Ubriaco, investì un uomo: sospeso decreto di espulsione

Ubriaco, investì un uomo: sospeso decreto di espulsione
di Erasmo MARINAZZO
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Giovedì 8 Novembre 2018, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 08:17

Sospeso il provvedimento di espulsione dall'Italia del commerciante bulgaro che l'11 dicembre dell'anno scorso investì ed ammazzò in viale Marche Albino Saracino 60 anni, di Lecce: con un tasso alcolemico cinque volte superiore al limite fissato dal Codice della strada, travolse al volante di una Bmw lo scooter guidato dall'uomo per accompagnare il figlio 17enne alla stazione ferroviaria. Il giudice civile del Tribunale di Lecce, Piero Primiceri, ha accolto l'istanza presentata dall'avvocato Benedetto Scippa per conto di Marin Traykov, 35 anni.
Fissata al 27 marzo dell'anno prossimo la prima udienza del processo che dovrà stabilire se ci fossero i presupposti per applicare il decreto di espulsione valido per cinque anni, a firma del vice prefetto Claudio Sergi e notificato poche ore dopo che Traykov tornò libero per decorrenza dei termini di custodia cautelare dell'ordinanza che gli aveva contestato l'accusa di omicidio stradale aggravato dallo stato di ebbrezza. La Prefettura non si è costituita in giudizio né nel termine di dieci giorni dall'udienza e neanche nell'udienza di ieri.
Intanto il provvedimento ha perso efficacia proprio sull'applicazione dello strumento delle espulsioni al centro del nuovo decreto sicurezza in discussione ieri al Senato. Il provvedimento notificato il 12 giugno quando il giudice per le indagini preliminari del Tribunale penale di Lecce, Carlo Cazzella, condivise con il difensore di Traykov che fossero scaduti i termini di custodia cautelare nell'inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Emilio Arnesano.
In sede civile il giudice Primiceri ha vagliato il decreto della prefettura ed il ricorso dell'avvocato Scippa. L'uno l'antitesi dell'altro. Per la prefettura Traykov si è dimostrato una persona pericolosa: «L'ulteriore permanenza sul territorio italiano dell'interessato è incompatibile con la civile e sicura convivenza», recita il decreto nella parte dedicata alle valutazioni finali. «Avendo dato luogo ad una condotta che è pregiudizievole per la pubblica sicurezza, in quanto i fatti a lui addebitati sono sintomatici di comportamenti non compatibili nemmeno con la volontà di inserirsi ordinatamente e pacificamente nella comunità nazionale». La prefettura ha inoltre sostenuto che Traykov sia stato fermato diverse volte insieme a pregiudicati, che non abbia mai lavorato da quando nel 2012 si trova in Italia e che per questo potrebbe vivere con i guadagni di attività illecite. La personalità negativa e pericolosa è stata tratteggiata anche sostenendo che non abbia fatto nulla per integrarsi e per ottenere «una reale attenuazione dei legami con il paese di origine». Ossia la Bulgaria, che dal 2007 fa parte dell'Unione Europea.
Espressione - quest'ultima - definita priva di fondamento giuridico, nel ricorso del legale di Traykov. Senza un lavoro stabile? Non è vero, è stato fatto presente al giudice: commercia automobili in Bulgaria. E non è vero che frequenti pregiudicati, ma si dedica - sostiene il suo avvocato - alla sua famiglia con residenza a Calimera. Costituisce una minaccia grave per la sicurezza pubblica? L'avvocato Scippa la definisce una valutazione errata, se fa riferimento all'incidente stradale ed all'accusa di omicidio stradale aggravata dallo stato di ebbrezza.
Il merito della questione sarà discusso nel processo. Il processo civile. Quello penale sta facendo il suo corso: il 27 novembre ci sarà l'udienza preliminare con il giudice Simona Panzera.

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