Perrone: «Troppe aspirazioni personali. Giliberti garantirà l’unità»

Perrone: «Troppe aspirazioni personali. Giliberti garantirà l’unità»
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Domenica 22 Gennaio 2017, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 17:01
Sindaco Paolo Perrone, la sua proposta di una rosa di cinque nomi per la candidatura a sindaco - Saverio Congedo, Roberto Marti, Gaetano Messuti, Attilio Monosi e Alessandro Delli Noci - ha creato più problemi che opportunità per il centrodestra e alla fine vi ha costretti alla ricerca di un candidato esterno. Cosa avete sbagliato?
«Non è così. Io ho segnalato coloro i quali già di fatto si stavano muovendo come possibili candidati sindaco. Coloro i quali, secondo i più, potevano essere in grado di rappresentare la coalizione. Purtroppo, non c’è stata la volontà, da parte dei singoli, di subordinare i propri interessi a quelli della nostra coalizione».

Ma non pensa che con la candidatura di un esterno vada dispersa l’eredità politica sua e di Adriana Poli Bortone? È il fallimento della classe dirigente del centrodestra e della sua giunta per l’incapacità di trovare una sintesi politica?
«Per nulla. Mauro Giliberti permette al centrodestra di partecipare unito alle Comunali 2017. E, quindi, di accorciare le distanze fra Cor e Forza Italia. Giliberti porta in dote l’unità alla coalizione. E non penso assolutamente che questo sia un fallimento. Giliberti prende il testimone di questi 20 anni e può rappresentare la continuità, anche perché gli uomini che parteciperanno alla coalizione di centrodestra sono quelli che hanno animato la politica e l’amministrazione cittadina fino a oggi. Lo considero un prosecutore della mia attività».
 
Secondo alcuni il fatto che lei abbia insistito tanto su Congedo, suo cognato, è stata la vera causa degli scontri. E lo stesso Congedo, in un’intervista a Quotidiano, ha detto che si sarebbe aspettato dal centrodestra una scelta diversa.
«Conoscendo Lecce e il nostro elettorato ho segnalato Congedo perché era il più forte, colui che avrebbe avuto più chance di vincere. Mi dispiace che questa opportunità sia stata bruciata, ma quel nome doveva trovare l’unità almeno all’interno dei Cor. Non è stato così e, soprattutto, anche il nome di Congedo si è dovuto scontrare con chi non ha ritenuto di subordinare le proprie aspirazioni all’unità del centrodestra».

Il suo vicesindaco Gaetano Messuti, sostenendo di essere stato boicottato, ha detto che lei avrebbe potuto essere un padre nobile per questo centrodestra. Cosa risponde?
«Messuti ha scelto una precisa strategia: offrire la disponibilità di Forza Italia sul suo nome. Ma non mi risulta che Forza Italia si sia mai espressa in modo unanime in suo favore. Sul padre nobile lo ringrazio, ma è padre nobile chi finisce la sua carriera politica e io ho intenzione di continuare la mia, a partire dalla prossima campagna elettorale, nella quale sarà candidato al Consiglio comunale».

I bene informati parlano di forti scontri con il deputato Roberto Marti che la ritiene corresponsabile della mancata scelta di un nome interno ai Cor...
«Per carità. Sono responsabile io insieme a tutti coloro i quali sono stati protagonisti di questa vicenda. E, quindi, anche lui. Ricordo soltanto che quando, alle Regionali del 2010, si è trattato di scegliere dove schierarsi e chi sostenere, io diedi una mano Marti nonostante fosse candidato anche mio cognato, Congedo. È stata una scelta strategica. Talvolta Marti e io ci troviamo d’accordo, ed è successo quando io l’ho aiutato, e talvolta no. Il nostro rapporto rimane, comunque, solido».

Si parlava di una staffetta fra lei e Marti al Parlamento. Ora cosa accadrà?
«Aspettiamo la legge elettorale. Mi auguro ci sarà spazio per tutti».

Difficile che la città possa esprimere due parlamentari, spogliando di rappresentanza la provincia, non crede?
«Dipende sempre dalla legge elettorale. Ci sono stati periodi in cui Lecce ha espresso anche tre parlamentari».

Chi ha indicato Giliberti come candidato sindaco? Lei, Raffaele Fitto o Adriana Poli Bortone?
«La sua candidatura nasce da un mio ragionamento con Fitto e poi il suo nome è stato proposto a Forza Italia».

Le è stata sempre riconosciuta la capacità di tenere unito il centrodestra in Consiglio comunale anche nei momenti politicamente più difficili. Giliberti, che è figura estranea alla politica, potrà godere della stessa forza?
«Giliberti avrà sicuramente un vantaggio. Quello di poter esprimere il più forte centrodestra nella campagna elettorale. E, quindi, sono convinto che avrà grosse chance di vincere al primo turno. D’altro canto questa armata così composita e diversificata dovrà trovare poi in lui una sintesi. Sarà questo il primo, grande scoglio che Mauro dovrà affrontare».

Cosa lascia in eredità al candidato sindaco?
«Dal punto di vista politico, lascio una coalizione fortissima, pur composta da sensibilità diverse. L’incapacità del centrosinistra in queste ore di trovare un candidato sta a indicare proprio che considera questa come una partita impossibile da vincere. Dal punto di vista amministrativo, lascio una città cresciuta, un bilancio sano e pulito, tanti progetti e tanti finanziamenti. E gli lascio anche l’obbligo di continuare su questa strada, offrendo ai cittadini la prospettiva di una crescita ulteriore. Starà a lui indicare su quali direttrici».

Su cosa, in particolare, dovrà assicurare continuità?
«Nell’attività di miglioramento della qualità della vita. Dovrà valorizzare le vocazioni della città, dovrà socializzare le opportunità e continuare nel percorso di miglioramento degli standard qualitativi dei servizi. Un aspetto tanto più importante perché la nostra città non è più soltanto nostra, ma è città del mondo, visitata ogni anno e tutto l’anno da turisti che si aspettano servizi in linea con gli standard europei».

Quale errore non deve commettere Giliberti?
«Non dovrà dimenticare mai di avere come stella polare la propria coscienza e il bene dei nostri concittadini, anche scegliendo, quando e se sarà necessario, la via politicamente più impervia, rischiosa e difficile».

Il candidato sindaco ha incontrato i CoR e lunedì incontrerà gli assessori. Qual è lo scopo dell’incontro?
«Avrà carattere organizzativo rispetto alle attività che sono in essere, per immaginare quali saranno ultimate in questo mandato e quali produrranno effetti anche dopo, a partire dai 18 milioni di finanziamento per le periferie».

Il centrodestra dovrà fare i conti con Alessandro Delli Noci, ex suo assessore che ha voltato le spalle. È preoccupato?
«Delli Noci sta inseguendo una sua aspirazione personale. Vale per lui il discorso fatto per gli altri. Poi ha avuto rassicurazioni che lo hanno portato a uscire dal centrodestra, ma oggi quelle rassicurazioni sono venute a mancare e Delli Noci si trova in mezzo a un guado. Quando il centrosinistra sceglierà il proprio candidato e si sgonfierà l’ipotesi di una convergenza su di lui, non gli resteranno che due strade. La prima è rientrare a casa, magari con una sua lista, anche perché non troverei giusto dovergli trovare un collocamento a danno di altri. L’altra strada, se ha tanto coraggio quanta ambizione e presunzione, è continuare da solo. E questo, dal punto di vista politico, per me non rappresenta un grande rischio. Basti vedere come ha impostato la sua campagna e valutare la credibilità di una iniziativa che nasce a sei mesi dalle elezioni e da chi, per quattro anni e mezzo perno dell’amministrazione di centrodestra, si rivolge oggi a un elettorato che non è nostro».
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