Veleni a Burgesi, task force di tecnici subito al lavoro. Regione e Comuni: "Troveremo i fusti di Pcb".

La discarica di Burgesi
La discarica di Burgesi
di Paola ANCORA
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Giovedì 19 Gennaio 2017, 13:03 - Ultimo aggiornamento: 13:06
Oltre tre ore di confronto per definire una strategia comune e capire come ripulire la discarica di Burgesi dai veleni interrati 15 anni fa. Il tavolo tecnico di questa mattina a Bari si è concluso pochi minuti prima delle 13. E Regione e Comuni sono d'accordo: si procederà alle indagini in loco per scovare i 600 fusti di policlorobifenili che l'imprenditore pregiudicato Gianluigi Rosafio ha detto ai carabinieri di aver interrato nel lotto 3 della discarica. Rosafio conosce il punto esatto del tombamento, che ha provocato la contaminazione del percolato, come certificato dal Cnr Irsa per conto della Procura di Lecce.
Ora che l'indagine è stata archiviata - perché i reati commessi sono stati "in parte prescritti" e, solo in parte, "sono già stati giudicati" - le istituzioni del territorio vogliono mettere in sicurezza l'impianto gestito dalla Monteco sin dal 1991 (l'azienda non ha partecipato al tavolo di questa mattina, ma ha garantito massima collaborazione ndr). Cercando i fusti con ogni tecnologia che si rivelerà efficace - dalle rilevazioni geoelettriche a vari altri tipi di sonde - e poi delineando il percorso di bonifica della discarica. Dove, come risulta dai verbali degli interrogatori di Rosafio ai carabinieri, non ci sono solo fusti di Pcb, ma anche altri rifiuti industriali e pericolosi, come pellami e vernici.
Accanto a questa caccia al veleno, si procederà a un monitoraggio - già anticipato dalla Asl nelle scorse settimane - delle acque di falda nell'area di Burgesi e con tecnologie più avanzate di quelle utilizzate dal Cnr Irsa per redigere la perizia richiesta dalla Procura.
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