Scritte No Tap: deturpati anche gli Agostiniani

Scritte No Tap: deturpati anche gli Agostiniani
di Erasmo MARINAZZO
3 Minuti di Lettura
Lunedì 16 Aprile 2018, 19:35
No Tap, compare una nuova scritta su un edificio di interesse storico-culturale. Era successo anche durante la manifestazione del 16 marzo organizzata a Lecce per contestare l’anno trascorso dall’inizio lavori del gasdotto di San Foca. “Colpito” tra gli altri l’Apollo. Ed è successo di nuovo nelle scorse ore sui muri dell’ex convento degli Agostiniani, accanto alla rotonda di piazza dei Bastioni (all’incrocio con viale Foscolo). Una scritta all’esterno della struttura destinata a diventare “Centro di civiltà giuridica”: “Saverio libero. No Tap”, il messaggio.
Messaggio inequivocabile: Saverio è Saverio Pellegrino, 52 anni, di Andrano, arrestato mercoledì notte della scorsa settimana durante uno dei ripetuti tentativi di fermare l’ingresso dei mezzi diretti al cantiere Tap con pietre sparse per strade e con l’incendio di un cassonetto. Era nel gruppo di anarco-insurrezionalisti e di contestatori che, pur non riconoscendosi in questa aggregazione, hanno sposato la linea della contestazione violenta.
Cinque grosse pietre sono state trovate dalla polizia nelle tasche del gilet. A Pellegrino sono state contestate le ipotesi di reato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate per la reazione che avrebbe avuto quando è stato bloccato da quattro agenti del Reparto mobile (specialisti nelle situazioni più critiche di ordine pubblico). Alcuni di loro lo hanno indicato come uno degli autori della sassaiola contro i poliziotti che hanno liberato la strada per consentire il passaggio dei mezzi diretti al cantiere.
È stato particolarmente sentito il provvedimento cautelare adottato dalla Procura e dalla polizia. Non fosse altro perché Pellegrino è uno dei componenti storici della cellula salentina degli anarco-insurrezionalisti. Ed anche perché questo movimento, mettendo al centro la libertà dell’uomo, non riconosce allo Stato la possibilità di limitare quella stessa libertà.
Per questo un gruppo di contestatori ha accompagnato i passaggi di Pellegrino dalla Questura al carcere di Borgo San Nicola, nella giornata di mercoledì. Ed ha seguito all’esterno del Tribunale, l’udienza di giovedì di convalida dell’arresto. Quella in cui il giudice della seconda sezione penale, Marcello Rizzo, ha attenuato la misura ritenendo sufficienti gli arresti domiciliari.
Una vicenda che avrà presto sviluppi: giovedì prossimo si celebrerà il processo per direttissima. E l’avvocato Carlo Sariconi potrà depositare l’esito delle indagini difensive, ossia filmati e foto fatte dagli altri manifestanti. Tutto materiale che il giudice confronterà con quello a disposizione della Procura per stabilire se ed in che termini Pellegrino sia responsabile della accuse che lo hanno privato della libertà.
Per Tap la Procura è chiamata a fare gli straordinari: è in corso anche l’inchiesta nata dalla denuncia di 33 manifestanti sulle violenze che avrebbero subito durante la manifestazione del 9 dicembre dell’anno scorso.
Intanto la città disapprova lo sfregio ad uno dei monumenti attorno al quale cresce l’attesa per l’inaugurazione (ci vorranno alm<CF4001>eno due mesi per terminare gli impianti e sottoporlo poi al collaudo). Un coro di proteste si era levato al termine del corteo del 16 marzo che si lasciò dietro le scritte sui muri del teatro Apollo e della scuola elementare “Cesare Battisti”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA