NOEMI, IL PADRE DEL RAGAZZO: «MI DISSE DELL'OMICIDIO»
Il biglietto ai genitori: «L'ho fatto per voi»
La madre: «Meglio uno che tre»

NOEMI, IL PADRE DEL RAGAZZO: «MI DISSE DELL'OMICIDIO» Il biglietto ai genitori: «L'ho fatto per voi» La madre: «Meglio uno che tre»
7 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Settembre 2017, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 21:56

Mille particolari agghiaccianti, alcuni tutti da verificare, si rincorrono tra dichiarazioni e talk televisive sulla relazione tra i due ragazzi, finita con l'omicidio di Noemi Durini. La famiglia del giovane omicida reo confesso nelle ultime ore ha voluto consegnare alle telecamere la sua verità su figlio Lucio, che si trova in una casa protetta e sulla sua fidanzata Noemi. Una sfilza di particolari, ricostruzioni e colpi di scena che prosegue di paripasso con il lavoro degli inquirenti.

LE TRACCE DI SANGUE IN AUTO
Esami di laboratorio e del Dna saranno compiuti sulle due tracce di sangue trovate dai carabinieri sulla Fiat 500 sulla quale la 16enne Noemi Durini è salita all'alba del 3 settembre con il fidanzato prima di essere uccisa. Il sangue è stato trovato sulla cintura di sicurezza del conducente e sullo sportello anteriore sinistro. L'esame dovrà stabilire se si tratta di sangue della vittima. Sulla posizione del padre del fidanzato ed assassino reo-confesso di Noemi Durini sono inoltre in corso accertamenti per verificare se l'uomo abbia aiutato il figlio a nascondere sotto le pietre il cadavere di Noemi e nel lavaggio della Fiat 500 dopo il delitto. Sull'auto, fresca di autolavaggio, i carabinieri hanno comunque trovato le due tracce di sangue. Quelli sul padre sono sospetti che gli inquirenti stanno verificando e che finora non hanno neppure assunto la valenza di indizi. L'uomo è indagato per sequestro di persona e occultamento di cadavere, ipotesi che sono state avanzate per compiere ieri sera una minuziosa perquisizione nella sua abitazione di Alessano alla quale hanno partecipato i carabinieri del Ris di Roma e, durante la quale, non sono stati trovati elementi evidenti del delitto.

IL BIGLIETTO AI GENITORI: «L'HO FATTO PER AMORE VOSTRO»
«Quello che ho fatto è stato per l'amore che provo per voi. Noemi voleva che io vi uccidessi per potere avermi con sé. Sono un fallito e mi faccio schifo. Lucio. Ti voglio bene papà e mamma». Questo il contenuto del biglietto che il diciassettenne, che ha confessato l'omicidio di Noemi Durini, avrebbe lasciato ai genitori. Il biglietto è stato letto dalla madre davanti alle telecamere de La Vita In Diretta, il programma di Rai 1 condotto da Francesca Fialdini e Marco Liorni. La madre a quel punto ha commentato: «Meglio uno che tre».

LE LACRIME DI LUCIO: «DOVEVO AMMAZZARMI IO»
Piange ed é agitato Lucio, il minorenne che ieri ha confessato di aver ucciso la fidanzata 16enne Noemi Durini. Il giovane si trova in una struttura protetta e per il suo stato psico-fisico c'è apprensione da parte dei responsabili della 'casà in cui è stato rinchiuso in stato di fermo su disposizione della Procura per i minorenni. La direttrice della struttura - a quanto si apprende - avrebbe espresso la sua preoccupazione e avrebbe disposto che all'interno non trapeli alcun particolare sul clamore mediatico prodotto dal delitto. Il giovane è in attesa dell'interrogatorio di convalida del fermo da parte del giudice.
«Ho sbagliato, potevo uccidermi io e avrei evitato questo casino». Chiuso in una struttura protetta, il fidanzato di Noemi Durini continua a disperarsi per quello che ha fatto e continua ad essere confuso, alternando momenti di depressione e agitazione. Il ragazzo, secondo quanto si apprende, è tenuto costantemente sotto controllo per il timore che possa compiere gesti estremi.

IL PADRE: MI HA CONFESSATO L'OMICIDIO LA SERA PRIMA
«Non sapevo nulla e mai avrei aiutato mio figlio a commettere un simile gesto. Lucio mi ha detto dell'omicidio la sera prima del ritrovamento del corpo di Noemi e mi ha comunicato anche la sua decisione di volersi costituire ai carabinieri. Io gli ho risposto: «Se hai le palle ci devi andare da solo», cosa che il minorenne ha fatto ieri. quanto avrebbe detto il padre del fidanzato 17enne e assassino di Noemi Durini ad alcuni famigliari commentando le indagini a suo carico per sequestro di persona e occultamento di cadavere.


LA MADRE: «LO HA FATTO DIVENTARE UN MOSTRO»
La madre del ragazzo, parlando del rapporto tra i due giovani ha raccontato episodi di gelosia: «Lui non doveva guardarsi intorno, non si doveva guardare intorno se c'era qualche ragazza, forse si è girato ed è venuto a casa tutto graffiato, col sangue. Mio figlio era calmo, subiva e ultimamente ha reagito così. Reagiva, quando la vedeva. Lei voleva entrare nella famiglia, essere accettata da noi, noi non la potevamo accettare per quello che sentivamo dire su di lei. Abbiamo chiesto all'assistente sociale di allontanarlo, abbiamo chiesto ma nessuno ci ha aiutato». Alla domanda se il ragazzo fosse in cura, la madre ha confermato «Ha fatto 3 TSO (trattamento sanitario obbligatorio) per colpa di questa ragazza, gli ha fatto il lavaggio del cervello, l'ha fatto diventare un mostro». Rispondendo alla domanda sul presunto ruolo avuto dal marito nell'omicidio di Noemi, ha infine dichiarato «no, sono sicurissima, possono girare quanto vogliono, per lui sono sicura».

Fin dall'inizio gli investigatori si erano formati la convinzione che il fidanzato 17enne di Alessano, reo confesso, fermato nella notte con l'accusa di omicidio volontario, c'entrasse con la scomparsa di Noemi Durini, 17 anni di Specchia, in provincia di Lecce. Poi, mentre proseguivano le ricerche della giovane uscita di casa in piena notte, tra il 3 e il 4 settembre, senza soldi né cellulare, hanno messo in atto una pressione e un accerchiamento tali da indurre il giovane a confessare e ad aiutarli a ritrovare il corpo della giovane scomparsa.
Nell'interrogatorio, però, questa volta lui ha fornito una nuova versione dell'accaduto, cercando di scaricare la colpa sulla ragazza, accusandola di avere intenzione di sterminare la famiglia di lui tanto da aver portato con sé un coltello.
 


LA VERSIONE DEL FIDANZATO: VOLEVAMO FUGGIRE A MILANO
«Dopo lo sterminio della mia famiglia volevamo fuggire a Milano», ha detto il 17enne nell'interrogatorio raccontando agli investigatori del progetto di sterminio della sua famiglia che Noemi premeva fosse messo in atto per vivere liberamente il loro amore. Subito dopo l'uccisione dei componenti della famiglia di lui, i due - sempre secondo il racconto dell'omicida reo confesso - avrebbero progettato di fuggire a Milano e a prova di quanto da lui detto, il giovane ha affermato agli investigatori che avrebbero potuto trovare sotto il suo letto una lista di numeri di telefono di Milano, numeri di telefono di luoghi dove era possibile poter dormire.
 
L'AUTOPSIA SUL CORPO DI NOEMI
L'autopsia sul corpo della sedicenne, fatto ritrovare dallo stesso ragazzo dopo la confessione in un terreno nelle campagne di Castrignano del Capo coperto da un cumulo di sassi, dovrebbe tenersi sabato, o al massimo lunedì, nell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove ieri è stata trasferita la salma. L'esame autoptico sarà preceduto domani da una Tac sul cadavere. Ieri, con una prima ispezione cadaverica, il medico legale Roberto Vaglio ha rilevato la presenza di alcune lesioni sul collo della vittima. L'esame autoptico dovrà stabilire se quelle lesioni siano state provocate con un'arma da taglio oppure dall'azione di larve durante gli 11 giorni in cui il corpo di Noemi è rimasto seppellito. Intanto dopo la denuncia della madre sui presunti ritardi nell'intervento dell'autorità giudiziaria dopo la sua denuncia presentata nel mese di luglio il Csm il ministro della Giustizia hanno avviato una verifica.



 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA