Bullismo, prevenzione a scuola ma anche sul web

di Paolo MACI*
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Martedì 24 Aprile 2018, 12:44
Il gravissimo episodio di bullismo che è avvenuto in una scuola di Lecce, debitamente filmato da alcuni compagni di classe della vittima, che hanno in questo modo voluto fermare le vessazioni e le umiliazioni che da mesi interessavano il ragazzo, ci deve indurre a delle riflessioni. La prima è che il bullismo va denunciato e combattuto. Senza se e senza ma. La seconda è che è necessario ora più che mai che le scuole mettano in atto quelle buone pratiche che la legge ha previsto per combattere e soprattutto per prevenire questo fenomeno.

Il bullismo è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico. Il cyberbullismo è la manifestazione in Rete di questo fenomeno. Il cyberbullismo si definisce come un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici, il cui obiettivo e quello di provocare danni ad un coetaneo incapace a difendersi. Oggi, infatti, la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sul web. Nel caso di Lecce la tecnologia ha, viceversa, aiutato la vittima a sottrarsi agli atti di bullismo. Nel caso di Lucca, probabilmente, filmare l’aggressione ai danni di un insegnante è stato invece un modo per amplificare l’atteggiamento prevaricatore e ingiurioso del “bullo” di turno.

Nel 2017 è stata approvata una legge intitolata “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”. I punti salienti della nuova legge prevedono che ciascun minore ultraquattordicenne (o i suoi genitori o chi esercita la responsabilità del minore) che sia stato vittima di cyberbullismo può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti diffusi nella rete e avanzare la stessa richiesta, se entro 24 il gestore non avrà provveduto, al Garante per la protezione dei dati personali. È previsto inoltre che ogni istituto scolastico individui fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo, anche avvalendosi della collaborazione delle Forze di polizia e delle associazioni e dei centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio. Un ruolo è attribuito anche ai servizi territoriali, che con l’ausilio delle associazioni e degli altri enti che perseguono le finalità della legge. Delicato ed importante è poi il ruolo del dirigente scolastico, il quale deve informarne tempestivamente i genitori dei minori coinvolti. I regolamenti scolastici dovranno prevedere esplicite sanzioni disciplinari, commisurate alla gravità degli atti compiuti. È previsto anche l’ammonimento: per i minori fra i 14 e i 18 anni, se non c’è querela o denuncia per ingiuria, diffamazione e minaccia, il questore convoca il minore insieme ad almeno un genitore, ammonendolo oralmente e invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge con specifiche prescrizioni. La legge non prevede un termine di durata massima dell’ammonimento ma specifica che i relativi effetti cesseranno al compimento della maggiore età. Pur non prevedendo un’aggravante specifica per i reati che il minore potrà compiere successivamente al provvedimento di ammonimento, senza dubbio tale strumento rappresenta un significativo deterrente per incidere in via preventiva sui minori.

Ma il lavoro che più di tutti urge fare è quello della prevenzione. La legge sulla Buona scuola ha introdotto anche lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, finalizzato anche a un utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media, e declinato dal Piano nazionale scuola digitale. Le studentesse e gli studenti devono essere sensibilizzati ad un uso responsabile della Rete e resi capaci di gestire le relazioni digitali in agorà non protette. Ed è per questo che diventa indispensabile la maturazione della consapevolezza che Internet può diventare, se non usato in maniera opportuna, una pericolosa forma di dipendenza. Compito della scuola è anche quello di favorire l’acquisizione delle competenze necessarie all’esercizio di una cittadinanza digitale consapevole. Responsabilizzare le alunne e gli alunni significa, quindi, mettere in atto interventi formativi, informativi e partecipativi. La legge sul Cyberbullismo prevede che, nell’ambito della promozione degli interventi finalizzati ad assicurare la qualità dei processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali del territorio, il dirigente scolastico, definisca le linee di indirizzo del Piano Triennale dell’Offerta Formativa e del Patto di Corresponsabilità affinché contemplino misure specificatamente dedicate alla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo e coinvolga in questo percorso i servizi territoriali, le associazioni operanti sul territorio e le famiglie. Secondo la stessa logica, la legge 71/2017 prevede che presso ciascuna istituzione scolastica venga individuato un docente referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo. È importante ricordare, anche, che al fine assicurare a tutti i soggetti coinvolti in azioni di prevenzione del cyberbullismo strumenti utili per conoscere e attivare azioni di contrasto al fenomeno, il Miur ha il compito di elaborare una piattaforma per la formazione dei docenti referenti, azione rafforzata dalle iniziative che saranno previste dal Piano Integrato previsto dalla stessa legge nonché dalle iniziative intraprese sia dagli Uffici scolastici regionali che dalle istituzioni medesime.

*Presidente Agif (Associazione giuristi italiani per la famiglia), docente di Legislazione scolastica presso UniPegaso
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