L'addio a Cristiano: «Un’intera comunità straziata: aveva tanti sogni da realizzare»

L'addio a Cristiano: «Un’intera comunità straziata: aveva tanti sogni da realizzare»
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Sabato 16 Giugno 2018, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 20:03

Strazio, lacrime ma anche palloncini bianche e scritte sui muri per dire addio alla sua giovane vita questa mattina a Castromediano dove si sono celebrati i funerali di Cristiano Spedicato, travolto mentre era a bordo del suo scooter.
Un futuro ancora tutto da scrivere, pagine che resteranno bianche, per sempre. Non esistono parole, ma solo braccia che si stringono forte. Per attenuare il dolore, difendere il ricordo dal grigiore della morte. Cristiano Spedicato aveva soltanto 23 anni e un sorriso contagioso. Era dolce Cristiano, amorevole con la sua famiglia, un vulcano di allegria con i suoi amici. A Castromediano lo conoscevano tutti e lo stimavano. Secondogenito di papà Stefano, vigile del fuoco e di mamma Silvia. Un fratello, Andrea, e un nipotino che adorava. Lavorava da un po’ di tempo all’agenzia funebre di Castromediano e proprio il giorno prima del terribile schianto era passato dalla mortuaria del Vito Fazzi, quante volte avrà assistito al dolore degli altri. Lo stesso agghiacciante dolore che oggi vivono i suoi cari, straziati, che esattamente una settimana fa avevano subìto la perdita della nonna. Cristiano aveva tanti sogni nel cassetto e voleva realizzarli, con impegno e sacrificio. Una comunità attonita quella di Castromediano. Ragazzi e ragazze della frazione e non solo, compagni di scuola, amici di spensierate avventure, tutti a rendere omaggio a Cristiano e al suo ricordo. Un via vai continuo e sommo dalla camera ardente dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce per l’intera mattinata di ieri e poi presso l’abitazione dei nonni, in via Buonarroti a Castromediano, dove la salma è giunta nel pomeriggio. Sguardi bassi, occhi gonfi di lacrime e di dolore. Quel senso di vuoto e di sgomento che non ti fa respirare e ti toglie il fiato. Le parole di don Gianni, cappellano dell’ospedale leccese, lasciano un nodo in gola: «Come farà quella mamma a cui è stato strappato il tesoro più grande? Io l’ho solo abbracciata. Ma le parole, sapete meglio di me, non ci sono. Solo una preghiera: vola tra le stelle, prendi un pezzo di cielo, il più bello, e da lì allarga le tue ali, quale angelo bellissimo e irradia un raggio di luce sulla tua famiglia straziata dal dolore. Nessuno potrà dimenticarti, ma dona ai tuoi cari la forza di capire come vivere e continuare a vivere senza la tua presenza».

 

E il messaggio di cordoglio del sindaco di Cavallino, Bruno Ciccarese, «di fronte a questa tragedia che ha spezzato una giovane vita nel suo momento più rigoglioso di sogni, speranze e progetti, e che suscita nei nostri animi sentimenti di incredulità e sgomento, facendomi interprete dei sentimenti che oggi vivono le comunità di Cavallino e Castromediano, mi unisco al dolore della famiglia, degli amici e di quanti hanno amato Cristiano». Qualche anno fa Cristiano condivideva un post in cui si leggeva: “La vita è come un pianoforte, i tasti bianchi sono i giorni felici, quelli neri sono i giorni tristi. Ricorda che servono entrambi per fare bella musica”. Ma ora, che musica potranno mai comporre nel loro cuore tutti coloro che vogliono bene a Cristiano, se non solo note di tristezza e di rimpianto? Quanto amore intorno a lui, messaggi, foto sul suo profilo social, “poche sono le cose che incantano nella vita...una di queste... Era il tuo sorriso”, “Non ci sono parole per spiegare cosa hai lasciato qua giù...”, e poi ancora “Fai buon viaggio, vola alto e guardaci da lassù”. I funerali si sono svolti questa mattina alle 10 nella chiesa madre di Castromediano.
 

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