Perde un pullman e anche il lavoro: «Aiutatemi»

Giovanni Mondello
Giovanni Mondello
di Bernardetta PENNETTA
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Venerdì 26 Agosto 2016, 20:28 - Ultimo aggiornamento: 20:29
Lo lasciano a terra perché non ci sono più posti sul pullman e perde il lavoro. Per Giovanni Mondello la fortuna bussa alla sua porta: lui apre, la saluta e prima che possa accoglierla questa si è già dissolta. La storia del 48enne originario di Messina, ma residente da diversi anni nel leccese, ha un retrogusto amaro e per molti versi drammatico. «Lecce mi piace tantissimo, ma ho dovuto trasferirmi in paese per via degli affitti molto onerosi». Arrivato nel capoluogo salentino, Giovanni, sposato con due figli, si dedica per un periodo alla vendita di gadget. Poi trova lavoro come magazziniere presso un supermercato, chiuso un anno dopo per fallimento. Ed ecco iniziare i problemi economici, ma Giovanni non si perde d’animo. Trova dei lavoretti “alla giornata” per garantire l’essenziale in casa. Però non è sufficiente. Arriva lo sfratto e neppure in questo caso l’uomo si dispera. Riceve aiuti da alcune onlus, dalla Caritas. «Può un uomo vivere di soli sussidi?», ha chiesto in diverse occasioni, arrivando a partecipare nel 2015 al programma televisivo “Mi manda Rai 3”.
Soltanto il 17 agosto la speranza inizia a prendere forma: Giovanni riceve una telefonata da Bologna. È il titolare di una impresa edile a contattarlo: gli propone di lavorare per la sua ditta come manovale. Ovviamente, emozionato, accetta e l’appuntamento di lavoro viene fissato per la domenica del 21 agosto proprio sul cantiere. Nelle immediatezze, l’uomo si trovava a Messina in casa della madre. Si reca in stazione per prenotare un posto sul treno ma non ci sono biglietti. Prova con i pullman. Ne trova uno e prenota il suo posto per il 20 alle 19. Ma per ironia della sorte quel pullman non passa. Alle 19.40 si fermano altri due pullman ma su nessuno dei due lui e altri passeggeri sono potuti salire perché erano arrivati già quasi pieni e l’autista li aveva invitati a salire sul bus successivo, di cui poi non c’è stata nessuna traccia. Per Giovanni l’amara sorpresa è arrivata quando ha chiamato il titolare della ditta bolognese per avvertirlo della disavventura e che avrebbe trovato il modo di raggiungere Bologna quanto prima. «A me serviva un operaio subito. Mi dispiace ma metterò qualcun altro al suo posto perché dobbiamo terminare dei lavori con urgenza».
Oltre all’occasione del lavoro perduta a Giovanni non è stato neppure rimborsato il biglietto del pullman: 78 euro persi e l’impossibilità di raggiungere Bologna per presentarsi sul posto di lavoro. Ora il suo appello si fa ancora più forte e disperato: «Spero che qualcuno si faccia avanti con una proposta di lavoro. Ho sempre lavorato nei supermercati come cassiere, magazziniere. Ma sarei ben felice di fare qualunque attività pur di riappropriarmi della mia dignità di uomo, marito e padre».
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