Aereo caduto, sensori di velocità e software: ecco i buchi in quei 6 minuti

Aereo caduto, sensori di velocità e software: ecco i buchi in quei 6 minuti
di Mauro Evangelisti
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Martedì 12 Marzo 2019, 07:18 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 13:25

Fare presto per capire se c'è davvero un problema di sicurezza diffuso sul modello di Boeing più amato e ordinato dalle compagnie aeree. La scatola nera - o più correttamente il «flight data recorder» e il «voice recorder» -, è stata ritrovata. Parzialmente danneggiata, ma comunque utile a ricostruire nel dettaglio le comunicazioni in cabina e la mole di dati che raccontano cosa sia successo al Boeing 737 Max-8 precipitato domenica mattina in Etiopia. Mai come in questi casi l'inchiesta deve essere meticolosa, ma anche rapida, rapidissima. «Con i nuovi sistemi si possono avere riscontri nel giro di pochi giorni», assicura Danilo Recine, comandante di aerei Boeing e coordinatore nazionale piloti di Anpac.

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Le autorità del settore aeronautico non prendono decisioni sulla base di supposizioni e ricostruzioni, lavorano sui dati certi: se però dovesse emergere che le cause della tragedia del volo Ethiopian sono sovrapponibili a quelle che hanno fatto precipitare il 29 ottobre il Boeing 737 Max-8 in Indonesia, allora sarà inevitabile mettere a terra tutti gli aerei di quel tipo. Oggi lo hanno fatto solo in Cina, dove molte compagnie hanno acquistato questo modello ritenuto all'avanguardia, in Indonesia, in Sud Africa e in Etiopia. Lo stop di tutti i Boeing 737 Max-8 - sono circa già 400 operativi - fermerebbe anche la consegna degli altri 4.500 già ordinati, e avrebbe effetti imponenti sul trasporto aereo e sull'economia. E anche sulla geopolitica (la decisione di Pechino secondo alcuni osservatori non è così avulsa dal caso Huawei e in Cina stanno producendo un tipo di aereo, il Comac 919, per certi versi alternativo al 737). L'attenzione è tutta concentrata sul sistema automatico del 737 Max che interviene sulla base delle indicazioni di una sonda quando alcuni dati dicono che l'aereo si avvicina allo stallo. C'è un problema al software? Alle sonde? «In linea teorica, perché ancora non sappiamo se sia questo il caso - osserva Recine - se la sonda rileva dati sbagliati o se il software non li elabora correttamente, è il pilota dovere intervenire. Ma nel caso del volo Ethiopian temo non vi sia stato il tempo: è caduto dopo sei minuti, ancora a bassa quota e con una velocità anomala». Secondo un altro esperto (Giuseppe Michele Borgna, docente di fondamenti di qualità e sicurezza all'Università Telematica Giustino Fortunato, sentito dall'Ansa) «ci sono almeno quattro somiglianze tra la tragedia in Indonesia e quella in Etiopia»: «Entrambi gli incidenti sono avvenuti in condizioni meteorologiche favorevolissime; i velivoli erano nuovissimi; in tutti e due i casi i piloti hanno chiesto di rientrare per un problema tecnico; e in entrambi i casi tutto è avvenuto al decollo».
 
 


DINAMICA
Per il volo Lion Air si ritiene che «l'incidente sia avvenuto a seguito dell'avaria al sensore che ha generato un falso avviso di bassa velocità e ha fatto scattare una protezione automatica per evitare lo stallo». Nel caso del volo Ethiopian si deve accertare se siamo di fronte allo stesso problema, «ma non può essere escluso». Il software registra i dati dell'angolo di attacco dell'ala (determinato dalla direzione del vento e dal segmento immaginario che attraversa la sezione dell'ala). Due sonde li trasmettono al computer, che li elabora: se indicano il rischio di stallo, il software agisce sulle strutture mobili sul sistema di coda. Da più parti, inoltre, si ritiene insufficiente la risposta di Boeing che non ha rafforzato l'informazione ai piloti sulle modifiche del sistema anti stallo rispetto ai vecchi 737. Dice un pilota di una compagnia europea che chiede l'anonimato: «Noi piloti continuiamo a volare con fiducia, perché crediamo molto nel nostro addestramento. Però se il sistema anti stallo abbassa il muso dell'aereo immediatamente dopo il decollo, come avvenuto con il volo Ethiopian, allora sono guai, non c'è molto tempo per le procedure. Invece di emettere bollettini, Boeing doveva risolvere il problema». Ovviamente queste sono solo considerazioni che circolano tra i piloti, solo l'inchiesta potrà dare certezze.
 

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