Procura generale, nove candidati. Motta ci prova prima della pensione

Procura generale, nove candidati. Motta ci prova prima della pensione
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Giovedì 29 Ottobre 2015, 10:44 - Ultimo aggiornamento: 10:46

C’è anche il procuratore capo Cataldo Motta tra i nove magistrati in corsa per la nomina a procuratore generale presso la Corte d’Appello di Lecce. Con Motta corrono Antonio Maruccia, Francesco Mandoi, Claudio Oliva il tarantino Pietro Argentino. Da fuori distretto Giuseppe Corasanti, Mario Spagnuolo, Antonio La Rana e Carlo Maria Capristo.

(di Erasmo Marinazzo) - Settant’anni compiuti il 19 luglio scorso, ancora un anno a capo della Procura di Lecce grazie alla recente proroga della legge del Governo Renzi che ha portato da 70 a 71 anni il termine del pensionamento dei magistrati. E ora Cataldo Motta si candida a guidare la Procura Generale della Corte di Appello per i prossimi otto anni. Il suo nome è fra i nove aspiranti a prendere il posto che dovrà lasciare il 31 dicembre Giuseppe Vignola per via di quell’inciso della norma annunciata come un’iniziativa per favorire il turn over dei magistrati e che prevede comunque il pensionamento a 72 anni compiuti.

Proroga non prevista quest’ultima, salvo poi venire incontro alla necessità di allungare i tempi per consentire al Csm di varare le nuove nomine. E siccome l’istituto delle proroghe riserva spesso sorprese e novità inattese, il procuratore di Lecce - oltre che capo della Direzione distrettuale antimafia - ha ritenuto di non perdere l’occasione per chiudere la carriera con un incarico dirigenziale. Fra due anni, infatti, scade il mandato di capo della Procura di Lecce. Motta punta a sovrintendere il lavoro della Procura di Lecce, di quella di Taranto guidata da Franco Sebastio e di quella di Brindisi guidata da Marco Di Napoli. Il suo nome, peraltro, è in cima alla graduatoria per anzianità stilata dal Csm alla chiusura del termine delle domande, il 15 ottobre scorso.

La concorrenza tuttavia c’è, è qualificata e proviene in parte dal Salento.

C’è Antonio Maruccia, da tre anni avvocato generale dello Repubblica presso la Corte d’Appello di Lecce e in procinto, per il suo ruolo, di guidare la Procura generale nell’interim fra il pensionamento di Vignola e la nuova nomina. C’è Claudio Oliva, sostituto procuratore generale della Corte d’Appello. C’è Francesco Mandoi, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia (Dna). E ad aspirare a questa carica c’è anche il procuratore aggiunto di Taranto Pietro Argentino.

Le domande sono arrivate anche fuori dai confini distrettuali. Come quella di Giuseppe Corasanti, sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione e docente di “Informatica giuridica e logica giuridica” all’Università degli studi di Roma. Vorrebbe proseguire la carriera a Lecce nella stanza del procuratore generale anche Mario Spagnuolo, procuratore capo di Vibo Valentia. Ambizione condiviso con Antonio La Rana, che ricopre questo il ruolo di procuratore generale dal 2011 a Campobasso. Infine nell’elenco dei nove candidati compare pure il nome di Carlo Maria Corrado Capristo, procuratore capo a Trani. Tempo un paio di mesi e la quinta commissione del Csm potrebbe sottoporre la rosa di candidati, o il candidato unico indicato all’unanimità, al plenum. Prima della primavera dell’anno prossimo, insomma, si conoscerà il successore dell’attuale procuratore generale Giuseppe Vignola.

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