Rigopiano, in salvo altri 3 bambini. Altre 5 persone vive sotto neve e macerie

Rigopiano, in salvo altri 3 bambini. Altre 5 persone vive sotto neve e macerie
di Paolo Ricci Bitti
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 12:52

Un filo di fumo ha guidato i soccorritori che fra i resti dell'Hotel Rigopiano hanno individuato 10 superstiti recuperandone finora 5, di cui tre bambini. Sarebbero due i gruppi di sopravvissuti che hanno trovato rifugio sotto i solai del resort travolto dalla valanga di due giorni fa. Almeno uno di questi era nella zona del bar dell'albergo. I dispersi sono 25, le vittime accertate finora invece sarebbero due: Alessandro Giancaterino, fratello dell'ex sindaco di Farindola (Pescara) e capo cameriere del resort, e Gabriele D'Angelo, cameriere.

In serata sono stati comunicati i nomi dei cinque superstiti che i soccorritori stanno cercando di recuperare. Si tratta di Vincenzo Forti, Francesca Bronzi, Giorgia Galassi, Stefano Feniello, Giampaolo Matrone. Sono stati annunciati dopo la comunicazione ai familiari da una funzionaria della protezione Civile su indicazione del Prefetto Francesco Provolo di Pescara all'esterno dell'ospedale.

 

 

I primi ad essere stati tratti in salvo, invece, sono stati Gianfilippo Parete, 8 anni, e la mamma Adriana: sono i familiari del cuoco Giampiero, il primo a dare l'allarme contattando con WhatsApp il suo datore di lavoro a Silvi. Lui e l'addetto alla manutenzione della struttura erano finora gli unici sopravvissuti della tragedia. La moglie del cuoco, quando è stata portata alla luce da un varco aperto in una intercapedine molto stretta, si è rivolta con un filo di voce ai soccorritori indicando chiaramente di andare a prendere la figlia Ludovica, 5 anni, estratta qualche ora dopo insieme ad altri due bambini e in buone condizioni. Con Ludovica la famiglia Parete è al completo, sana e salva. 

Gli altri due bambini salvati nel pomeriggio sono Edoardo Di Carlo, che era nell'albergo con i genitori ancora dispersi Sebastiano e Nadia (il bambino era stato localizzato in mattinata e una zia aveva fatto sapere che era vivo) e Samuel Di Michelangelo, 7 anni, figlio del poliziotto di origine abruzzese che vive a Osimo (Ancona). 
Con i tre bimbi c'era anche una donna con cui i vigili del fuoco sono rimasti sempre in contatto e che potrebbe essere la prossima persona a rivedere la luce dopo oltre 48 ore di incubo.

Un miracolo, perché la mancanza di voci fin dall'arrivo dei primi soccorritori e la devastazione del resort di lusso a 1.200 di altezza alle pendici del Gran Sasso pescarese sembravano non lasciare spazio alla speranza. Poi il ritrovamento di due morti aveva aumentato la disperazione. Nemmeno i formidabili cani cercapersone della polizia erano riusciti a individuare presenze aumentando la disperazione dei soccorritori stremati. 

«Appena ci hanno visto erano felicissime e non sono riuscite a parlare. Dagli occhi si capiva che erano sconvolte positivamente per averci visto. Ci hanno abbracciati: c'è stata una fortissima felicità», ha raccontato il soccorritore alpino della Guardia di Finanza Marco Bini descrivendo gli attimi del salvataggio di mamma e figlio. «Li abbiamo trovati nel vano cucina, e poi abbiamo salvato le altre persone», dice Bini. 

Un filo di fumo, un filo di speranza: quanto di più sorprendente ci si poteva attendere in quello scenario di morte e devastazione ha attirato nella mattinata l'attenzione di chi da due giorni stava scavando con piccole pale e con le mani fra neve, rocce e tronchi d'albero e macerie. Il fumo che usciva dal cumulo di neve ha calamitato l'attenzione dei soccorritori insieme a un forte odore bruciato: probabilmente piccoli incendi che si erano accesi nella struttura collassata. Un aiuto insperato che ha spinto anche a far intervenire i cani cerca-persone che questa volta hanno individuato la presenza di persone. E poi le prime voci dei dispersi. 

Marco Bini, della Finanza:
«Il fumo ci ha spinto a scavare in quei punti dove la neve cedeva. Probabilmente avevano qualcosa da mangiare con loro. Mentre noi stavamo scavando questo varco loro ci sentivano. La speranza ora è quella di ritrovare altre persone in vita anche se non abbiamo avuto altri segnali o sentito rumori».

Secondo il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni, che cita fonti «dei familiari e delle forze di polizia» sono salvi tre dei dispersi marchigiani che si trovavano nell'Hotel Rigopiano. Sono Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo (Ancona), la moglie Marina Serraiocco, 37 anni, di Popoli, e del loro bambino di 7 anni. 


I vigili del fuoco sono stati in contatto con i sopravvisuti con i quali hanno più volte parlato dalle 11 dopo aver aperto un cunicolo nella massa di neve, pietre e tronchi d'albero che ha coperto l'edificio spazzato via dalla forza della slavina staccatasi dal monte Siella che aveva un fronte di 300 metri e ha raggiunto una velocità di 300 kmh: un lavoro durissimo continuato senza soste dalle 4 di giovedì, quando i primi volontari del soccorso alpino e della Finanza sono arrivati con gli sci con le pelli di foca a Rigopiano sotto una tormente di neve e un percorso di sette chilometri esposto a valanghe e frane.

La parte principale dell'hotel, quella costruita nel territorio del comune di Farindola negli anni Sessanta con non poche polemiche, è implosa ed è stata spostata di una decina di metri. Il ritrovamento dei superstiti è stato facilitato dal miglioramento delle condizioni meteo, anche se gli uomini del soccorso alpino, dei vigili del fuoco e della protezione civile, che scavano con piccole pale e con le mani, continuano a rischiare la pelle per il pericolo di nuove slavine.

Alla centrale operativa sono inoltre state chieste coperte termiche e bevande che saranno portate in quota dagli elicotteri. Due elicotteri, uno della Guardia Costiera con a bordo personale del 118, e uno dei Vigili del Fuoco sono costantemente in volo sopra la zona dell'hotel, mentre all'ospedale di Pescara confluiscono i superstiti mano a mano che vengono tirati fuori dalla neve.

I FAMILIARI

«Grazie» ha ripetuto più volte il familiare d uno dei dispersi del resort quando è uscito dall'ospedale di Penne ed è salito in macchina per raggiungere Pescara. Ha anche alzato le braccia guardando un elicottero che stava passando in quel momento diretto alla costa. Insieme ad altre due ragazze ha inviato un bacio verso il cielo.

All'ospedale di Penne (Pescara) sono riuniti decine di parenti di dispersi e quando si è diffusa la notizia dei ritrovamenti i sentimenti si sono divisi fra angoscia, ancora più forte di quella provata finora, e speranza. «Ci sono famiglie, genitori di ragazzi, le vittime sono in gran parte giovani - racconto il medico rianimatore Vincenzo Di Giovanni -. Finché non avranno notizie definitive la loro ansia resterà tremenda».


L'INCHIESTA
Sulla vicenda il pm di Pescara Andrea Papalia ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo. Già nella giornata di ieri gli investigatori hanno ascoltato come testimone Giampiero Parete, uno dei superstiti della valanga. Molto probabilmente, non appena le operazioni di ricerca delle persone sarà completata, i resti della struttura saranno posti sotto sequestro. Si cerca di capire tante cose, a cominciare, forse, dalla scelta di localizzare la struttura in quel posto che in tanti in queste ore hanno definito «completamente esposta».
 

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