Telecamere smart contro furti e rapine nelle zone industriali

La zona industriale di Lecce
La zona industriale di Lecce
di Valeria BLANCO
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Sabato 16 Febbraio 2019, 10:14

Telecamere smart: più che intelligenti, furbe. Capaci di rilevare movimenti sospetti, come auto che corrono troppo, oppure ferme per troppo tempo nello stesso posto; in grado di rilevare il movimento dei mezzi di notte, quando le aziende dovrebbero essere chiuse e, soprattutto, di lanciare l'allarme. È questo il fulcro di Azienda sicura, il progetto già finanziato dal Pon Legalità con 3,1 milioni di euro e che - una volta realizzato dal consorzio Asi - dovrebbe mettere in sicurezza le zone industriali di Lecce-Surbo, Casarano, Galatina-Galatone e Nardò. Con le economie, potrebbero anche essere coperte Maglie-Melpignano, Gallipoli e Tricase-Specchia-Miggiano.
E siamo già alla fase esecutiva: ieri l'associazione di tecnici che ha realizzato il progetto (gli ingegneri Claudio e Lorenzo Conversano, Antonio Notaro e Roberto Marzo e l'architetto Elisa Conversano) lo ha presentato al prefetto Maria Teresa Cucinotta e al questore Leopoldo Laricchia nel corso della riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza convocato proprio per discutere dei problemi delle aree industriali e dei trasporti su gomma. Troppi furti e rapine, negli ultimi mesi, hanno indotto imprenditori e sindaci a chiedere l'intervento del prefetto e una maggiore attenzione da parte delle forze dell'ordine. Il tutto, in attesa che il progetto Azienda sicura del Consorzio Asi, già finanziato, entri a regime. E questo dovrebbe avvenire entro 12 mesi, cioè all'inizio del 2020: poi chi lavora nelle zone industriali dovrebbe poter riuscire a vivere e a lavorare con maggior serenità.
Con i fondi a disposizione, saranno messe in sicurezza quattro zone industriali a partire da quella del capoluogo. «A Lecce - spiegano i tecnici - saranno operative una sessantina di telecamere tra quelle adibite alla lettura delle targhe, che copriranno tutti gli ingressi e le uscite, e quelle di contesto. Saranno disposte a fortino, in modo che per uscire dalla zona industriale si debba obbligatoriamente passare sotto due o tre telecamere. E saranno collegate a una struttura con più centrali operative dell'Asi, tutte interconnesse tra loro, che parlano: se c'è l'allarme su una centrale, tutte le centrali vengono automaticamente informate». E quando si parla di videocamere intelligenti, s'intende che questi occhi elettronici non si limiteranno solo a guardare, ma sapranno anche analizzare la situazione. «Le telecamere - precisa l'ingegnere Notaro - sono in grado di effettuare l'analisi dei video, rilevando in tempo reale le situazioni critiche come, ad esempio, auto ferme, auto che corrono troppo, l'uscita dai capannoni di mezzi in un orario in cui quell'azienda dovrebbe essere chiusa. In alcuni casi l'allarme partirà in automatico, in altri ci vorrà la mediazione di una control room, una centrale operativa Asi con operatori che valuteranno la situazione e allerteranno, se è il caso, le forze dell'ordine». Zone indipendenti come funzionamento, ma centralizzate con Lecce, telecamere non vandalizzabili. Più centrali operative sul territorio che lavoreranno in remoto, in luoghi che, per maggiore sicurezza, non saranno resi noti. Il progetto esecutivo è pronto e ci sono 12 mesi per farlo entrare in funzione, anche se la singola zona industriale potrebbe partire in tempi diversi, quandi anche prima del 2020. A marzo il progetto dovrebbe andare in gara, poi un ulteriore incontro con forze dell'ordine e imprese servirà a tarare il sistema per cucirlo addosso alle esigenze di ciascuna diversa area.
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