Tap e metanodotto Snam: un tracciato di 55 Km tra gli ulivi del Salento

Un metanodotto
Un metanodotto
di Paola ANCORA
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Mercoledì 4 Maggio 2016, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 14:12

Campagne, anche con ulivi secolari, agrumeti, masserie e strade sterrate: il metanodotto Snam Rete Gas, che porterà il gas della Tap nella rete di distribuzione nazionale, seguirà un percorso di 55 chilometri e 90 metri, da Melendugno a Brindisi.
Nei giorni scorsi Snam ha inviato il progetto ai Comuni interessati dal tracciato: deposito obbligatorio per far partire l'iter propedeutico all'esproprio. E lo ha inviato poi anche agli altri enti competenti (Soprintendenza, Provincia, Autorità di Bacino, enti gestori delle aree parco) che dovranno esprimere un parere, obbligatorio ma non vincolante, nell'ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via), afferente al ministero dell'Ambiente.
La realizzazione dell'opera, ritenuta di interesse nazionale, riveste "carattere d'urgenza", come è scritto nella relazione tecnica redatta nel settembre 2015 e depositata oggi. E così, Snam ha avviato contemporaneamente sia l'iter propedeutico all'esproprio dei terreni (tecnicamente, il "vincolo preordinato all'esproprio") che quello di Via.
Snam procede con celerità perché "il numero dei proprietari dei terreni interessati è superiore a 50": si tratta di terreni che si trovano nei Comuni di Melendugno, Vernole, Castrì, Lizzanello, Lecce, Surbo per la provincia di Lecce e Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Brindisi, per un tracciato totale di lunghezza pari a 55 chilometri e 90 metri. E sempre ai fini dell'esproprio il valore dell'opera è stato stimato in 188 milioni e 683mila euro.

Il cantiere riguarderà tanto la realizzazione del metanodotto vero e proprio che la costruzione dell'impianto di misura e area "trappole" a Melendugno, dove approderà il gasdotto Tap, che l'ampliamento dell'impianto già esistente a Brindisi, in località Masseria Matagiola.
La costruzione - evidenzia Snam nella relazione tecnica - dovrà cominciare perentoriamente entro il mese di giugno 2017 e i lavori, compreso il ripristino dell'habitat ambientale, dovranno concludersi entro due anni.
Trattandosi di un metanodotto di diametro superiore agli 800 millimetri e di lunghezza superiore ai 40 chilometri deve ottenere una Valutazione di impatto ambientale positiva - comprensiva di Valutazione di incidenza - come previsto dal Codice dell'Ambiente. E su questo è competente il ministero dell'Ambiente. Deve poi ottenere anche l'autorizzazione paesaggistica, per la quale è invece competente la Regione Puglia. Ed è nell'ambito di queste procedure autorizzative che esprimeranno il loro parere la Soprintendenza per i Beni culturali, gli enti gestori delle aree protette, la Regione, le Province di Lecce e Brindisi, l'Autorità di Bacino.
Il metanodotto passerà ad una distanza, calcolata da Snam, di 20 metri dai fabbricati che si trovano lungo il percorso. Un percorso che passa vicino a diverse masserie, per esempio Masseria Ospitale, e circumnaviga anche l'Abbazia di Cerrate. Più precisamente, partendo da Melendugno, il tracciato del metanodotto si snoderà lungo alcune aree coltivate a uliveto, nelle quali insistono - precisa Snam - anche ulivi secolari, per salvare i quali ci si muoverà "fra i filari" per "minimizzare l'impatto". All'altezza di Pisignano, il metanodotto costeggerà il cimitero e riprenderà la via della campagna, sovrapponendosi in alcuni casi a stradine sterrate per evitare l'espianto di numerosi alberi. A Lizzanello il tracciato attraversa un'area boscata e poi di nuovo uliveti, più radi, e poi di nuovo campagne con ulivi secolari "di grosse dimensioni". Passerà vicino al Parco di Rauccio, attraverserà area a seminativo e agrumeti, fino al Bosco della Lizza: qui il tracciato prevede una distanza di 100 metri dall'area boscata e vincolata. Poi, fra zone di ulivi radi e strade sterrate e masseria, il metanodotto arriverà a Brindisi.
Ci sono ancora pochi giorni per visionare i progetti, depositati nei diversi uffici dei Comuni competenti.
E intanto gli enti preposti lavorano ai pareri richieste dalle procedure di Via. Come il Comune, anche la Provincia sta studiando il progetto, per dire la sua, "ma quel che valgono i nostri pareri - si sfoga il dirigente del settore Ambiente, Dario Corsini - lo abbiamo visto nella prima fase, con il progetto Tap. Abbiamo espresso parere contrario in sede Via e in Consiglio provinciale, ma non è servito a nulla".

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