Rigopiano, "quella non era un'area a rischio. Nevicata così non si vedeva da 50 anni"

Rigopiano, "quella non era un'area a rischio. Nevicata così non si vedeva da 50 anni"
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 10:11 - Ultimo aggiornamento: 10:12
«L'albergo era in fondo al canalone. Ma quella non era un'area a rischio». Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, intervistato da Repubblica, cerca di dare una risposta agli interrogativi che pendono sulla tragedia dell'hotel Rigopiano. «Una nevicata eccezionale che non si vedeva da 50 anni e la terra che trema nello stesso momento sono una combinazione di eventi che anche la geologia fa fatica a immaginare», afferma. «A quanto risulta dalla cartografia, l'area interessata dalla slavina non era stata inserita come a rischio dal Piano di assetto idrogeologico regionale. Quindi, in teoria non ci sarebbero responsabilità da parte di chi ha costruito l'albergo in quella zona».

Le strutture paravalanghe, aggiunge, «certamente servono a rallentare la velocità di caduta di valanghe e slavine. Sono opere molto costose che vanno costruite dove esiste uno specifico rischio. Ma non risulta che la Regione Abruzzo abbia redatto un apposito Piano Antivalanghe, e quindi quelle strutture non erano state costruite in quanto non erano state previste». «Quando il mare è forza otto, i traghetti vengono bloccati. Qui le previsioni del tempo davano da giorni tre metri di neve: mi chiedo perché non sia stata ordinata l'evacuazione della zona?». «Con quelle condizioni meteo annunciate, l'albergo avrebbe dovuto essere chiuso».

Intervistata dalla Stampa, Lucia Margheriti, responsabile dell'unità funzionale di sismologia, sismotettonica e geodinamica del Centro Nazionale Terremoti, sezione dell'Ingv, spiega che è «impossibile» sapere se la slavina sia stata causata dalle scosse sismiche. «Con tutta la neve caduta nei giorni precedenti una valanga avrebbe potuto comunque generarsi», dice. «La posizione dell'hotel, a valle di un canale di scarico, ha accentuato le conseguenze».
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