Attenti all’antieuropeismo senza conoscere l’Europa

di Carmelo CALAMIA
3 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Dicembre 2018, 10:14
Nella prossima primavera si terranno le elezioni del Parlamento europeo , sarà la nona volta che i cittadini europei saranno chiamati al voto, ma per la prima volta le elezioni avranno un rilievo che non hanno mai avuto in precedenza ed un impatto diretto sulla nostra vita futura. Negli ultimi tempi, infatti, il dibattito sull'Europa ha conosciuto un forte rilancio, spesso in chiave negativa, a causa delle difficoltà economico-finanziarie in cui versano diversi Paesi europei.

Dopo anni di eurottimismo, qualcosa nel nostro Paese è cambiato, ed oggi siamo molto più tiepidi nei confronti dell'Europa. Spesso a causa di una non corretta conoscenza dei meccanismi europei e di come vengono presentati.
Questo straordinario ed unico processo di costruzione di sovranità condivisa vive, da sempre, di slanci e di momenti di stagnazione. Diciamo che si è più europeisti quando le cose vanno bene, un po' meno quando le cose vanno meno bene. I richiami alla sovranità nazionale, che riecheggiano sempre con più forza sono francamente sorprendenti. Come se le istituzioni europee - Consiglio, Commissione, Parlamento, ecc. - non fossero le nostre istituzioni, create e partecipate dai nostri rappresentanti nazionali, anche eletti direttamente dai cittadini.
Per comprendere pienamente l'attuale momento storico, occorre fare un balzo indietro di oltre venti anni, quando si conclusero i negoziati e si firmò il Trattato di Maastricht (dal nome della città olandese che ospitò i lavori). In quegli anni fu deciso di trasformare quella che fino allora era la Comunità economica europea nella Unione europea. Non fu solo un mero cambio di nome, ma nacque un nuovo soggetto istituzionale, con nuove competenze, nuove politiche e nuovi organi. Una vera rivoluzione, di cui forse in Italia non si approfondì fino in fondo la portata; erano, infatti, gli anni di Tangentopoli e di una serie di terribili attentati mafiosi.

Cosa è cambiato dopo Maastricht? Tantissime cose difficili da sintetizzare in poche righe. A partire dal completamento del Mercato Unico e delle sue quattro libertà fondamentali : libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali. Con tutto ciò che ne deriva. Libera circolazione delle persone non significa solo la facilità di spostarsi in un altro Paese, senza bisogno di un visto di ingresso o di un giustificato motivo, ma anche il diritto a vedere riconosciuto il proprio titolo di studio, ad esercitare la propria professione o ad accedere alle cure sanitarie. Significa anche libertà di studiare, di cercare un lavoro e di amare. Sì, potersi muovere liberamente, significa anche amare liberamente. Cosa che viene negata quando si innalzano barriere e muri. Quante famiglie furono divise nella notte del 13 agosto del 1961 nel cuore dell'Europa? Chissà perché di tutto questo non si parla? Si da oramai tutto per scontato?

Il trattato di Maastricht segnò anche la nascita in tre tappe dell'Unione Monetaria e vide l'adozione dei tre famosi parametri (in realtà per arrivare alla terza tappa erano cinque), che sono ancora in vigore: rapporto tra deficit pubblico e Pil non superiore al 3%; rapporto tra debito pubblico e Pil non superiore al 60%; tasso d'inflazione non superiore dell'1,5% rispetto a quello dei tre Paesi più virtuosi. Il completamento dell'adozione della moneta unica si ebbe il 1 gennaio del 1999 con l'avvio della terza fase e la fissazione irrevocabile dei tassi di cambio. È errato, infatti, considerare il 1 gennaio del 2002 come la data di entrata in vigore dell'Euro, in quanto la moneta unica c'era già da tre anni. Non era materialmente nelle nostre tasche, le monete nazionali circolavano ancora, ma il loro valore era stato fissato in modo incontrovertibile.

Prima dell'introduzione della moneta unica, fu calcolato che, se si fosse partiti da Roma con un milione di lire in tasca per un tour delle 11 capitali europee, cambiando di volta in volta il capitale iniziale, si sarebbe ritornati nella città eterna avendo dimezzato il capitale iniziale. Ciò solo a causa delle differenze valutarie e dei costi di cambio. Con l'adozione dell'Euro tutto questo è stato cancellato. Speriamo per sempre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA