Crollo navata Firenze, quando una fatalità uccide: i precedenti

Crollo navata Firenze, quando una fatalità uccide: i precedenti
di Luis Cortona
1 Minuto di Lettura
Giovedì 19 Ottobre 2017, 17:40
Il crollo del cornicione dalla navata di Santa Croce a Firenze, che ha ucciso un turista spagnolo, è solo uno dei molti casi di pezzi di monumenti, edifici, chiese, che si staccano e colpiscono i passanti. Il più delle volte, fortunatamente, tutto si risolve con un sospiro di sollievo: tragedia sfiorata, lievi ferite sono le parole più comuni che si associano a eventi di questo genere. A volte però, accade il peggio. È il caso del turista 52enne deceduto a Firenze, il più eclatante che si ricordi negli ultimi tempi in Italia, ma non l'unico.

Un caso che fece scalpore risale al febbraio 2017: a Vigliano, provincia di Biella, una bambina di 7 anni, Giulia Gravello, morì sotto gli occhi del padre e del fratello, dopo essere stata colpita da un blocco di mattoni e cemento crollato dal tetto dell'antica dimora della Malpenga. 

Era invece il 6 luglio 2014 quando alla Galleria Umberto I di Napoli dei calcinacci colpirono Salvatore Giordano, un 14enne che stava passeggiando con gli amici. Salvatore morì dopo 4 giorni di agonia in ospedale. 

Ognuna di queste persone è morta, e poteva non esserlo. Bastava passare un attimo prima, uno dopo. Basterebbero controlli, più sicurezza, più responsabilità. Tutte cose che però non riescono a spiegare il caso, il destino, la fatalità di morti del genere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA