Allarme Tari “gonfiata”, il Codacons: «Ricorsi ora o il denaro andrà perso»

Allarme Tari “gonfiata”, il Codacons: «Ricorsi ora o il denaro andrà perso»
di Maurizio TARANTINO
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Domenica 19 Novembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 18:10
 Tari “gonfiata” anche al Comune di Lecce. Ne è sicuro il Codacons che nelle scorse ore ha invitato i cittadini a non tardare a presentare domanda di rimborso per non perdere l’annualità in corso. Il responsabile sportello tributi del Codacons, Giorgio Frigoli ha pubblicato un video di chiarimenti sul profilo social dell’associazione, per rendere note le modalità di calcolo della tariffa e invitare i cittadini a controllare i bollettini arrivati nei mesi scorsi in tutte le abitazioni registrate. Sul sito dell’associazione è anche possibile trovare il modulo da presentare all’amministrazione per conoscere se c’è stato o meno l’errore.
Il calcolo della Tari, infatti, si ottiene dalla somma di due quote: quella fissa (legata ai metri quadrati dell’immobile) e quella variabile (legata ai componenti del nucleo familiare). E, in particolare, su quella variabile sarebbero stati commessi alcuni errori di stima da parte di molti enti locali italiani, che avrebbero moltiplicato la tassa sui garage o sui box, per esempio, per il numero dei componenti di una famiglia, anziché considerarla, come si sarebbe dovuto fare, una sola volta. Anche il calcolo della tariffa della quota variabile con l’applicazione di un solo componente “simbolico”, come avrebbe ammesso l’ex assessore al Bilancio e ai Tributi, Attilio Monosi sarebbe stata una pratica sbagliata, in quanto sulle pertinenze non si devono considerare occupanti.
 
«Per quanto riguarda il numero dei componenti del nucleo familiare - aveva spiegato Monosi - ai fini della quantificazione della quota variabile sulla pertinenza, l’ufficio Tributi ha effettuato il calcolo su un solo componente simbolico a prescindere dal numero dei componenti effettivi il nucleo familiare. Per quanto concerne infine l’applicazione della quota variabile anche sulla pertinenza ricordo - chiude Monosi - che l’ufficio Tributi, in sede di prima applicazione, fu assistito da un consulente che operò con il ministero ai fini del passaggio dalla Tares alla Tari. Tale orientamento fu successivamente sposato anche da Anci. È inoltre indispensabile ricordare che il piano finanziario della Tari non porta utili al Comune e pertanto il suo saldo è sempre pari a zero». 
Una situazione esplosiva che non ha trovato una definizione precisa perché si attendono ancora chiarimenti da parte del Ministero delle Finanze sulle modalità di accesso al rimborso, che potrà solo riguardare gli anni non soggetti a prescrizione, cioè gli ultimi cinque. Per questo il Codacons sollecita i cittadini a presentare un’istanza di rimborso al Comune di Lecce entro il 31 dicembre, per non perdere le somme relative al 2012.
L’amministrazione ha 90 giorni per dare una risposta positiva o negativa. In caso di silenzio sarà possibile presentare ricorso alla Commissione tributaria di Lecce che esaminerà il caso e darà il suo parere. Nel frattempo gli uffici di Lecce, dopo l’allarme delle scorse settimane, sono stati contattati da numerosi proprietari e affittuari di abitazioni, per ottenere dettagli su quanto pagato negli anni scorsi, tanto da spingere Palazzo Carafa a pubblicare una nota in cui si ammettono gli errori - in particolare dall’anno 2014 - ma si precisa anche che l’eventuale modifica regolamentare mirata ad azzerare la quota variabile sulle pertinenze non fa altro che spostare il problema: «Il costo del servizio deve essere comunque assicurato e, pertanto, ciò porterebbe ad un aumento della quota variabile sull’abitazione non risolvendo comunque il problema del costo per il contribuente».
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