Primarie, veti e alleanze: spaccati anche
i movimenti. Caos Pd, il nome non c’è

Primarie, veti e alleanze: spaccati anche i movimenti. Caos Pd, il nome non c’è
di Paola COLACI
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Domenica 22 Gennaio 2017, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 17:01
Gli identikit degli aspiranti candidati da definire entro qualche giorno. Poi una nuova convention per stabilire chi potrebbe scendere in campo per l’area civica di centrosinistra: “Idea per Lecce” di Ernesto Mola e Nicolangelo Barletti e Lecce Bene Comune ci provano. Ma Giuseppe Fornari, leader di “Una Buona storia per Lecce” si smarca dalla partita e annuncia: «Centrosinistra in crisi, se non si supera questa fase il nostro movimento salta il turno. No alle primarie».

E così dalle parti del centrosinistra il panorama resta ancora frammentato. Con la guerra interna al Pd che non accenna a placarsi. Ieri alle Officine Cantelmo di Lecce è stato il giorno della convention per l’alternativa organizzata da “Idea per Lecce”. Alla chiamata di Mola e Barletti hanno risposto movimenti civici, associazioni, esponenti dei partiti del centrosinistra ma anche i cittadini leccesi. Nell’elenco dei presenti per conto del Pd i deputati Federico Massa e Salvatore Capone, l’assessore regionale Loredana Capone, il segretario cittadino Fabrizio Marra ma anche il capogruppo comunale Paolo Foresio e il consigliere comunale Antonio Rotundo. Presenza annunciata e confermata anche da parte del movimento civico “Una buona storia per Lecce” rappresentato da Angelamaria Spagnolo e dall’architetto Cosimo Antonaci, dal candidato sindaco di “Un’Altra Lecce” Alessandro Delli Noci e dal gruppo di Lecce Bene Comune in cui si riconosce una parte della sinistra cittadina.

Apertura dei lavori affidata a Mola per spiegare gli obiettivi della convention che era stata lanciata nei giorni scorsi: «Provare ad aggregare attorno ad una idea di città tutte le forze che vogliono costruire un’alternativa al blocco di potere che governa la città da 20 anni, ma anche condividere un metodo democratico per l’individuazione del candidato sindaco che possa rappresentare al meglio quell’idea di città».
Spazio, poi, al dibattito che è durato oltre due ore con una serie di interventi. E riflettori puntati dapprima su progetti e programmi stilati da “Idea per Lecce”. Poi il confronto su ipotesi di candidatura e modalità di scelta del nome giusto. E su questo fronte che si registrano le divisioni più profonde.
 
«Attraverso gli interventi di Angelamaria Spagnolo e Cosimo Antonaci ci abbiamo tenuto a ribadire alcuni punti fondamentali – fa sapere Fornari – e il nostro movimento è nato con l’obiettivo di rivitalizzare il centrosinistra. Impresa difficile rispetto alla quale la convention ha rappresentato un momento importante che, però, potrebbe non essere sufficiente. Abbiamo sempre detto che se in questa fase fossimo riusciti a dare una sterzata al momento difficile che sta vivendo il centrosinistra avremmo partecipato alle amministrative. In caso contrario, non abbiamo problemi a saltare il turno. Bisogna trovare un candidato comune e lo strumento giusto non sono le primarie».
Una posizione, quella di “Una Buona storia per Lecce” che rappresenta una spaccatura tra i movimenti.
E, come si diceva, alla convention ha partecipato anche Delli Noci: «Ho grande rispetto del gruppo di Idea per Lecce e del lavoro che hanno svolto. Condivido il percorso, il metodo e la loro visione di città – ha sottolineato l’ex assessore – Noi, comunque, abbiamo avviato il nostro percorso di condivisione del progetto con la cittadinanza che sta ottenendo importante riscontro e andiamo avanti per la nostra strada con liste e cittadini che sono già in campo per sostenere la visione di una città diversa». Per il resto, nessuna ipotesi di convergenza o condivisione sui nomi.
“Idea per Lecce”, da parte sua, tira dritto. E nelle prossime ore potrebbe essere proposto dal suo movimento come possibile candidato. Stessa modalità di azione per Lecce Bene Comune che potrebbe puntare sul regista leccese Alessandro Valente ma che pure non ha escluso di partecipare con una lista alla coalizione a patto che «non ci sia una lista di partito del Pd».

Convention riconvocata per il prossimo sabato. Ordine del giorno: individuazione della modalità della scelta del candidato sindaco. «Nel corso della settimana larghe rappresentanze dei movimenti presenti si riuniranno per istruire il percorso e formulare le proposte per la convention – ha spiegato Mola - e sembra che il metodo indicato stia funzionando. Non è facile, ma soltanto partendo dalla condivisione progettuale è possibile stare insieme per partecipare con concrete chance di vittoria alla prossime amministrative. È l’unica strada percorribile. Ci auguriamo che tutte le forze democratiche e progressiste della città se ne rendano conto».

Il Pd resta nello stallo più totale. Quello che in molti chiamano, caos. Lo scorso lunedì il governatore di Puglia Michele Emiliano, con l’assessore regionale dell’Udc Salvatore Negro, aveva tentato di chiudere la partita offrendo la candidatura a sindaco all’imprenditore Antonio Quarta, ma anche il “re” del caffè ha rifiutato l’offerta. Per questo i fedelissimi di Emiliano a Lecce hanno riavviato la fase di ricerca. Stessa operazione che prosegue anche la segreteria cittadina guidata da Fabrizio Marra che ha ripreso a vagliare profili e identikit esterni alla politica. La stessa segreteria che sembra snobbare la proposta di Rotundo. Nelle scorse ore il consigliere comunale aveva proposto: «Vengano indicate subito le primarie per il 27 febbraio oppure per il 5 marzo. Se prima dellapresentazione delle candidature si riuscirà a trovare una soluzione unitaria e condivisa tanto meglio. Le primarie saranno sconvocate».

Marra e gli altri, invece, tirano dritto. E a Rotundo replica il deputato Massa: «Se il Pd indicesse le primarie in autonomia, questa decisione servirebbe solo a spaccare il fronte degli innovatori. Se davvero vogliamo rompere l’idea di questa cupola che governa la città da vent’anni dobbiamo andare al confronto in campo aperto avendo la pazienza di individuare una candidatura che, poi, a giorni alterni non venga dileggiata dagli stessi che l’hanno individuata così come sta accadendo con Mauro Giliberti nel centrodestra».
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