L'impunità che non (ri)conosce il bene comune

L'impunità che non (ri)conosce il bene comune
di Adelmo GAETANI
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Giovedì 27 Aprile 2017, 14:09
Accade spesso che l’informazione non convenzionale di “Striscia la Notizia” ci costringa ad aprire gli occhi su truffe, imbrogli di vario genere, malversazioni, prepotenze, esercizio abusivo del potere, promesse a perdere, maleducazione. E anche su quello che sembra un vizio ancestrale dell’italiano medio: le regole ci devono essere, anche ferree, devono potersi applicare con la massima severità ed urgenza, ma solo agli altri. L’irriverente e caustico Checco Zalone la direbbe in questo modo: fai agli altri quello che non vuoi venga fatto a te.

Eppure, la lezione del Vangelo non si presta ad equivoci di sorta: non fare agli altri quello che non vorresti che facessero a te. Un servizio di “Striscia”, che aveva come protagonista la segretaria del Partito radicale, Rita Bernardini, ci ha obbligato ad una riflessione. Ecco la scenetta: un inviato deve intervistarla, lei sta fumando, sa che non può parlare in tv con la sigaretta in bocca, allora dice all’operatore: “Un attimo, butto la cicca e iniziamo”. Cosa che avviene: cicca per terra, con evidente violazione della legge n.221 del 18 dicembre 2015 che sancisce il divieto di gettare mozziconi per strada prevedendo multe sino a 300 euro.

Fatto il gesto controlegge, la Bernardini, persona per altri versi inappuntabile, inizia a parlare sul significato della marcia per l’amnistia e l’indulto e attacca: “C’è un’emergenza democratica. Lo Stato non rispetta le sue stesse leggi”. Giustappunto: lo Stato non rispetta le sue leggi, Rita Bernardini non rispetta le leggi dello Stato. E tutto va! Facevo queste considerazioni mentre leggevo un ampio servizio pubblicato da “Quotidiano” sulle strade delle nostre province ridotte a discarica con montagne di rifiuti di ogni genere, da quelli ingombranti (materassi, frigoriferi, lavandini, mobili, lastre di amianto), alle bottiglie di plastica e di vetro, ai sacchetti di spazzatura. Un oltraggio al paesaggio, un inquinamento con ricadute igienico-sanitarie, un danno al turismo e alla nostra economia, in altre parole una vergogna e un autolesionismo assoluti.

Sarebbe facile scaricare tutte le colpe sulle Pubbliche amministrazioni - e ne hanno - che non controllano il territorio, non riescono ad intercettare e sanzionare i responsabili di condotte incivili e non provvedono a tempestivi interventi di rimozione della massa di rifiuti “abusivi” dalle strade. Sarebbe facile mettere sotto accusa le Province, peraltro rimaste senza soldi, e i Comuni: trovato il colpevole, tutti gli altri potrebbero godere della loro assoluzione. Tutti bravi cittadini, tutti senza macchia, tutti puliti e autorizzati a sparare a zero sugli amministratori pubblici, sia che facciano bene sia che facciano male, e sulla politica in senso lato.

E’ il trionfo del qualunquismo a go-go, del candido accusatore seriale, dell’onestà che diventa la prima pelle di chi si autoproclama pulito e si arroga il diritto dei dubitare degli altri. I social, poi, sono la cassa di risonanza di ogni virtù esibita, delle accuse nei confronti degli altri, quasi mai del riconoscimento delle proprie colpe.
Non è nostra intenzione fare di tutta l’erba un fascio, le responsabilità sono sempre personali, ma ci pare doveroso e corretto mettere il dito nella piaga di un costume tipicamente italiano, che, purtroppo, sembra trovare terreno particolarmente fertile nel Mezzogiorno, che è anche un modo di concepire e vivere la propria socialità in una dimensione personalistica e/o familistica senza troppe concessioni all’interesse generale.
Non può trovare altra spiegazione il triste e ripetitivo fenomeno delle strade del Salento ridotte a discarica se non nella saldatura profonda nella persona, o nel contesto sociale, tra il senso di impunità e l’indifferenza per quello che ad ogni evidenza è un bene comune che dovrebbe essere affidato alla tutela di ciascuno di noi indistintamente.

Non vorremmo abusare, ancora una volta, delle parole di Martin Luther King, che sono anche una indimenticabile lezione civile e una straordinaria visione di vita comunitaria: pulisci davanti alla tua casa e tutta la città sarà pulita. Perché è tanto difficile coltivare il senso di cittadinanza e conformarsi ad un suggerimento così semplice e utile?
 
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