Salvemini alla conta in Aula: «Accordo sul programma
o ne trarrò le conseguenze»

Salvemini alla conta in Aula: «Accordo sul programma o ne trarrò le conseguenze»
di Paola ANCORA
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Venerdì 13 Ottobre 2017, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 18:11

Si aspetterà l’ultima parola del Consiglio di Stato sulla definitiva composizione dell’Aula di Palazzo Carafa. Poi, se anche i giudici di Palazzo Spada dovessero accogliere le ragioni del centrodestra, e solo in questo caso, allora il sindaco Carlo Salvemini si presenterà al nuovo Consiglio: «Verificherò - spiega - se ci saranno o meno le condizioni politiche per continuare a lavorare nell’interesse esclusivo dei cittadini. Mi rivolgerò all’Aula per capire se e quanti consiglieri sono disponibili a sostenermi, condividendo le linee programmatiche di mandato. Poi ne trarrò le conseguenze».
Per ora Salvemini è determinato «ad andare avanti. Non è in discussione la mia elezione - specifica - ma la composizione del Consiglio». E i binari ideali lungo i quali si muoverà sono due. Il primo: dopo la convalida del nuovo assetto dell’Aula, con 17 seggi al centrodestra, si presenterà al Consiglio esponendo il suo programma, gli obiettivi che intende raggiungere, le linee strategiche da seguire.
Dialogo sarà la parola chiave di questa prima fase, con una mano tesa a quanti vorranno condividere il programma, in particolare nei suoi capitoli più strategici e caratterizzanti. Spingendo gli avversari sul terreno dei contenuti, sugli obiettivi di mandato, Salvemini cercherà di ottenere il “sì” di quanti, anche neoeletti nel centrodestra, hanno fino a oggi marcato una certa distanza dai “falchi”, dagli amministratori di più lungo corso.
La parola chiave della fase immediatamente successiva sarà logoramento. Il sindaco è deciso a continuare sulla strada del cambiamento delineata già in campagna elettorale con l’alleanza con Alessandro Delli Noci. Non si lascerà logorare da un centrodestra maggioranza in Aula. Tanto più che questi primi mesi di amministrazione - è convinzione della coalizione di governo - hanno consolidato i consensi già acquisiti e avvicinato gli scettici in un momento di forte crisi del centrodestra, con una fuga generalizzata da Direzione Italia, un riassetto nazionale delle alleanze e tanti leader e big di partito a caccia di una postazione utile per l’elezione al Parlamento in vista delle prossime Politiche.
«Intendo continuare a lavorare come ho fatto finora - prosegue Salvemini -. Attenderò la conclusione del procedimento giurisdizionale, che ora si formalizzerà con i ricorsi in appello davanti al Consiglio di Stato, e fino a quando non verrà cristallizzata la definitiva composizione del Consiglio, con l’attribuzione o meno alla mia coalizione del premio di maggioranza, continueremo a lavorare così. Poi gli scenari che si definiranno costringeranno me, come capo dell’amministrazione, a verificare se ci saranno le condizioni politiche per poter continuare».
 
I tempi saranno brevi, come sempre quando si tratta di materia elettorale. Decisiva la posizione che i giudici del Consiglio di Stato assumeranno sulla richiesta di sospensiva, con decreto monocratico, avanzata nelle prossime ore dai consiglieri di centrosinistra rimasti fuori dall’Aula dopo la decisione del Tar Lecce. Se la sospensiva venisse accolta, infatti, la composizione del Consiglio resterebbe quella attuale fino alla decisione di merito.
«Fino a quando non si determineranno fatti nuovi - continua il sindaco - la maggioranza è questa, la composizione è questa e quindi l’amministrazione va avanti. In ogni caso, quella che ci troveremmo davanti (con la maggioranza di consiglieri di centrodestra, il cosiddetto caso dell’“anatra zoppa”, ndr) non sarebbe una situazione inedita.

Io mi rivolgerò al Consiglio, credo ci siano le condizioni di agibilità: chi fa il sindaco lavora nell’esclusivo interesse dei cittadini. Se non ci saranno le condizioni per garantire alla città la governabilità, intesa come impegno per attuare politiche al servizio della cittadinanza - conclude Salvemini - si faranno, evidentemente, i passi successivi. Ne trarremmo le conseguenze». E si aprirebbe quindi la strada a possibili dimissioni.

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