Ha scelto il rito abbreviato e vuole risarcire le otto donne vittime delle violenze sessuali costategli l'arresto il medico ortopedico Sergio Cosi, 66 anni, di Tricase, nel Basso Salento. Nell'udienza preliminare di oggi davanti alla giudice del Tribunale di Lecce, Giulia Proto, la strategia difensiva è stata esposta dagli avvocati Luigi Covella e Stefano Bortone alla presenza dei colleghi che assistono le donne intenzionate a costituirsi parte civile, ossia gli avvocati Attilio De Marco, David Alemanno, Luca Puce, Alvaro Storella e Davide Micaletto. Le costituzioni sono state rinviate alla prossima udienza del 15 settembre se nel frattempo non dovessero andare a buon fine i risarcimenti proposti dall'imputato alle vittime. In caso positivo otterrebbe la riduzione di un terzo della pena che andrebbe ad aggiungersi alla medesima riduzione prevista dal rito abbreviato.
Le accuse
Violenza sessuale aggravata è l'ipotesi di reato contestata all'ortopedico, nell'inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Erika Masetti, con i carabinieri che il 25 novembre dell'anno scorso lo vide finire agli arresti domiciliari perché accusato di abusi sulle pazienti durante alcune delle visite svolte in una clinica di Casarano.
E, a riscontro del racconto già fatto dalla prima vittima, fu possibile constatare, almeno in altre quattro occasioni, che il professionista abusò della sua autorità per far adagiare le pazienti sul lettino dello studio e poi palpeggiarle, fino a praticare loro, in alcuni casi, anche atti sessuali. Di 62, 51, 56 e 69 anni, le prime quattro vittime individuate dall'inchiesta.
Il medico risponde anche di lesioni personali aggravate perché in una occasione, con delle manipolazioni finalizzate al compimento dell’atto sessuale, avrebbe provocato una cervicalgia giudicata guaribile in sette giorni, con l’aggravante di aver commesso il fatto proprio in occasione della commissione del delitto di violenza sessuale e al fine di eseguire lo stesso reato.
Gli approcci
Approcci di natura sessuale palesamente non condivisi - sostengono questo le carte del fascicolo - dalle pazienti. Con palpeggiamenti di zone del corpo non interessate alla patologie, con il medico che a volte si sarebbe parzialmente denudato e con l’uso di uno spray capace di affievolire le capacità di reazioni delle vittime sempre con il pretesto - siamo sempre sul fronte dell’accusa - di stare facendo terapia, sebbene le frasi ed i commenti registrati sembrano indicare espressioni di compiacimento sessuale.
L'ordinanza
Un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare sosteneva proprio questa circostanza. Un passaggio ripreso dalla richiesta del pubblico ministero Masetti, citato dalla gip Laura Liguori: «Cosi sfrutta la professione medica al fine di soddisfare i propri impulsi sessuali, che soddisfa praticando massaggi e manipolazioni (peraltro non richieste ed effettuate in parti del corpo affatto coerenti con le patologie lamentate dalle pazienti donne) e progredendo poi, con mosse totalmente avulse dal contesto medico ed ortopedico oltre che repentine, in vere e proprie intrusioni ed aggressioni della sfera sessuale delle pazienti, con pratiche sessuali di varia natura».