Il dolore del parroco: «Lui voleva che mettessi pace con la sua ex. Non siamo stati capaci di aiutarlo»

Il dolore del parroco: «Lui voleva che mettessi pace con la sua ex. Non siamo stati capaci di aiutarlo»
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Giovedì 21 Settembre 2017, 13:09 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 10:16
 «Conoscevo le famiglie, le loro famiglie e ho cercato in più modi di aiutare Antonio Di Paola che spesso si è rivolto a me, chiedendomi di intervenire, di aiutarlo a mettere pace con la sua ex compagna. Mi ha chiesto di aiutarlo anche economicamente quando si è trovato in grandi difficoltà. Ma mi chiedeva soprattutto un sostegno psicologico. La sua preoccupazione principale era quella che io mettessi pace con la sua compagna». A parlare è il parroco della chiesa Santa Maria Maggiore di Ischitella, don Dino Iacovone, dopo aver appreso della morte della quindicenne Nicolina Pacini avvenuta questa mattina nel reparto di Rianimazione degli ospedali Riuniti di Foggia dove era stata ricoverata perché colpita al volto, ieri, da un colpo di pistola sparato dall'ex compagno della madre, Antonio Di Paola, di 37 anni, che poi si è suicidato utilizzando la stessa arma. «Ma purtroppo - ha continuato don Dino Iacovone - non ci sono riuscito e in parte mi sento anche responsabile per quello che è accaduto». «Antonio Di Paola si barcamenava. Da poco - aggiunge il parroco - aveva ottenuto un lavoro nella nettezza urbana. Non era un tipo violento. Per quanto ne so, non era solito aggredire fisicamente. A volte era aggressivo ma solo verbalmente, a parole, contro la sua ex compagna. Dal suo precedente matrimonio aveva avuto tre figlie e posso dire con certezza che i suoi genitori sono persone bravissime, come anche i genitori della mamma di Nicolina». «Il nostro - conclude il parroco - è un paese bello, semplice, tranquillo ed ora è sgomento e sofferente per questa tragedia che lo ha colpito così, all'improvviso».

«Quello che è successo è assurdo.
Nessuno lo avrebbe mai immaginato. Anche per questo il paese è sgomento ed arrabbiato allo stesso tempo. Arrabbiati perché non siamo stati capaci di evitare una tale tragedia». Così prosegue don Dino.
«Nicolina - racconta il parroco di Ischitella - era una bambina dolcissima, educata, sempre gentile, con un viso angelico. Frequentava la parrocchia, era sempre rispettosa e anche dal modo di salutare si capiva che era buona e che voleva vivere la sua vita serenamente. E ne aveva tutto il diritto. Il rapporto con la madre era buono come anche quello con Di Paola. Il fatto che ci sia stata questa ritorsione contro la ragazza non riesco proprio a capirlo. Ha dell'assurdo. Non lo avrei mai immaginato». «Quello che posso dire - ha proseguito don Dino - è di pregare. Invito alla preghiera, soprattutto per Nicolina, per la sua famiglia, ma anche per la famiglia di Antonio Di Paola. Bisogna ripartire. Il paese deve andare avanti e deve scrollarsi di dosso questa tragedia».
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