I "concorsoni" e la frustrazione dei senza lavoro

I "concorsoni" e la frustrazione dei senza lavoro
di Gerardo TRISOLINO
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Giovedì 8 Giugno 2017, 19:18
Un esercito di oltre 300mila giovani e meno giovani ha invaso i padiglioni della Fiera di Roma dall’8 al 24 maggio. Per la maggior parte provenienti dal centro-sud. Una marea affamata di lavoro non precario, di un’occupazione a 1.200 euro nette al mese, alla ricerca del tanto vituperato posto fisso. Quel posto che almeno consente di programmarsi una vita decente a tempo indeterminato. Stiamo parlando del megaconcorso per 800 posti di assistente giudiziario, bandito dal ministero della Giustizia dopo un’attesa di vent’anni. Titolo di studio richiesto: diploma di scuola secondaria superiore. Ma a tentare la fortuna per l’ennesima volta c’erano più laureati che diplomati. Ragazzi e ragazze con qualche master in tasca. La generazione Erasmus che lasciamo spiaggiare drammaticamente come le balene. Con sogni e bisogni che vanno a infrangersi sugli scogli di una classe politica incapace di garantire un futuro ai suoi cittadini più giovani.

Dice uno di loro: “Umiliazioni tantissime per chi resta in Italia e decide di lottare, ma il coraggio, l’amore per la propria terra e la voglia di non farla invecchiare e morire superano ogni cosa”. C’è un che di eroico nella caparbietà di tantissimi giovani pronti a collezionare frustrazioni e delusioni pur di non abbandonare l’Italia, la loro città, la propria regione. Ragazzi e ragazze che meriterebbero più rispetto e più attenzione da parte dei governi, piuttosto che essere dileggiati con termini come “bamboccioni” e “choosy”, usati da politici spudorati che mettono al sicuro i propri figli nelle università, nelle banche, nelle grandi aziende, nelle cliniche private.
Un altro candidato ricorda un altro megaconcorso simile: 370.000 candidati per 250 posti di vigile del fuoco. E azzarda una profezia rivoluzionaria dettata dalla disperazione: “E se invece di fare concorsi, questi 308.000 più quei 370.000 e più altre centinaia di migliaia di disperati andassero a Roma per protestare seriamente davanti al ministero del Lavoro?” Una giovane laureata in giurisprudenza, con un master in diritto internazionale, si sente come Davide contro Golia, con l’amara certezza che il gigante Golia sia lo Stato italiano.

Al pari dei briganti postunitari, i nostri giovani percepiscono ancora come nemico uno Stato che dovrebbe invece essere il loro interlocutore più fidato e più affidabile, l’interprete scrupoloso dell’art. 1 della Costituzione.
A leggere le notizie successive sul concorsone, non si può non giustificare tanta sfiducia e tanta rabbia: 5000 concorrenti sono stati richiamati il 31 maggio per ripetere la prova preselettiva. I computer da loro usati in alcuni casi non hanno funzionato, in altri casi quesiti e risposte multiple sono risultati monchi. Cose all’italiana? Dispiace ammetterlo. Ma c’è di più: il concorso è stato sospeso a seguito del ricorso da parte di una candidata di origine albanese che era stata esclusa.

Un’altra laureata in giurisprudenza si sente perseguitata dal fato: l’anno scorso ha partecipato a un concorso per vigili urbani a tempo determinato (leggi mesi estivi) bandito da un comune del brindisino e poi annullato in autotutela dopo la prima selezione. “Si sono perse le tracce sia del concorso, sia delle venti euro che avevamo versato!”, osserva sfiduciata. È vero: al peggio non c’è mai limite.

A leggere le disavventure di ognuno, le loro storie, le loro frustrazioni, le delusioni accumulate negli anni emerge la sfiducia verso le istituzioni e una classe politica che continua a fare demagogia e populismo sia sulla disoccupazione giovanile che sull’eterna questione meridionale.

Nell’attesa di accedere nei padiglioni della Fiera di Roma un concorrente ha affidato a facebook il suo post di disperata speranza (nonostante tutto): “Qui c’è l’Africa. Un’infinità di giovani e meno giovani. Hanno la stanchezza sul viso e la speranza nel cuore… Questo è il popolo che studia e resta in questo Paese, questi sono i giovani che lottano contro Golia”.
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