
Di certo, l’ipotesi smantellamento è una delle tante prese in considerazione in questi mesi, e che arriva proprio a ridosso di una campagna elettorale infuocata. Non che a Palazzo Carafa non ci abbiano pensato: una stima ufficiosa parla di un costo per la dismissione delle linee pari a circa 4 milioni di euro. Un costo notevole per le casse comunali, ma che comunque verrebbe ammortizzato in poco più di tre anni.
Nessuno, per il momento, si vuole sbilanciare. E intanto il futuro del filobus rimane un’incognita.
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