Tap, da Lecce il no al tracciato Snam: "Rischi ambientali"

Tap, da Lecce il no al tracciato Snam: "Rischi ambientali"
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Ottobre 2017, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 10:58

Primo no del Comune di Lecce al tracciato del metanodotto Snam che porterà il gas di Tap fino alla zona di Brindisi: "E' dannoso all'ambiente e incompatibile con il nostro territorio". La bocciatura è nella delibera che l'amministrazione guidata da Carlo Salvemini ha preparato in vista del Consiglio di dopodomani e che verrà discussa questa mattina in Commissione. Il centrosinistra di Palazzo Carafa - di cui fa parte anche il Pd - esce così allo scoperto dopo le polemiche dei mesi scorsi e si schiera contro il passaggio dei tubi nel territorio di Lecce accendendo i riflettori anche sull'espianto di  migliaia di ulivi secolari: il documento tecnico a supporto della delibera è stato messo a punto dagli uffici dell'assessorato all'Urbanistica guidato da Rita Miglietta ed è condiviso dallo stesso sindaco a cui da più parti era stato chiesto di prendere posizione.

Il Comune entra nel merito del tracciato spiegando che i circa 22 chilometri (dei 55 complessivi) che in territorio leccese incrociano aree coltivate con uliveti "anche secolari" con la conseguenza di "una sostanziale modifica del paesaggio” e che l’ampia superficie del cantiere porterebbe a “evidenti cadute negative sull’attività agricola”. Nel parere negativo messo nero su bianco nella delibera si fa riferimento alla presenza di circa 8.000 ulivi da espiantare dei quali 3.000 ricadenti nel territorio del capoluogo. “Il rischio di trasformazione permanente della fascia di territorio interessata dal passaggio del metanodotto - recita la delibera - con il mancato attecchimento delle alberature, inciderebbe fortemente su un paesaggio ad alta valenza ambientale, compromettendo il rapporto tra le aree naturali e le aree rurali olivetate”. Il no del Comune è motivato anche dalla presenza di alcune aree archeologiche. 

Ma si guarda anche oltre. Il Comune di Lecce - qualora il Ministero decida comunque di realizzare il gasdotto con il relativo tracciato Snam - si propone l'obiettivo di “stabilire specifiche misure di ristori ambientale e paesaggistico commisurate non esclusivamente al valore economico degli ulivi eventualmente distrutti, ma anche alla perdita del complesso paesaggistico ed ecologico costituito dallo spazio rurale attraversato dal metanodotto nonché dai servizi ecosistemi persi a causa del passaggio della condotta” e “di richiedere la stipula di un’adeguata polizza fideiussoria a garanzia dell’attecchimento di tutti gli alberi coinvolti nella realizzazione del metanodotto”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA