«Ho tamponato e picchiato il bidello, molestava mia figlia»

«Ho tamponato e picchiato il bidello, molestava mia figlia»
di Erasmo Marinazzo
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Mercoledì 23 Maggio 2018, 08:17
Si tinge di tonalità chiaro-scure l’aggressione subita l’altro ieri mattina a Squinzano da un bidello mentre andava scuola in bicicletta: l’uomo che l’ha travolto alla guida di una Lancia Y nera, che lo ha colpito a bastonate spezzandogli entrambi gli avambracci e che gli ha procurato ferite per le quali si sono resi necessari 175 punti di sutura, ha raccontato ai carabinieri di una reazione per le molestie telefoniche che avrebbe subito la figlia. Se il motivo scatenante di un pestaggio che, vista la veemenza, avrebbe potuto avere conseguenze ben più drammatiche, sia stato effettivamente questo e se è vero che la ragazza abbia ricevuto messaggi dal cellulare del bidello sono circostanze che stanno appurando le indagini dei carabinieri della stazione di Squinzano. Certo è che non si sia trattato di una lite per questioni di viabilità. Come è certo anche che fino a questo momento la posizione dell’aggressore è tenuta in sospeso in attesa di chiarimenti.

E’ stato lui a presentarsi lunedì mattina nella caserma dei carabinieri, consapevole che lo stessero cercando per via della gravità delle ferite inferte al bidello. Ed in quella circostanza ha sostenuto di aver perso la testa. Di aver agito di impulso. Di essersi portato dietro un bastone per dargli una lezione.
È stato denunciato a piede libero per lesioni gravi, dopo aver sentito il parere del pubblico ministero di turno della Procura di Lecce, Maria Vallefuoco. Ha rischiato l’arresto per la violenza messa in quel pestaggio. Ed invece le sue parole hanno fatto nascere la necessità di chiarire cosa sia effettivamente accaduto.

Innanzitutto: quei messaggi con le avance sono stati effettivamente inviati? E da parte di chi? Il telefono cellulare da cui dovrebbero essere partiti lo usa solo il bidello? O anche un eventuale figlio più o meno della stessa età della ragazza corteggiata via messaggio?
Sono domande che si sta facendo anche la comunità scolastica dove presta servizio il bidello. Perché viene considerato, per averlo dimostrato, una persona per bene. Un padre di famiglia, un uomo affidabile e consapevole di come debba comportarsi con gli adolescenti. Insomma, chi lo conosce non riesce ad accettare l’idea che quell’uomo, di 60 anni, possa mettersi a corteggiare una teen ager. E per giunta, con i messaggi telefonici. 
Intanto l’aggressore si è rivolto all’avvocato Fiorindina De Carlo per difenderlo e per capire se e quali conseguenze potranno avere le parole riferite in caserma dopo aver pestato e mandato in ospedale il bidello.
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