Pellegrino: «Se ci sono le condizioni bene,
altrimenti al sindaco non conviene una lenta agonia»

Pellegrino: «Se ci sono le condizioni bene, altrimenti al sindaco non conviene una lenta agonia»
di Francesca SOZZO
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Domenica 15 Ottobre 2017, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 19:46
Senatore Giovanni Pellegrino, secondo lei, il premio di maggioranza a chi doveva andare? Ha sbagliato la commissione elettorale o il Tar?
«Secondo me è difficile dire che la commissione elettorale ha sbagliato. Era un problema che aveva un suo margine di opinabilità. La commissione elettorale ha preferito un’interpretazione funzionale delle norme, preoccupandosi di dare una interpretazione che consentisse al sindaco eletto al ballottaggio di avere una sua maggioranza, rendendo residuali le ipotesi di “anatra zoppa”. Il Tar invece ha obbedito al principio che le regole elettorali sono norme di stretta interpretazione e, quindi, vanno applicate per quello che dicono e non per quello che dovrebbero dire in una logica funzionale. E mi sembra che gli esiti della causa per adesso stiano confermando l’opinabilità della vicenda, tanto è vero che il presidente del Consiglio di Stato si è precipitato senza nemmeno sentire le ragioni dell’altra parte a sospendere la sentenza. Probabilmente anche il Consiglio di Stato vuole avere uno spazio di riflessione ulteriore».
Salvemini dice che andrà avanti fino a quando ci saranno le condizioni per governare: secondo lei quali sono queste condizioni?
«Mi pare che Salvemini non abbia bisogno di miei suggerimenti, ha le idee abbastanza chiare. L’anatra zoppa non indica un’impossibilità di governo, ma una condizione più difficile di governo. Questo lo si può fare se su tre o quattro provvedimenti, che il sindaco ritiene essenziali per mettere in pratica il suo programma elettorale, il centrodestra è disposto a convenire. Penso che Salvemini aspetterà la sentenza del Consiglio di Stato nel fare le sue dichiarazioni programmatiche. Mi pare che sia già orientato - e, ripeto, non voglio dargli consigli perché ha dimostrato di saper ragionare con la propria testa - a porre in Consiglio comunale alcuni punti programmatici su cui ci potrà essere una convergenza anche di una parte di quella che potrebbe diventare maggioranza nel caso in cui il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del Tar. In quel caso, ha tutte le ragioni per andare avanti».
Esclude l’ipotesi che possa dimettersi: se la deve giocare fino alla fine?
«Se non ci fosse la convergenza su quei provvedimenti che porrà in Consiglio, allora condivido l’ipotesi di un ritorno alle urne con le dimissioni del sindaco. Non vedo nulla di male, per il centrosinistra, anticipare un nuovo confronto elettorale, visto che dal voto ad oggi il consenso di Salvemini in città è cresciuto e non diminuito. Naturalmente, il centrosinistra farebbe bene, in tal caso, ad attrezzare liste più competitive di quelle che sono state presentate nelle ultime amministrative».
 
In questa congiuntura, con le politiche all’orizzonte, né il centrodestra né il centrosinistra vorrebbero fare dei passi azzardati. Questo limbo non rischierebbe di ingessare l’attività amministrativa del Comune?
«Non c’è dubbio: a Salvemini non conviene stare in equilibrio. Lui deve con intelligenza riuscire a trovare all’interno di quella che sarebbe diventata, se il risultato verrà confermato, la maggioranza condizione di agibilità su temi importanti per la città. In caso contrario, non deve avere alcun dubbio. Non gli conviene farsi logorare da una lenta agonia».
Secondo lei il centrodestra oggi è più in difficoltà rispetto a tre mesi fa?
«Sì, ma questa difficoltà potrebbe portare ad una scelta di buon senso e quindi a non ostacolare la prosecuzione dell’esperienza di Salvemini anche nell’ipotesi dell’anatra zoppa».
Quindi, secondo lei, in caso di elezioni anticipate Salvemini dovrebbe ricandidarsi?
«Al di là di ogni dubbio. Dove lo trova il centrosinistra un candidato migliore? Il risultato del primo turno è stato chiarissimo: c’era un buon candidato sindaco ma liste deboli. Il centrodestra aveva un candidato che non sentiva suo ma liste forti. Nel ballottaggio la differenza tra i due candidati sindaco si è vista nettamente. Ci sono due risultati solo apparentemente contraddittori: un netto vantaggio nell’elezione del Consiglio del centrodestra e un nettissimo vantaggio di Salvemini al ballottaggio come candidato del centrosinistra».
Lo schema Salvemini-Delli Noci potrebbe funzionare nuovamente?
«Deve funzionare, altrimenti non ci sarà partita. Il centrosinistra sarà competitivo solo se le liste di Salvemini e di Delli Noci stanno insieme. Dovrebbero riproporsi sin dal primo turno con un ticket: sindaco uno e vice sindaco l’altro».
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