UniSalento: rispettata finora la visione strategica

di Vincenzo ZARA*
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Sabato 21 Gennaio 2017, 18:42
Il professor Carmelo Pasimeni, già Prorettore vicario per sei anni nella precedente amministrazione (la stessa durata del mio attuale mandato che egli giudica troppo lungo e senza verifiche intermedie), ieri dalle colonne di Quotidiano ha rimproverato all’attuale Rettorato la mancanza di una visione sull’Università del Salento. È un’opinione sulla quale naturalmente non concordo. Carmelo Pasimeni è uno storico della contemporaneità: non gli sarà difficile reperire i documenti sulla base dei quali ho svolto la mia campagna elettorale e sono stato eletto Rettore. I miei primi tre anni di Rettorato si sono conclusi, e il professor Pasimeni e chiunque altro può verificare se la visione che proponevo allora è stata rispettata o meno.
È comunque senz’altro positivo aver portato l’attenzione sugli aspetti strategici e di sistema. Concordo con il professor Pasimeni sul fatto che è importante tracciare un bilancio del primo triennio di Rettorato e riflettere sui risultati. A breve sarà convocata una presentazione pubblica dei principali valori legati alle performance dell’Università. La discussione sarà basata su dati oggettivi e verificabili, quantificati numericamente, in modo che ciascuno possa poi elaborare un proprio giudizio personale e fornire, auspicabilmente, suggerimenti di miglioramento per il futuro. Inviterò personalmente il professor Pasimeni a questa “presentazione” del bilancio del primo triennio (2014/2016) e sono certo che egli saprà intervenire fattivamente e commentare i dati con oggettività.
Ciò di cui abbiamo bisogno, come comunità accademica, è di una discussione franca e approfondita, che consenta una quotidianità non polemica, promuovendo il clima giusto per consentire ai docenti e al personale tecnico-amministrativo di migliorare la qualità della didattica e dei servizi ai nostri studenti.
Va ricordato che l’Università non è un’azienda, dove la visione la fa il capo e la cambia a piacimento. Non può essere organizzata sulla base di un comando, magari carismatico, ma privo di vera capacità di incentivare la cooperazione necessaria. Una visione autenticamente condivisa non si crea però dubitando continuamente dell’efficacia delle decisioni istituzionali già prese ed enfatizzando ogni minimo sentore di inefficacia, oppure trascurando sistematicamente i segnali positivi.
Ritengo indispensabile che ciascuno elabori il proprio personale giudizio sull’operato dell’attuale amministrazione sulla base di dati, e non sulla base di considerazioni non sostenute da evidenze oggettive. Per esempio, abbiamo il dovere di riconoscere che, dopo una crescita vertiginosa, gli iscritti all’Università del Salento sono diminuiti drammaticamente, ma è anche vero che il trend negativo si è interrotto due anni fa e ora stiamo invertendo la tendenza. È vero che i risultati della Vqr (la Valutazione della Qualità della Ricerca) possono e debbono essere migliorati, ma è altrettanto vero che l’Università del Salento ha vinto quest’anno otto Prin (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) come capofila e 10 come “unità locale di ricerca”: un risultato straordinario nel contesto delle Università meridionali.
Per quanto riguarda il riferimento a Conferenze di Ateneo promesse e non mantenute, a me, come credo alla maggior parte dei componenti della comunità universitaria e spero agli attori del territorio che in diversi casi sono stati invitati, tornano alla memoria le varie conferenze organizzate nel corso del 2015-2016, in concomitanza con i primi 60 anni della nostra Università, tra cui anche quelle dedicate specificamente alla didattica e alla ricerca, entrambe ampiamente partecipate. Sulle questioni edilizie, che sono fondamentali, ho diramato una nota ufficiale, nel quale rendiamo conto, assieme al Direttore Generale, della richiesta di proroga inviata al Cipe e alla Regione per “l’assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti” (l’assegnazione dei lavori alle aziende vincitrici di gara pubblica), proroga che ci consentirebbe di effettuare i lavori di manutenzione delle nostre sedi e contribuire, anche così, a restituire al territorio un prezioso patrimonio (non solo immobiliare).
Quest’ultimo punto mi dà l’occasione di sottolineare come i ruoli di Università e Regione siano diversi e come, quindi, debbano interagire nel modo giusto per contribuire allo sviluppo del territorio: ciascuno per le proprie competenze. È fondamentale che la Regione mantenga uno sguardo equilibrato e cooperante con tutti gli Atenei della nostra regione e siamo fiduciosi che questo avvenga sempre, indipendentemente dai territori e indipendentemente dalle persone. Solo da una sinergia reciprocamente rispettosa e proficua si possono creare le condizioni per uno sviluppo armonioso del territorio e, prima ancora, lo sviluppo della nostra Università. Da parte mia piena disponibilità a un confronto aperto e costruttivo, anche e soprattutto con il contributo di chi la pensa diversamente. L’essenziale è che tale confronto e l’operato che ne conseguirà siano condotti con onestà intellettuale.

* Rettore Università del Salento
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