«Prosecco? Etichetta nostra, ma il produttore è veneto»

«Prosecco? Etichetta nostra, ma il produttore è veneto»
di Paola ANCORA
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Venerdì 18 Agosto 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 14:08

 Per un bicchiere di Prosecco, “Martin perse la cappa”. O quasi. Ma non di abbazie e monaci si parla lungo il a dir poco frizzante litorale gallipolino, ma di etichette e vini offerti ai clienti da uno dei lidi più chic e rinomati della costa: il Punta della Suina. A scatenare la guerra del Prosecco, è stato proprio Tommaso Razzolini, giovane assessore al Turismo del Comune di Valdobbiadene, provincia di Treviso, patria del Prosecco. Accomodatosi a uno dei tavoli del lido, l’amministratore veneto ha chiesto lumi al personale sulla bottiglia di “Prosecco Millesimato Lido Punta della Suina”, venduta a 25 euro la bottiglia. Sentendosi rispondere che si trattava di un vino locale - così riferisce Razzolini - ha affidato il suo sconcerto a Facebook: «Ho risposto che essendo assessore nel Comune di Valdobbiadene conosco le regole e non mi risulta possibile produrre il Prosecco all’infuori di una determinata area». 
Tanto è bastato per scatenare la polemica. Perché se è vero che oggi qualunque tipo di vino bianco frizzante viene indicato dai più come “prosecco”, è vero pure che la titolare del lido conosce le regole e il disciplinare del vero Prosecco, e all’assessore Razzolini non le ha mandate certo a dire. «Abbiamo selezionato un Prosecco veneto - ha spiegato Simona Guerra - che ci arriva direttamente dal produttore, personalizzando le bottiglie con il nostro brand, come fanno moltissimi bar e ristoratori di ogni parte d’Italia». 
Dunque sull’etichetta a fronte i clienti trovano scritto “Lido Punta della Suina”, ma «sul retro è indicato il produttore, la zona di produzione e tutte le informazioni obbligatorie per legge. Io non so con chi abbia parlato l’assessore in questione - ha continuato stizzita l’imprenditrice - ma so che questo signore voleva pagare la bottiglia 15 euro anziché 25, come da listino. Gli sarebbe stato sufficiente girare la bottiglia per scoprire che non c’è alcun caso da denunciare ed evitare polemiche inutili». 
Razzolini, intanto, aveva segnalato tutto ai Consorzi di tutela veneti della Docg Conegliano Valdobbiadene e della Doc Prosecco. «Ma io non sono affatto pentita - ha incalzato Guerra - perché molti nostri avventori trovano carino portarsi a casa la bottiglia come souvenir e la nostra mission è offrire loro un soggiorno pieno di cure, amore e attenzioni che non intendiamo certo far venire meno. Non capisco cosa ci possa essere di male a personalizzare una bottiglia di vino. Anche perché ci accolliamo un costo maggiore, derivato dalla necessità di creare logo ed etichette ad hoc, in accordo con il produttore. L’assessore - ha poi concluso - non aveva nulla di meglio di fare, evidentemente, ma noi lavoriamo: non possiamo andar dietro a tutti i folli sulla spiaggia». 
 
A dar man forte alla imprenditrice salentina, anche il produttore di quel Prosecco venduto sulla costa gallipolina, Andrea Ceschin. Che si è tenuto alla larga dalle polemiche, ma ha precisato che «legalmente si può fare: creare una etichetta a fronte, con un logo del locale, e riportare sul retro le informazioni legali e obbligatorie del disciplinare. Chiunque dovrebbe saperlo - ha sottolineato l’imprenditore - anche se mi rendo conto che, una volta varcati i confini del Veneto, non molti sanno cosa sia esattamente il prosecco». Perché arrivare al bar e ordinare “le bollicine”, per chi non s’intende di vino, in molti casi è ancora considerato sinonimo di prosecco. Mentre in quel mondo frizzante che accompagna aperitivi e feste da gennaio a dicembre, degustare delle bollicine può voler dire ordinare un Franciacorta o uno champagne. Non soltanto prosecco. 
Nella serata di ieri, Razzolini - raggiunto telefonicamente - ha aggiunto: «Quando ho chiesto informazioni, il signore che mi ha servito mi ha detto che si trattava di vino prodotto in zona.

E questo non poteva essere, ma la bottiglia non l’ho vista. Mi rendo conto che potrebbe essere stata la risposta veloce data a un turista fra tanti, ma a me ha destato perplessità. Mi sono anche stupito di come sia montata la polemica sul mio post». E infine la specifica: «Non ho nulla contro il Salento e la Puglia e non vorrei che qualcuno desse letture politiche di questa vicenda. Solo che ciò che il lido dice oggi non è quello che è stato detto a me, ma a parte questo l’accoglienza dalle vostre parti è unica e invidiabile». Meritevole di un brindisi davanti al mare di Gallipoli. Naturalmente a base di Prosecco. Prosit. 

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